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Europa: Intervista a Yasmine Ouirhrane

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Mag 3, 2019

Schietta, senza paura e fonte di ispirazione: Yamine Ouirhrane ha ottenuto il premio di Giovane Europea dell’Anno, finalizzato al riconoscimento dell’apporto di un eccezionale contributo alla comprensione dei valori europei a livello internazionale. Cittadina italiana e studentessa di una prestigiosa scuola politica in Francia, Yasmine, a 23 anni, è già impegnata nel configurare un’Europa di pace e piena di speranze. I suoi numerosi progetti promuovono eguaglianza di genere, maggiori opportunità per i rifugiati e la rappresentanza dei giovani provenienti da gruppi vulnerabili.

Mentre le politiche identitarie vengono crescentemente sospinte dai movimenti populisti in un tentativo di dipingere l’immagine di singole identità nazionali, la potente visione di Yasmine di un’Europa unita nella diversità è una minaccia a tale mito. Noi l’abbiamo conosciuta dal vivo a Bruxelles proprio il giorno della consegna del premio a latere del COMEM dell’European Youth Forum. Qui di seguito vi proponiamo, in traduzione italiana, la bella intervista che Madelaine Pitt del The New Federalist le ha fatto prima della cerimonia, mentre il suo discorso ufficiale alla consegna del premio lo troverete pubblicato nel numero di Azione nonviolenta dedicato all’Europa.

Madelaine Pitt: Congratulazioni per essere stata scelta come Giovane Europea dell’Anno 2019! Qual’è stata la tua prima reazione quando hai saputo di essere la vincitrice di quest’anno?

Yasmine Ouirhrane: Gioia! Ero sorpresa, soprattutto perché è stata una vittoria piena di “prime volte” – sono la prima italiana a ricevere il premio, per esempio! Ero felice che il duro lavoro e l’impegno che impiegato nel corso degli anni fossero riconosciuti a tale livello. Per me è stata però più una vittoria simbolica che personale. Una vittoria che dimostra un’assunto non banale: essere diversi non ti ferma dall’essere parte della società.

Madelaine Pitt: L’assegnazione del premio viene decisa dalla Schwarzkopf Foundation Young Europe. Una delle principali ragioni per cui ti hanno scelta come vincitrice è, riporto, il tuo “impegno per l’uguaglianza di genere e per le pari opportunità di partecipazione per i migranti in Europa”. Puoi dirci qualcosa in più su come sei arrivata ad essere coinvolta in queste cause?

Yasmine Ouirhrane: Sono una giovane donna orgogliosa che ha lottato per arrivare alla posizione nella quale mi trovo oggi. Sono cresciuta in una società dove i giovani, specialmente le ragazze, non raggiungono posizioni di leadership e volevo che questo cambiasse. Ho cominciato facendo volontariato nei quartieri poveri di Grenoble, la città francese dove mi sono trasferita quando avevo 16 anni, collaborando con le associazioni locali e impartendo lezioni private. Ma sentivo che i giovani che stavo cercando di aiutare necessitavano di essere rappresentati a livello politico; e questo è il motivo per cui ho cominciato ad impegnarmi al Parlamento Europeo quando venni selezionata nel 2017 per l’European Youth Convention.

Per la prima volta, potevo dibattere sulle questioni più delicate e importanti riguardo l’Europa, e capire perché alcune persone sono spaventate dalla diversità e dalla migrazione; e allo stesso tempo come si preoccupano di questioni come il terrorismo, la disoccupazione giovanile e la corruzione. Ho capito che la mia voce era cruciale perché potevo essere capace di rappresentare le minoranze che altrimenti non sarebbero presenti a questo livello. Quando più tardi ho ottenuto l’opportunità di rivolgermi al pubblico a New York, Nairobi e Parigi, il mio messaggio è stato questo: “Sono una persona giovane proveniente da ambienti senza privilegi, che ha voluto alzarsi in piedi per le donne, per i migranti e per la diversità in Europa. Questo è chi sono e questo è il motivo per cui lotto per quello che lotto”.

