A/R
Andata e racconto
Appunti di viaggio
Autori vari, Edizioni e/o
Pag. 173
Quando sono stato, a Dicembre scorso, alla Fiera nazionale della piccola e media editoria, ‘Più Libri Più Liberi’ a Roma, spulciando il catalogo delle presentazioni, mi ero subito segnata quella di questo libro. C’erano molte ragioni: innanzitutto la casa editrice, che ritengo una tra le migliori in Italia, poi i nomi di alcuni tra gli autori e le autrici, che, da lettore, avevo conosciuto e apprezzato nelle loro opere individuali.
E poi il tema: il viaggio e il treno.
Di cosa si tratta esattamente? Questo libro è una raccolta di racconti ispirati al viaggio e al treno, anche se, in realtà ce ne sono due che hanno come mezzo di spostamento scelto per la narrazione, il primo una macchina che cerca di raggiungere un luogo di vacanza inoltrandosi nel dedalo delle autostrade italiane e l’altro, un pullman a lunga percorrenza in Colombia. Sono dodici interventi, quattro sono scritti dai vincitori della prima edizione di questo concorso letterario, sviluppatosi durante il 2023, ideato da Ferrovie dello Stato e il Salone del Libro di Torino, gli altri otto da autori e autrici importanti del nostro panorama letterario.
Perché ho deciso di parlarne sulle pagine della rivista Azione Nonviolenta?
Sicuramente per la qualità, l’originalità dei racconti stessi, ma c’è anche un altro motivo.
Ho sempre sentito il treno come un vettore di spostamento nonviolento, soprattutto quando non esistevano quelli ad alta velocità. Il treno raggruppa tanti viaggiatori e toglie veicoli dalle strade, non usa carburante particolarmente inquinante, si muove – o forse meglio, si muoveva – a velocità minori rispetto all’aereo, per esempio e non è sottoposto alla capricciosità della superficie di scorrimento, come avviene per la nave sul mare.
Quindi mi sembrava ancora più calzante con chi, questo consiglio di lettura, dovrebbe leggere per primo, e cioè gli abbonati, i simpatizzanti, i fedeli lettori di questa rivista.
Ma attenzione: sarebbe un errore circoscrivere il possibile interesse per questo libro solo ai nonviolenti o agli amanti del treno. In realtà, passando tra i vari racconti, ci si accorge che viene presentata un’umanità variegata e composita, tra brani più tipicamente narrativi, alternati a racconti più autobiografici o a testi che somigliano di più a trattati o indagini giornalistiche. Ci si trova, quindi, di fronte a un caleidoscopio di personalità, di punti di vista, di dimensioni temporali, di accenti diversi, dal grottesco al drammatico. Eppure, in questa pluralità di interventi, è immediato ritrovare un filo di connessione, un disegno di cornice che racchiude e fonde le diverse interpretazioni, e questo è il raffronto che ognuno di noi ha con lo spostarsi, con il muoversi, con questa dimensione che determina paure o entusiasmi, a volte, anzi forse spesso, mescolati insieme.
L’essere umano è nato nomade, in perenne movimento, per poi decidere di fermarsi, di diventare stanziale, di stabilirsi in luoghi che riteneva ospitali e modificabili.
Ma questo bisogno, a volte collegato al piacere, altre meno, non è mai scomparso dalla nostra esistenza e questo libro, un vero e proprio gioiellino, ci spinge a interrogarci su che tipo di rapporto abbiamo noi lettori e lettrici con il viaggio e con uno dei suoi interpreti principali, il buon caro, vecchio treno.
Buona lettura!
Enrico Pompeo