L’attuale epidemia del “Coronavirus” ci preoccupa ed è noto che essa è partita dalla Cina.
Da quel luogo sono partite anche altre epidemie: Asiatica del 1957; Sars del 2002; Aviaria del 2005; Suina del 2008: tutte di origine animale, dal soggetto selvatico all’allevato intensivo!
Nessuno ha dimenticato la pandemia “Spagnola” del 1918 , perché fece oltre 50 milioni di morti complessivamente; conviene quindi soffermarci sull’origine della Spagnola per capire l’iter delle epidemie in generale.
La Prima Guerra Mondiale durava da 4 anni; i soldati le popolazioni erano stremati da fame, fatiche, ed ambienti infetti e disastrati. La Spagnola fu riscontrata inizialmente negli Stati Uniti, sembra, veicolata da militari cinesi intruppati nell’esercito statunitense.
Subito dopo essa passò in Francia tramite le forze statunitensi e si diffuse rapidamente ovunque, favorita da situazioni umane ed ambientali estremamente debilitate. Sotto accusa furono i maiali allevati in Cina, i quali trasmisero il virus “Spagnola” agli umani.
Se pensiamo alle condizioni di povertà della Cina in quei tempi, possiamo capire le precarie condizioni igieniche, abitative di-e-con gli allevamenti. Però non comprendiamo per quale motivo le recenti epidemie (Asiatica, Corona Virus…) siano partite dalla Cina, dato che questo Paese sta godendo da anni crescente ricchezza economica (PIL 10% circa), con orgogliosa ricerca di primato economico mondiale. Però, un Pil così elevato significa libertà di inquinare e disinteresse per l’Ambiente; ma non solo! La Cina attuale ha molte sacche di povertà e arretratezza economica. Queste sacche sono serbatoi di manodopera a basso costo alle dipendenze di un’oligarchia partitica, paradossalmente comunista/capitalista. E’ evidente che tale sistema dirigenziale, spinto al successo economico, non tollera i Diritti Umani e la libertà di parola nel popolo; questo facilita gli affari commerciali con imprenditori stranieri. Vengono , tra altro, represse etnie di minoranza
fino dai tempi di Mao a danno dei Tibetani ed ora degli Uiguri: per tutti c’è la prigione e la tortura “rieducativa”. Considerando che la popolazione cinese è di circa 2 miliardi con enorme bisogno energetico, è facile intuire che pure gli Animali da reddito vengono trattati grossolanamente (polli, maiali, cani, serpenti … e anche orsi), con il risultato che i virus si sviluppano nelle sedi di allevamento, macellazione e commercio.
Quanto finora spiegato dimostra che lo sfruttamento animale comporta effetti talvolta devastanti su Animali, Umani e Ambiente. Questo problema non riguarda soltanto la Cina: anche l’Europa ha questo tipo di problemi !
In Italia compare l’Aviaria quasi ogni anno nella Pianura Padana dove c’è la più alta concentrazione di allevamenti avicoli. Raramente questa Aviaria viene registrata dai Media quando il virus è leggero, ma il pericolo di trasmissione dell’infezione agli umani resta continuo.
Comunque, periodicamente migliaia di polli ammalati di Aviaria vengono “prudentemente” gasati e sotterrati all’insaputa dei cittadini.
Per le galline ovaiole esiste una legge europea che vieta il loro allevamento in batteria a partire dal 2012. In batteria, esse sonostressate e a rischio di Aviaria. Ancora oggi l’80% di questi allevamenti in Italia sono in batteria (fonte LAV). Si può controllare il vero nei negozi sotto casa!
Ci sono pericoli di contagio virale anche per i mammiferi (maiali, mucche, conigli …) in allevamento intensivo a causa di maltrattamenti da parte di operatori, veterinari compiacenti e per carenza di controlli.
E’ il caso di un allevamento di maiali in Pavia, dove in questo mese di febbraio è stata fatta un’ispezione documentata pure in TV (Iene). C’erano maiali morti ed abbandonati, topi e liquami sparsi ovunque.
Un altro fatto, rilevato recentemente in Robecco d’Oglio (Cremona) dai Carabinieri Forestali di Brescia con il supporto delle telecamere di “Piazza Pulita”, ha mostrato vacche da latte in agonia e lasciate morire; fosse comuni; condizioni igienico-sanitarie raccapriccianti con bovini malati tra escrementi e vermi; cisterne da latte invase da blatte; animali morti e abbandonati come nel caso di Pavia. Si potrebbe citarne altri!
Da questa riflessione si evince che i controlli igienici in allevamenti in qualsiasi parte del globo non sono sufficienti, né garantiti e che i virus si propagano da questi ambienti quando sono malsani o sovraffollati.
Se aggiungiamo la crisi ecologica in atto con i ben noti sconvolgimenti ambientali a livello globale, dobbiamo riconoscere che l’equilibrio biologico naturale non è più stabile e ciò indebolisce la resistenza fisiologica di Umani, Animali domestici/selvatici e Ambiente. Ciò consente una periodica presenza di virus noti, ma anche l’eventuale insorgenza di virus sconosciuti sui quali non è garantito trovare un vaccino in tempo utile (vedi il Coronavirus, per il quale non c’è ancora un adeguato vaccino di contrasto).
Se comparisse un nuovo virus forte al quale non si potesse opporre adeguato vaccino, un’epidemia (epi=sopra) locale potrebbe rapidamente trasformarsi in una pandemia (pan=tutto) mondiale e forse mortale, come successe con la Spagnola. Allora, diventa più necessario, ovvio e conveniente ripensare eticamente il rapporto umano con gli Animali, piuttosto che sbandierare vaccini, panico e mascherine!
In conclusone, il miglior modo per garantire salute ad Umani, Animali ed Ambente è di ridurre drasticamente gli allevamenti ovunque per ordine delle autorità e di controllare i rimanenti, optando per uno stile di vita nonviolento e possibilmente non carnivoro.
Bassiano Moro
bassianoblog.wordpress.com –
mobassATemail.it –
Bassano del Grappa
Le stesse argomentazioni si ritrovano in un articolo di Mario Tozzi (La Stampa 04/03/2020)
Violentando la natura violentiamo noi stessi e non vogliamo ammetterlo.