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Egregio Presidente Napolitano…

Diadmin

Mag 12, 2014

Pubblichiamo volentieri questa lettera che l’amico Sergio Albesano di Torino ha scritto al Presidente Napolitano.

Egregio Presidente,

la pace è l’unico valore veramente rivoluzionario, perché costringe a riconsiderare tutte le categorie del vecchio mondo che è stato costruito sulle macerie delle guerre. Essere costruttori di pace oggi significa obiettare al sistema di guerra e alle spese militari.

Io voglio essere un cittadino obbediente alla Costituzione italiana, scritta subito dopo il flagello del secondo conflitto mondiale e proprio per questo tesa al ripudio della guerra. È la stessa Costituzione che ci indica che la nostra Repubblica è fondata sulla forza del lavoro. Lo dice l’articolo 1, mentre l’art. 11 dice che l’Italia ripudia la guerra. Tra il primo e l’undicesimo ci sono dieci articoli fondamentali della nostra carta costituzionale su altrettanti valori fondanti: la giustizia, la libertà, la salute, l’educazione, ecc. Questo significa che i lavoratori devono costruire le condizioni per la dignità della vita di tutti coloro che vivono nel nostro Paese e che la guerra e la sua preparazione sono l’unico vero disvalore da espellere per sempre dal contesto sociale e civile.

Per tutto questo non comprendo perché la festa della Repubblica, che ricorre il 2 giugno, venga celebrata con le parate militari, la sfilata della armi, la mostra degli ordigni bellici. È una contraddizione divenuta ormai insopportabile. Questo è il ripudio della Costituzione, non della guerra. È il rovesciamento della verità.

Il 2 giugno ad avere il diritto di sfilare sono le forze del lavoro, i sindacati, le categorie delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini con le madri e i padri, le ragazze e i ragazzi del servizio civile. Queste sono le forze vive della Repubblica; i militari hanno già la loro festa, il 4 novembre, che ricorda “l’inutile strage” della prima guerra mondiale, come disse papa Benedetto XV.

A lei, Presidente della Repubblica, chiedo di abolire la parata militare del 2 giugno, anche per rispettare la necessità di risparmio economico (nel 2011 costò quasi dieci milioni di euro). Inviti invece i giovani disoccupati e i pensionati come rappresentanti del popolo italiano in sofferenza. È un vero e proprio scandalo che mentre si impongono pesanti sacrifici a tutti, il parlamento e il governo stiano confermando l’enorme spesa per l’acquisto dei cacciabombardieri F35.

Il 2 giugno voglio celebrare l’Italia che “ripudia la guerra”.

Cordiali saluti.

Sergio Albesano

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