Servizio Civile Nazionale Universale
Il Movimento Nonviolento sottolinea la positività della proposta del Governo volta a realizzare un Servizio Civile Nazionale Universale per assicurare una leva di giovani per la “difesa della Patria” accanto al servizio militare. Inoltre evidenzia come nella politica di difesa dell’Unione Europea, anche attraverso l’unificazione delle forze armate, si pone l’esigenza di unità e uniformità dei Servizi civili esistenti nei diversi Paesi. Il Servizio civile italiano dovrebbe attivare più stretti legami con l’esistente Servizio Volontario Europeo (EVS). Qui troverebbe, inoltre, piena attualità la proposta di Alexander Langer per l’istituzione di un Corpo Civile di Pace europeo.
Il Servizio Civile Universale è una componente significativa della difesa dei diritti sociali, affermata dalla Costituzione italiana. L’ispirazione dell’”esercito del lavoro”, al quale pensava Ernesto Rossi al confino politico, come strumento decisivo per “abolire la miseria” ci sembra pienamente attuale e sollecitata anche dalla collocazione della proposta nell’ambito della riforma del Terzo settore, affinché l’affermazione “in realtà il primo” non resti pura retorica.
L’obiettivo dichiarato di garantire a centomila giovani all’anno lo svolgimento del Servizio è condivisibile, nella chiara prospettiva di realizzare un Servizio effettivamente universale, cioè accessibile – in quanto diritto e dovere – a tutti i richiedenti.
Il Servizio civile universale deve però mantenere la sua specifica caratteristica di “difesa della patria”, come forma di attuazione dell’articolo 52 della Costituzione (vedi sentenze della Corte Costituzionale).
Il sottosegretario al Welfare Luigi Bobba ha pubblicamente chiesto: “vogliamo che sia ancora legato al principio della difesa non armata della patria?”. Noi rispondiamo certamente di sì, pena lo snaturamento dello stesso istituto, che trova la sua origine nell’obiezione di coscienza, nel servizio civile obbligatorio, prima sostituitivo e poi alternativo al servizio militare. L’articolo 1 della Legge 64/2001 che definisce il servizio civile nazionale come finalizzato a concorrere alla difesa della Patria con mezzi ed attività non militari, non deve essere messo in discussione.
Proprio per questo riteniamo molto pericolosa, e da respingere, la possibilità di coinvolgere gli Enti nel cofinanziamento. La “difesa della Patria” è uno dei fondamenti della Costituzione, di esclusiva competenza statale, e non può essere delegata ad un contratto tra privati (Enti e giovani in servizio).
Sui tempi di svolgimento del Servizio, inoltre, crediamo che non sia bene ridurlo al di sotto dell’anno. Tempi più brevi con eventuale proroga ne complicherebbero la già non leggera gestione. Se mai di fronte a progetti particolarmente impegnativi che hanno richiesto e ottenuto qualificata partecipazione – come il servizio civile nei costituendi corpi civili di pace, delineati nell’ultima legge di stabilità – si pone il tema di un loro prolungamento.
Condividiamo gli altri criteri enunciati, a partire dall’apertura ai giovani non ancora di nazionalità europea. E’ cosa ottima e adeguata alle migliori pronunce di giudici e pratiche di Servizi regionali. La dimensione internazionale è poi da rinforzare anche su base europea, nella prospettiva dei Corpi di pace europei capaci d’intervenire anche al di fuori dei confini continentali.
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Il Movimento Nonviolento, fondato da Aldo Capitini nel 1961, protagonista dell’impegno per il sostegno ed il riconoscimento dell’obiezione di coscienza, è un’Associazione di promozione sociale, iscritta nell’Albo della Regione Veneto, ed è un Ente accreditato per la presentazione di progetti di Servizio Civile.