Con uno stile che mescola sapientemente sonorità dialettali in una lingua italiana piena di ritmo, sincopata, cruda, carnale, l’autore ci conduce nei vicoli di una città in cui tutto è simbolo e verità insieme. ‘Vedi Napoli e poi muori’, nella saggezza popolare si trova il senso di questo luogo che è più di uno spazio dove ambientare, ma è personaggio, motore, desiderio e paura. Città incantata, ma come in ogni magia, c’è quella bianca e quella nera. Tra le strade di Chiaia, Capodimonte, Fuorigrotta si snoda l’amore di Antonio, della Federazione Acqua Storta, con Rosa, figlia del clan rivale, i Musso. Di nascosto, perché la legge del sangue, della violenza, della vendetta è più forte del sentimento. Ci dono le donne, Mariasole Simonetti, il capo di Acqua Storta e Angela Lieto, la madre che ha visto il figlio, Aldo Musso, morire davanti ai suoi occhi. Sono loro a trovare la chiave per uscire da questa spirale di odio e rancore, che spezza ogni affetto e lo rende amaro, come il ragù, che, per una volta, viene scaraventato sul muro della cucina, in un attimo di libertà. Di rabbia e di speranza.
Ci sono gli echi della tragedia di Shakespeare, ma quella è solo la linea orizzontale, dove si infilano le storie di altre voci, come quella in prima persona di Arturo, che osserva le avventure, i riconoscimenti, le bugie, i misteri di un universo criminale che sembra lontano, ma pervade ogni angolo e incontro. Un libro intenso, che si legge tutto d’un fiato, che spalanca lo sguardo su quanto sia facile entrare nel giro sbagliato e come sia quasi impossibile uscirne. Che ti spinge a riflettere su cosa avresti fatto tu al posto dei due amanti, stritolato tra la forza dei sentimenti e le regole scolpite della tua famiglia. O quale mossa avresti scelto per provare a uscire da un destino che per molti è immutabile.
Un romanzo sincero, che trasmette passione e paura per una città e un modo di essere così terribile e meraviglioso. Capace delle più crudeli nefandezze e insieme di azioni generose, altruiste, pure. Di amore per i deboli in una mattina e di disprezzo per li stessi di notte. C’è molto buio in questo libro, tante situazioni avvengono tardi, quando le ombre si infittiscono, i contorni sfumano e un uomo buono può diventare sprezzante e spietato, mentre un senza cuore scoprirsi fragile e indifeso.
Ancora una volta e/o dimostra qualità nella scelta delle opere da inserire in catalogo, questa nella collana Sabotage, diretta da Colomba Rossi e curata da Massimo Carlotto, una delle penne più interessanti, coinvolgenti e nitide del panorama letterario. In questa sezione si trovano testi che affrontano il male, il dolore, che diventa cattiveria, prepotenza, per spingere il lettore a conoscere il nero per diventare consapevole dei rischi e delle trappole del vivere contemporaneo.
Ci risentiamo ad Agosto.
Con questa recensione abbiamo superato un anno e mezzo di consigli letterari.
Evviva!