Madelaine Pitt: Recentemente hai aiutato ad organizzare la YO!Fest a Strasburgo, un evento mirato ad impegnare i giovani nella politica. Quanto dovrebbe essere importante il ruolo dei giovani nel configurare il futuro dell’Europa?

Yasmine Ouirhrane: Estremamente importante, perché noi siamo il futuro. Ma non siamo seduti al tavolo dei negoziati. Quando le decisioni vengono prese per noi, non siamo presenti. Questo è il motivo per cui sono diventata membro dell’European Youth Advocacy Team dello United Network of Young Peacebuilders. Questa rete ha giocato un ruolo guida nel riconoscere il ruolo dei giovani nei processi di costruzione della pace. La pace non è solo assenza di guerra. Certo parliamo di pace nelle zone di conflitto, ma anche in Europa abbiamo bisogno di più pace! Abbiamo bisogno di coinvolgere i giovani perché siamo più resilienti, è più facile per noi produrre un cambiamento, noi osiamo di più, siamo sognatori, noi ci crediamo. Coinvolgerci è cruciale.

Madelaine Pitt: Questa è una risposta potente! Tornando al tuo coinvolgimento in prima persona, sei già un membro del programma Young Leader Women Deliver, che mira a raggiungere l’eguaglianza di genere e migliorare la qualità della vita delle donne, e hai recentemente partecipato all’Emerging Women Leaders Lab presso le Nazioni Unite a New York – penso che sia possibile dire che sei un’attivista veramente internazionale! Guardando alla situazione nell’UE, la diseguaglianza di genere rimane ancora un problema grave, con il gap negli stipendi delle donne stagnante al 16%, mentre la violenza di genere è “diffusa, grave e sottostimata’’ secondo il Report della Commissione del 2018. Fino a che punto la lotta per l’eguaglianza di genere è internazionale, fino a che punto è europea, nazionale, e locale?

Yasmine con Daniele Taurino del MN

Yasmine Ouirhrane: Sono onorata di far parte del programma Young Leader Women Deliver. Questa esperienza mi ha fornito l’opportunità unica di parlare alla Assemblea Generale dell’ONU, accanto all’ex primo ministro dell’Australia Gillard e al ministro francese per l’eguaglianza di genere Schiappa. Mentre l’eguaglianza di genere è un problema globale, le donne in aree diverse vivono tipi differenti di discriminazione. Come donna europea che lavora in Francia, qualche volta incontro la discriminazione sul lavoro basata sul mio aspetto fisico o per causa delle mie scelte di vestiario; ma quando viaggio per il Medio Oriente o per andare in Nord Africa, da dove mio padre viene, assisto comunque a discriminazioni di genere, ma per altre ragioni, legate all’isolamento tra uomini e donne che influenza il comportamento sociale in queste comunità.

Quindi il contesto conta immensamente: sebbene si tratti di un problema tanto globale quanto locale, dobbiamo considerare le specificità di ogni società, anche all’interno dell’Europa. Ad ogni modo, questo non significa che non possiamo mostrare solidarietà verso le donne di altre società e unire le forze. Seguendo la Convenzione dei Diritti Umani, l’eguaglianza è un nostro diritto e abbiamo bisogno di lottare per essa a livello europeo, tenendo in conto le differenze nazionali e locali.

Madelaine Pitt: Molte persone dicono che l’Europa non ha reagito adeguatamente alla crisi dei rifugiati. Incoraggiati dai media, spesso vediamo la questione un po’ semplicisticamente e discutiamo su quali paesi possono e dovrebbero accettare un numero X di rifugiati. Si può dire che il tuo lavoro mostra che la questione è molto più sfumata, e che il dibattito sui rifugiati è legato a come dimostriamo solidarietà e forniamo opportunità? Dal tuo punto di vista l’Europa ha mostrato abbastanza solidarietà?

