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Coronavirus, globalizzazione e salute

DiGabriella Falcicchio

Apr 4, 2020
La pandemia da coronavirus sta determinando una febbrile attività nella comunità scientifica internazionale che, sorpresa dalla sua  contagiosità e virulenza, è spasmodicamente impegnata nella ricerca di una terapia efficace. Tutto giusto, straordinario ed encomiabile.
Manca però la riflessione sulle cause.
Anche questa malattia, come le cosiddette Western Diseases (tumori, malattie cardiovascolari, broncopolmonari, neurodegenerative, ecc.) è provocata dal nostro stile di vita, per cui, banalmente, sarebbe sufficiente cambiare lo stile di vita per impedirne l’insorgenza. Semplice.
Ma semplice non significa facile.
Gli studi condotti sul Covid-19 hanno dimostrato che la sua origine è legata a un mercato ittico locale della Cina meridionale di Huanan a Wuhan, provincia di Hubei. Da qui il più singolare e devastante effetto farfalla nella storia della medicina. L’OMS ha confermato l’associazione a questo mercato, da cui il virus nell’arco di un mese si sarebbe diffuso in tutta la Cina favorito dal Capodanno cinese, occasione di grande mobilità umana nel paese. Il 29 dicembre 2019 furono segnalati, nella città di Wuhan, i primi quattro casi di una strana sindrome respiratoria di cui si ignorava l’eziologia, tra persone legate al locale mercato del pesce, da cui partì una fonte secondaria di infezione per trasmissione da uomo a uomo tramite contatto ravvicinato. In seguito se ne constatarono gli elevati livelli di trasmissibilità e rischio di pandemia.
I coronavirus sono virus RNA di natura zoonotica, comuni negli animali ma rari nell’uomo, fra i quali ne erano noti alcuni, SARS e MERS, che avevano già causato due epidemie negli ultimi due decenni. I ricercatori cinesi hanno cercato di individuare precisamente la fonte di infezione del COVID-19 raccogliendo (dal 1° al 12 gennaio 2020) cinquecentottantacinque campioni dal mercato del pesce di Huanan, trentatré dei quali (provenienti da ventidue bancarelle e un camion della spazzatura del mercato) risultati positivi. La ricerca ha anche rivelato come questo mercato fosse solo nominalmente ittico, in realtà comprendeva nella sua parte occidentale, laddove erano concentrati i soggetti positivi, un commercio di specie animali selvatiche, da cui il convinto sospetto del legame dell’epidemia con il commercio di questi animali. Il sequenziamento del genoma virale ha dimostrato il 96,2% di identità con il Bat Cov RaTG13 indicando un progenitore virale comune.
Inoltre simili residui del recettore sono stati riscontrati in altre specie, ipotizzando la possibilità di ospiti intermedi alternativi come tartarughe, pangolini, e serpenti. Un contatto diretto con gli animali ospiti intermedi o il consumo di animali selvaggi sono quindi postulati come principale via di diffusione del SARS-CoV-2. In ogni caso, sia che origini da pipistrelli che da altri ospiti intermedi, il SARS-CoV-2 infetta rapidamente gli esseri umani legandosi con elevata affinità all’ACE2 (Angiotensin-Converting Enzyme2).
Va aggiunto che già nel dicembre del 2015 era stato pubblicato un inquietante articolo, in cui si paventava il potenziale rischio di una sindrome respiratoria acuta severa, la SARS-Cov7, da coronavirus circolanti in popolazioni di pipistrelli. Nell’epidemia da SARS-CoV fu accertato il legame fra gli zibetti di palma e i ceppi di coronavirus riscontrati nelle persone, sulla cui base emerse il paradigma che precisava come questa epidemia fosse originata da virus di pipistrelli, passati negli zibetti e quindi nelle persone che frequentavano i mercati degli animali, anche se un secondo modello sostiene la trasmissione diretta pipistrello-uomo e lo zibetto ospite secondario e serbatoio del perpetuarsi dell’infezione.
Non cambia di molto.
Ugualmente lascia attoniti lo svolgimento di questa pandemia, la prima della nostra generazione il cui meccanismo ha, comunque, una storia antica. Anche le più devastanti epidemie infettive passate e presenti sono provocate dal passaggio dell’agente responsabile da animale a uomo, in definitiva dal rapporto che l’homo sapiens ha instaurato con gli animali dalla nascita della società agricola a oggi trasformandoli in ghiottonerie alimentari, macchine da lavoro, oggetti di divertimento e via elencando.

