I ragazzi dell’ENEL li trovi dappertutto a Faenza!
Con la loro divisa e-distribuzione, con il caschetto a volte o senza, non c’è angolo della città alluvionata dove non li trovi.
Sono davvero tantissimi in quanto sono venuti da tutt’Italia ad aiutarci!
Stavolta l’ENEL ha fatto le cose in grande: interrogando il ragazzo che mi è venuto a sostituire il contattore del fotovoltaico – meno di un’ora fa – mi dice:
“È una grande azienda per cui in queste occasione non bada a spese e a mezzi, mentre nella normalità la si percepisce solo per la burocrazia.
Quindi in caso di catastrofi si mobilita tutta!
Pensa che a Modigliana sono andati a portare i pali della luce e i generatori con gli elicotteri e non si contano i viaggi che sono stati fatti al costo di 40 mila euro l’uno.”
“Quando è scoppiata l’emergenza lavoravo dalle 7 della mattina fino a mezzanotte poi domenica ero di riposo, che faccio?
Mica me ne sto con le mani in mano: un amico di Sant’Agata aveva bisogno e sono andato anch’io a spalare il fango!”
Sono rimasto meravigliato dalla loro efficienza: apri il guasto al mattino e già al pomeriggio ti mandano qualcuno.
Niente voce meccanica che ti risponda – a parte i primissimi passi – all’ottocentotrecinquecento, ma gente disponibile a risolvere il tuo problema perché bisogna portare la luce dappertutto!
Questa è la loro missione: ti spiegano tutti i passi di loro competenza con grande dedizione.
Basta però non pretendere l’impossibile!
Per cui alla veemente protesta di una cittadina che non è neppure stata alluvionata, ma solo le è andata via la luce, le si risponde:
“Abbiamo dato la precedenza alle persone attaccate ai respiratori, se lei vuole fare il cambio con loro, poi noi veniamo subito da lei!!!”
Che meraviglia di ragazzi!!!
Corso Saffi è ormai un cantiere aperto dall’alluvione e tutt’oggi ci sono polizia, protezione civile e autobotti degli spurghi in ogni dove.
Mi fermo una domenica davanti a un negozio di abbigliamento che ha esposto davanti alla sua vetrina la sua merce alluvionata ma non troppo…
Denis è lì fuori e mi racconta la sua storia:
Dopo che avevano tirato fuori la merce dal fango del magazzino, grazie alla disponibilità di qualcuno delle case vicine che ha messo a disposizione un cortile, avevano creato questa specie di catena del risciacquo composta da persone sedute in terra messe in circolo, ognuna davanti aveva una bacinella dove risciacquava gli articoli per poi passarli alla bacinella successiva.
C’era qualcuno che teneva sempre pulita l’acqua delle bacinelle in modo che venisse sgrossata la roba sporca e che venisse tolto il fango più grosso e più pesante, cosicché gli indumenti potessero essere lavati in lavatrice da persone generosamente disponibili che avevano la corrente; lavavano facevano asciugare e riportavano il tutto pulito.
La presenza e il lavoro della mamma – che ha avuto fra l’altro un piccolo infortunio essendo scivolata nel fango e picchiando con il naso – e delle sue dipendenti è stato determinante.
Mi colpisce molto il suo racconto, la gentilezza, la sua passione, la voglia di non arrendersi e la sua profonda umanità.
E mi piace l’idea di contribuire anch’io nel mio piccolo comprando una maglietta alluvionata.
Quel gesto si tramuta in qualcosa di dirompente per me e per lui.
Quello che per me era una cosa naturale, commuove nel profondo Denis e mi lascia stordito dall’emozione e dalla commozione.
Lo saluto, promettendo che ripasserò a trovarlo,