Yasmine Ouirhrane: La crisi è una crisi perché facciamo davvero tanta fatica a trovare un accordo. Quando si tratta di affermare chiaramente i valori europei che condividiamo, se l’Europa fosse stata più chiara su questo argomento, l’Europa sarebbe morta, perché la realtà è che le persone hanno paura dei rifugiati. La crisi finanziaria, soprattutto nel mio paese, l’Italia, ha avuto un impatto pesante sulla popolazione. Ci sono poi anche i movimenti populisti che stanno prendendo il potere. Dunque, finanziariamente, siamo deboli; politicamente, siamo deboli. Inoltre, al livello internazionale, ci troviamo in una posizione molto vulnerabile a fronte del contesto geopolitico.

Questo è il motivo per cui le persone tendono di più a credere che i rifugiati sono pericolosi, che arrivano per rubarci il lavoro; questo è il discorso principale in Italia oggi, perché quando le persone sono spaventate, i politici alimentano le loro paure. Quindi la risposta europea non può essere chiara perché in questa congiunzione molto sensibile con tutto l’euroscetticismo esistente, l’Europa morirebbe.

Madelaine Pitt: Parliamo dei movimenti populisti che hai menzionato. Sei stata davvero esplicita nel contrapporti ad essi. Ora, le elezioni europee sono giusto dietro l’angolo. Le due cause dell’eguaglianza di genere e del trattamento dei rifugiati, che sono chiaramente quelle davvero vicine al tuo cuore, come influenzeranno il dibattito e quale sarà la loro rilevanza nei termini della progressione dei movimenti populisti?

Yasmine Ouirhrane: L’estremismo inizia sempre con un’ideologia e in Italia, nel secolo scorso, siamo stati testimoni del fascismo. Sono cresciuta con la sensazione che dobbiamo essere davvero molto consapevoli di queste ideologie che possono guidare verso l’odio; e la storia ha dimostrato come si può arrivare al genocidio. Per prevenire questo, ho sempre combattuto contro il razzismo, che ho vissuto nelle prime fasi della mia vita; quando mia madre decise di sposare mio padre, entrambi si scontrarono con una grande quantità di discriminazioni. È una questione molto personale che ha avuto un impatto sulla mia famiglia sin dall’inizio, ma io ne ho fatto la mia forza.

In Italia, pensavamo che il fascismo fosse finito; invece sta tornando. Abbiamo alcuni partiti che stanno tentando di conquistare seggi alle elezioni europee, proponendo politiche veramente oltraggiose. Quindi sì fa paura, ma questo mi motiva soltanto di più a sostenere quello che sostengo: la pace, i diritti umani e il principio di legalità. Così mi alzo e dico: “sono europea e ho un posto nella società, sono in Italia e ho un posto nella società, sono donna, sono cittadina, sono una persona, e mi aspetto di essere rispettata per questo”.

Madelaine Pitt: Queste molteplici sfaccettature della tua identità sembrano essere delle forze trainanti per il tuo lavoro. In contrasto, molta retorica di estrema destra sembra concentrarsi nell’imporre una visione ristretta dell’identità, una singola identità nazionale. Forse non è sorprendente che ci sia uno scontro di idee in questo ambito…

Yasmine Ouirhrane: Nel momento in cui sono stata annunciata come vincitrice del premio Giovane Europea dell’Anno, ho ricevuto centinaia e centinaia di commenti rabbiosi, minacce e insulti. Le persone mi dicevano che ero un’araba, non un’europea – e in realtà l’ho trovato divertente! Sapevo che sarebbe accaduto perché ancora mi accade quotidianamente di essere discriminata in molti modi differenti nella mia vita. Ma la grande quantità dei commenti rabbiosi mi ha permesso di mostrare a tutti che abbiamo bisogno di opporci all’odio. Per me, è sempre stato evidente che abbiamo bisogno di lottare, ma per altri che non lo sperimentano così personalmente, è difficile da spiegare.

