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Due racconti per parlare ai bambini di violenza familiare

DiElena Buccoliero

Dic 20, 2018

Che quello che sta succedendo non dipende da loro, non è per loro colpa o mancanza, sono i genitori, in questo momento, a non saper fare di meglio. Nemmeno proteggerli: troppo impegnati nella loro relazione difficile mettono in secondo piano, loro malgrado, il benessere dei bambini.

Con queste intenzioni nascono due storie per ragazzi, “Papà di sole e papà di tempesta” (ed. meridiana, 2015, solo e-book), che ho curato insieme all’illustratrice Giulia Boari, e “Possiamo tenerlo con noi?” (ed. Matilda, 2018), di Maria Grazia Anatra, illustrato da Serena Mabilia.

È stato bello presentarli insieme, il 17 dicembre, al Centro per le Famiglie di Forlì in un incontro organizzato dal Centro Antiviolenza, e ritrovare comunanze e differenze tra le narrazioni.

Maria Grazia insegna lettere da molti anni e ha lavorato in una casa editrice per ragazzi. Il suo percorso inizia, quindi, dalla scrittura e dalla relazione con i tanti bambini e ragazzi che ha accompagnato negli anni della scuola. Il confronto con una psicologa del Centro antiviolenza di Lucca, la sua città, le ha fornito indicazioni preziose sulle emozioni dei bambini testimoni di violenza e lei le ha riportate sulla pagina, in una trama che si snoda prevalentemente dopo la scelta della mamma di allontanarsi dal compagno violento e mette a fuoco il rapporto madre-bambini.

Per me, che pure ho già scritto per l’infanzia ma in modo non strutturato, l’esigenza nasce dall’ascolto di tanti ragazzi e ragazze che nelle aule del Tribunale per i Minorenni mi parlano della loro storia familiare. Pensando a loro ho sentito che non mi bastavano i saggi, gli articoli, le campagne di sensibilizzazione cui pure mi dedico per far comprendere l’impatto della violenza sui figli. Avevo bisogno di parole bambine e ho scelto la favola, in una trama centrata sul rapporto padre-figli mentre la convivenza tra genitori e bambini è ancora in atto. Anche per me è stato essenziale cercare parole per le emozioni dei bambini, con un tocco di magia – uno specchio magico – e nel finale un cenno di speranza: il papà andrà da una persona “che fa il mestiere dell’ascolto”, capirà da dove nasce la tempesta, imparerà a contenerla. I suoi figli ritroveranno il sorriso.

Due storie con molti punti in comune quindi, e qualche ulteriore differenza. Quella di Maria Grazia adatta ai ragazzi delle scuole medie, realistica, e pubblicata in volume. La mia pensata per bambini delle scuole elementari, fiabesca, disponibile per ora soltanto in e-book. Entrambe materiale per laboratori con i ragazzi: Maria Grazia ha iniziato dopo la pubblicazione, io nel 2013, ancor prima di cercare un editore, per assicurarmi che la favola fosse adatta e comprensibile ai lettori, finendo poi per arricchirla con i loro suggerimenti.

Scritti e disegni dei bambini ne ho raccolti, numerosi, durante questi anni di laboratori e in parte li ho analizzati, grata per la profondità, la bellezza e l’ingegno delle narrazioni. Alle amiche psicologhe che dubitavano i bambini potessero capire, agli insegnanti che temevano di svolgere l’incontro per la delicatezza del tema, gli alunni hanno mostrato ogni volta la capacità di comprendere e affrontare emozioni difficili come la paura, l’impotenza o la rabbia giocandoci dentro e trasformandole in fiaba. Rare volte, anche, raccontando di sé, facendo emergere problematiche fin lì sommerse, nell’emozione del gruppo che ascoltando dà forza e si fa più forte.

Un’analisi dei laboratori su “Papà di sole, papà di tempesta” è contenuta in “Proteggere i bambini dalla violenza assistita – vol. I. Riconoscere le vittime” (ed. Franco Angeli, 2018).

Scarica QUI la scheda del laboratorio su “Papà di sole e papà di tempesta”

Di Elena Buccoliero

Faccio parte del Movimento Nonviolento dalla fine degli anni Novanta e collaboro con la rivista Azione nonviolenta. La mia formazione sta tra la sociologia e la psicologia. Mi occupo da molti anni di bullismo scolastico, di violenza intrafamiliare e più in generale di diritti e tutela dei minori. Su questi temi svolgo attività di formazione, ricerca, divulgazione. Passione e professione sono strettamente intrecciate nell'ascoltare e raccontare storie. Sui temi che frequento maggiormente preparo racconti, fumetti o video didattici per i ragazzi, laboratori narrativi e letture teatrali per gli adulti. Ho prestato servizio come giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna dal 2008 al 2019 e come direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati dal 2014 al 2021. Svolgo una borsa di ricerca presso l’Università di Ferrara sulla storia del Movimento Nonviolento e collaboro come docente a contratto con l’Università di Parma, sulla violenza di genere e sulla gestione nonviolenta dei conflitti.

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