Consiglio di lettura 69 “Le tracce fantasma” – Nicola H. Cosentino Minimum Fax 391 pagine.
È partita, a Livorno, la terza edizione dei Libri a Pranzo, questa volta dedicata alla casa editrice Minimum Fax. Questa iniziativa, fatta in collaborazione con la libreria Mondadori e il Movimento Nonviolento di Livorno, si svolge presso la Fiaschetteria da Pilade, luogo storico per la città, dove, agli inizi del ‘900, Pascoli e Carducci, andavano a sorseggiare un buon bicchiere di vino, quando erano insegnanti presso il locale Liceo Classico. Oggi il ristorante accoglie l’arrivo di uno scrittore che, seduto al tavolino con altri commensali, circa una ventina in tutto, discorre insieme a un presentatore del suo libro, di scrittura, di arte, alternando parole a brindisi e scorpacciate di piatti tipici della tradizione labronica, rivisitati sapientemente.
La formula funziona: convivialità, dialogo, comunicazione orizzontale, conoscenza e cultura. Tutto in un clima cordiale e vicino a quelle atmosfere che sono spesso indicate dai maestri della nonviolenza italiana come lo scenario idoneo allo sviluppo di una coscienza e consapevolezza nonviolente, in un proficuo “Colloquio Corale”, dove dal Tu si arriva al Tutti, come ci indica Aldo Capitini.
Nell’occasione, lo scrittore Nicola H. Cosentino, ha risposto alle mie domande, inizialmente, per poi essere sommerso dalle curiosità e dagli interventi dei presenti. Abbiamo parlato di tutto, partendo dal suo libro, una storia originale, scritta con uno stile coinvolgente e articolato.
La vicenda, a grandi linee, è questa: il critico musicale Valerio Scordìa, ex musicista geloso e arrabbiato per il successo enorme del cantante della band dove lui suonava la chitarra, una volta intrapresa la carriera da solista, scopre un giorno che la sua fidanzata storica, Anna, con la quale i rapporti si erano interrotti da anni, è diventata madre. Questa notizia manda Valerio in confusione: non è soltanto il fatto di non aver mai del tutto dimenticato Anna che lo angustia, ma soprattutto, la convinzione che la nuova dimensione di maternità dell’ex fidanzata suona come la definitiva chiusura su una fase della propria vita, sulla fiducia che tutto si sarebbe potuto, in qualche modo, riaggiustare, in un qualche modo si potesse ripartire, riprendere.
Valerio inizia a sognare Anna in fasi diverse della sua vita, anche quando lui non era presente, a ritroso nel tempo, quasi a cercare le tracce per spiegare quello che è successo. Una tale attività onirica lo scombussola e di ciò risente anche il suo lavoro, anche se, in realtà, col passare del tempo Valerio sembra ritrovare un senso più autentico nel rapporto con se stesso, ma anche con la musica, grazie a un nipote che lo raggiunge a Milano, dove lui vive, per partecipare a un provino come cantautore rap o attraverso un’intervista con la pop star del momento.
Libro molto scorrevole, ma mai superficiale, che si snoda attraverso un racconto che alterna toni cupi a situazioni umoristiche, con un andamento generale da commedia amara. E che spinge a interrogarsi sul valore e la forza dei ricordi, su quello che poteva succedere e invece non è stato, su quanto la nostra identità si formi proprio su quegli episodi che rimangono dentro di noi, ma che quasi non ci accorgiamo di possedere, su degli incontri che ci appaiono marginali, mentre sono fondanti e determinanti, solo se osservati da un altro punto di vista.
Un romanzo sulla contemporaneità, sulle nostre illusioni e speranze, con un segno di apertura al possibile raggiungimento di un equilibrio, seppur precario, ma proprio per questo autentico, con se stessi e con gli altri.
Buona lettura!