La riflessione che a questo punto si impone, al di là delle ovvie ragioni etiche, è una nuova motivazione al ripensamento sul nostro rapporto con gli animali, una riflessione resa oggi necessaria nel nostro interesse, in realtà imperativa affinché sia, de facto, giusta. Giusto non è un concetto astratto, bensì concreto, pratico, ben definito, oggettivo e non opinabile. Giusto è ciò che si rivela tale non solo in uno ma in tutti gli ambiti del nostro stare al mondo, semplicemente perché anche noi, come esseri umani, siamo indissolubilmente inseriti in quel complesso sistema costituito dal continuo flusso della vita sulla Terra con la salute che emerge e si mantiene grazie al mantenimento dell’armonia di questa rete. Nessun comportamento può considerarsi giusto (quindi veramente efficace) se mira a proteggere la salute umana affliggendo quella dell’ecosistema. Oggi per di più, dirompente è insorta la globalizzazione, che ci ha fatto scoprire unico popolo su unico pianeta e ha messo a nudo le nostre colpe, la sovrappopolazione, l’inquinamento, la decimazione animale, quel drammatico fenomeno insomma che sta mettendo a rischio non solo la nostra, ma la stessa esistenza della vita sulla Terra così come si è evoluta sino a oggi e che in una parola chiamiamo Antropocene.

Luigi Mario Chiechi
Luigi Mario Chiechi
La salute umana è inscindibile da quella del nostro ambiente in tutte le sue componenti biotiche e abiotiche, perché siamo noi stessi ambiente allorché con l’alimentazione trasformiamo parti di ambiente in parti del nostro corpo e siamo formati da parti di ambiente in virtù del nostro microbiota che ci costituisce (in misura dieci volte il numero delle nostre cellule), indispensabile alla nostra sopravvivenza.
Se non rispettiamo l’ecosistema in quanto tale, almeno dobbiamo rispettarlo perché costretti, se vogliamo mantenerci sani e finanche sopravvivere. In più c’è un’aggravante oggi, non più tollerabile e giustificabile. Gli animali sono anch’essi esseri coscienti e senzienti e non possono esseri reificati per diritto di dominio, una crudeltà non più ammissibile alla luce della non-necessità permessa dallo sviluppo tecnologico, produttivo e scientifico della società postindustriale.
Sia chiaro, dunque: non ci può essere salute umana senza salute ambientale, per cui, se vogliamo garantirci quella dobbiamo proteggere questa. E se non vogliamo farlo per scelta etica, dobbiamo almeno farlo perché ci conviene. In questo senso salute ci riporta al suo significato etimologico di salus, che significa salute, ma anche salvezza, e che poggia saldamente su un concetto universale e perenne, quello di rispetto, un concetto neanche medico quindi: se rispettiamo la nostra biologia, gli altri esseri viventi, l’ambiente, tutto diventa meravigliosamente semplice, automatico, naturale.
Ma si tratta di attuare una rivoluzione culturale. Lo sforzo richiesto è quello di inserire il nostro modo di vivere in una nuova cornice concettuale che superi vecchi comportamenti partoriti da una cultura che considerava legittima la devastazione del territorio e la reificazione delle altre specie, attingendo invece in maniera saggia alle risorse positive della società tecnologica con la costruzione di una nuova visione che ci liberi anche da queste malattie. La malattia nasce da una distorsione culturale, non ne siamo condannati, non ci colpisce all’improvviso né ci piove dal cielo. Essa è provocata da noi e dal nostro modo di vivere, una scoperta recente, la più grande della medicina moderna, com’è stata definita da Denis Burkitt, il celebre patologo, scopritore del linfoma che porta il suo nome.
Anche per questo, affidiamoci con fiducia ai medici per la cura, ma il mantenimento della salute è responsabilità nostra.
Riferimenti scientifici per chi voglia approfondire:
Infect Dis Poverty. 2020 Mar 17;9(1):29. Epidemiology, causes, clinical manifestation and diagnosis, prevention and control of coronavirus disease (COVID-19) during the early outbreak period: a scoping review. Adhikari SP, Meng S,et al.
Chinese Center for Disease Control and Prevention. 585 environmental samples from the South China Seafood Market in Wuhan, Hubei Province, China. 2020. http://www.chinacdc.cn/yw_9324/202001/t20200127_211469.html.
Military Medical Research. (2020) 7:11 The origin, trasmission and clinical therapies on coronavirus disease 2019 (COVID-19) outbreak – an update on the status. Y-R Guo, Q-D Cao et al.
Nature Medicine. Vol 21, N12 1508-14. A SARS-like cluster of circulating bat coronaviruses shows potential for human emergence. VD Menachery, BL Yount jr et al.

Di Gabriella Falcicchio

Ricercatrice presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bari, Dipartimento di Scienze Pedagogiche e Didattiche, responsabile del Centro Territoriale Pugliese del Movimento Nonviolento.

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