• 18 Dicembre 2024 18:17

Con(n)essi. Per diventare grandi

DiElena Buccoliero

Set 30, 2021

Prosegue il progetto Con(n)essi promosso a livello nazionale da Salesiani per il Sociale e presente in 18 regioni italiane. Come formatrice sulle tematiche del bullismo e del cyberbullismo, ho la fortuna di veder fiorire iniziative in tutta Italia rivolte a insegnanti, educatori, genitori e adolescenti per contrastare queste forme di violenza. Il progetto ha preso il via appena prima del lockdown sicché abbiamo dovuto trasporlo sulla rete e adeguare tutte le metodologie di intervento. Questo ci ha dato la libertà di mantenere tutte le azioni, rimodulate, e di proporre una riflessione ancor più urgente mentre, nel periodo di chiusura, il web era l’unico ambiente nel quale era possibile relazionarsi mantenendo il distanziamento fisico gli uni dagli altri. I giovanissimi hanno ancor più radicalizzato la loro propensione per la comunicazione a distanza – si è abbassata l’età del primo cellulare, è più esteso il tempo di utilizzo della rete oltre l’orario scolastico – ma non hanno accantonato passioni e tensioni, con l’effetto che i meccanismi di incontro, scontro, esclusione, prevaricazione, sono stati più virtuali del solito. E tutti noi oramai sappiamo che virtuale non significa irreale. Ciò che conta passa ugualmente e strappa lacrime o sorrisi.

Uno dei passi progettuali è stato l’avvio di gruppi formativi e di confronto per genitori di adolescenti. Tanti papà e tante mamme annusano da lontano l’esperienza che i figli fanno insieme ai loro coetanei quando si rapportano attraverso gli strumenti elettronici. Pur essendo dipendenti anche molti di noi adulti – mediamente – dal cellulare e dalla connessione internet, abbiamo utilizzi ed esigenze senz’altro differenti da quelli che spingono gli adolescenti a una continua interazione. Per stare al loro fianco – Con(n)essi, appunto – occorre guardare e ascoltare, comprendere, e non rinunciare al proprio ruolo di guida.

I gruppi di genitori hanno avuto come esito la stesura di regole sull’uso del cellulare da introdurre nella vita familiare. Una sorta di decalogo che certo non è scolpito nella pietra, ma ha l’ambizione di mettere ordine in un campo foriero di fraintendimenti, battibecchi, tensioni familiari.

Mi piace riportarne uno che arriva da Torino, dove un papà ha proposto regole che anche gli altri genitori hanno condiviso e fatto proprie. Non è una lista di divieti o comandi. È un tentativo di porsi verso i propri figli con sollecitudine, fermezza e costante attenzione alla relazione. Riportando lo sguardo sui ragazzi, restituisce al cellulare e al web la loro essenza di strumenti per mettersi in relazione – con gli altri, con la conoscenza, con il mondo – ma pur sempre di strumenti, che ci facilitano la vita ma non ne sono i padroni.

DECALOGO PER VIVERE BENE INSIEME L’USO DEL CELLULARE

  1. Non dare per scontato il telefono, è un oggetto di valore che ti abbiamo preso perché pensiamo tu possa usarlo con il cervello. Trattalo bene, se non lo farai ne sarai responsabile
  2. Con il telefono e con i social sei entrato in un mondo, che esiste e non è virtuale, le cose che fai in quel mondo portano conseguenze come quelle che fai nel mondo reale
  3. Rispettiamo lo spazio del tuo mondo, le cose che ti interessano e come interagisci con i tuoi amici, ma dobbiamo condividere queste cose e vedere insieme le cose che fai, e discutere insieme dei possibili problemi
  4. Troviamo insieme il modo per non esagerare e controllare il tempo che passi sul tuo cellulare, anche nei periodi più difficili in cui si deve stare in casa; è facile perdere il controllo, prova a misurarlo e a darti un limite.
  5. Il telefono è un modo per essere in contatto con te quando sei fuori, per essere tranquilli sia noi che tu. Rispondi quando ti chiamiamo, sii educato, e chiama tutte le volte che hai un problema, o anche solo un dubbio
  6. Alza gli occhi dal telefono, guarda cosa succede intorno a te. Parla con le persone che sono con te, anche se a volte non è facile. E lascialo qualche volta a casa, senza preoccuparti. Puoi stare senza per un po’.
  7. Il rispetto, degli altri e di te stesso, è molto importante: attraverso il cellulare e i social può sembrare semplice deridere o ingannare una persona, pensando forse di scherzare. Ma questo fa anche più male di quando viene fatto di persona, pensaci sempre due volte prima di scrivere.
  8. Stai attento. Non tutto quello che trovi è vero, non tutte le persone che incontri sono buone, non tutti i contenuti fanno bene, anche se ora pensi che tutto è lecito. Attraverso uno schermo è ancora più facile sbagliarsi, farsi del male o anche solo mettersi nei guai. Parliamone tranquillamente e capiamo insieme.
  9. Ricordati che quello che fai rimane, anche se proverai a cancellarlo. Quello che vedi si saprà, quello che posti verrà memorizzato e diffuso, quello che scambi potrà andare ovunque, anche se pensi che non sia così. Domani o tra 10 anni non vorrai pentirti troppo di quello che hai fatto.
  10. Hai aperto una porta su un mondo infinito, pieno di cose fantastiche da scoprire. Qualche volta farai casino, capita, ne parleremo e cercheremo una soluzione. Ma divertiti ad esplorare pianeti nuovi, a scovare cose sconosciute, a imparare ogni giorno qualcosa di straordinario. Crescere è proprio questo!

Di Elena Buccoliero

Faccio parte del Movimento Nonviolento dalla fine degli anni Novanta e collaboro con la rivista Azione nonviolenta. La mia formazione sta tra la sociologia e la psicologia. Mi occupo da molti anni di bullismo scolastico, di violenza intrafamiliare e più in generale di diritti e tutela dei minori. Su questi temi svolgo attività di formazione, ricerca, divulgazione. Passione e professione sono strettamente intrecciate nell'ascoltare e raccontare storie. Sui temi che frequento maggiormente preparo racconti, fumetti o video didattici per i ragazzi, laboratori narrativi e letture teatrali per gli adulti. Ho prestato servizio come giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna dal 2008 al 2019 e come direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati dal 2014 al 2021. Svolgo una borsa di ricerca presso l’Università di Ferrara sulla storia del Movimento Nonviolento e collaboro come docente a contratto con l’Università di Parma, sulla violenza di genere e sulla gestione nonviolenta dei conflitti.

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