Molti, è vero, hanno subito sollevato le solite, scontate obiezioni: non è così che si risolvono i problemi, allora chiunque può smettere di pagare le bollette eccetera eccetera.
In realtà il cardinale ha raggiunto il suo obiettivo: non solo l’energia elettrica ora è disponibile, ma il caso del palazzo occupato è entrato nell’agenda politica e si può cominciare a discutere sui possibili interventi. Chi vive nel palazzo è disposto a pagare la bolletta, purché la tariffa sia quella stabilita per le abitazioni e non per le aziende; i proprietari del palazzo vorranno la disponibilità del palazzo ma c’è da tener conto delle famiglie che vi hanno trovato rifugio e tocca alle autorità politiche trovare una via d’uscita; insomma, il caso è posto. Il cardinale, dal canto suo, ha agito in modo esemplare: ha lasciato vicino ai sigilli violati il biglietto da visita ed è pronto a sostenere le conseguenze legali del suo gesto. In perfetta linea con l’etica della disobbedienza civile.
A Londra, intanto, non sono passati inosservati i sit-in di Exinction Rebellion (in sigla XR), movimento che si batte sul tema dei cambiamenti climatici, e ha disturbato, grazie a centinaia di attivisti, le normali attività della Borsa e la vita urbana, occupando incroci e piazze, listando a lutto le insegne di alcune grandi corporation. Il tutto sopportando le conseguenze del caso: soprattutto fermi di polizia. E’ stata una protesta nonviolenta, coordinata, ripetuta, chiara nelle motivazioni e nelle richieste, una protesta che continuerà. Extinction Rebellion, col suo stile pulito e nonviolento, sta facendo breccia. Nei giorni scorsi il parlamento britannico ha dichiarato solennemente lo “stato di emergenza climatica”, come richiesto da Extinction Rebellion: non è un atto impegnativo per il governo britannico, ma un primo segno che l’agenda politica sta cambiando.
I media italiani hanno seguito con distrazione l’esperienza di XR, ma non è escluso che il movimento faccia proseliti anche nel nostro paese: il 24 maggio è in programma una mobilitazione internazionale del movimento sui cambiamenti climatici (inclusi i ragazzi di Fridays for future) e sarà una buona occasione per capire se sta davvero cominciando una nuova stagione di disobbedienza civile di massa. Sarebbe necessario.