Negli ultimi anni ho pensato molto alle mie identità multiple. Sono molto sicura di chi sono e del fatto che ho un posto nella società e trovo triste che gli altri non lo riconoscono. Sono un’italiana, ma non dovrei dover provare che sono un’europea di origine per essere considerata europea. Se tu sei nato in Europa, se ti senti europeo, anche se come nel mio caso i tuoi genitori provengono da altrove, se tu condividi i valori europei, sei europeo. Questo è il mio messaggio – certo, sono ancora italiana e sì mangio la pasta ogni giorno – ma tutti noi abbiamo qui un posto nella società, anche se non tutti lo riconoscono.

Madelaine Pitt: Proseguendo su questa idea dell’identità europea, questo è qualcosa di davvero rilevante nel dibattito corrente sulla Brexit. Recentemente tu hai espresso su Twitter supporto ai gruppi per la campagna anti-brexit incluso Our Future For Choice (sono davvero contenta di vedere questo, in quanto è uno di quelli di cui faccio parte). Per me, anche il dibattito attorno alla Brexit è in fondo a proposito dell’identità, più di quanto lo sia di economia o politica, con molti britannici che non si “sentono” europei. Fino a che punto possiamo realmente dire che esiste qualcosa di definibile come “identità europea” e se ce n’è una, quante persone in Europa investono davvero in essa?

Yasmine Ouirhrane: Questa è una delle principali sfide per l’Europa – ci manca un’identità comune. Non condividiamo una lingua comune, a parte l’inglese come lingua franca. Sono d’accordo che la Brexit ha molto a che fare con la questione identitaria, ma anche con la migrazione; molti italiani ed altri sono andati nel Regno Unito per lavorare e studiare, e i britannici a volte si sono sentiti travolti, specialmente in tempi di crisi. Ma è importante rafforzare l’identità europea.

Madelaine Pitt: Come?

Yasmine Ouirhrane: Penso che il programma Erasmus sia essenziale. La possibilità di passare del tempo studiando all’estero è qualcosa che non dimentichi mai. Sono in un programma a doppio titolo di laurea con l’Università di Torino, ma visitare il mio paese effettivamente in quanto studente Erasmus mi ha consentito di sentirmi davvero europea. Però, i giovani che intraprendono tali programmi sono una minoranza, quindi dovremmo promuoverlo, e questo vale anche gli scambi già dalle scuole superiori.

Anche gli eventi giovani sono importanti, come l’European Youth Event, e lo scorso anno ho aggiungere un di più di “diversità” a quest’evento. Abbiamo ottenuto i fondi dal Parlamento Europeo per consentire ai giovani provenienti da ambienti difficili di partecipare perché, anche se si tratta di un evento aperto, le uniche persone che vengono sono coloro che possono permetterselo. Ho fatto in modo di sponsorizzare 30 persone e molte di loro avevano un passato migratorio, tutti nati e residenti in Italia e Francia. Alcuni di loro si sono sentiti europei per la prima volta. Quindi abbiamo bisogno di eventi della gioventù più inclusivi dove i giovani di tutte le provenienze possano parlare ed essere ascoltati.

Madelaine Pitt: Sembra che tu abbia molte più cose importanti da fare che da dirci, quindi ti lasceremo progredire nel cambiare il mondo, ma un’ultima domanda: “Se potessi avere una cena con qualunque personaggio o attivista, chi sarebbe?

Yasmine Ouirhrane: Angela Davis è il mio modello di comportamento. Lei è un’attivista di lungo corso, una femminista intersezionale e oggi docente emerita all’Università della California. Mi ha dato la comprensione dei concetti di razza, genere, classe nel campo del femminismo. Mi identifico come una femminista intersezionale grazie a lei.

Madelaine Pitt: Oh, e quante lingue parli?

Yasmine Ouirhrane: Cinque. Al contrario di quanto possano pensare le persone, l’arabo è la mia lingua più debole; parlo italiano, francese, inglese e spagnolo.

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