Dopo gli annunci del Governo di Matteo Renzi relativamente alle coperture dello sgravio fiscale IRPEF la campagna “Taglia le ali alle armi” (che dal 2009 si batte contro l’acquisto dei caccia F-35) così commenta l’annuncio di possibile decurtazione di 150 milioni del programma italiano per i cacciabombardieri JSF:
- Riteniamo quantomeno esagerato (se non fuorviante) parlare di “revisione” considerando che si tratterebbe di una decurtazione che corrisponde a poco più dell’1% del costo totale del programma.
- Il taglio annunciato di 153 milioni di euro corrisponderebbe a poco più di un aereo (che alle stime attuali ha un costo di circa 135 milioni di euro) o a circa l’1,5% di quanto ci rimane ancora da spendere con un piano di acquisto di 90 aerei
- Occorre poi verificare (cosa possibile solo dopo la diffusione dei testi ufficiali del DDL) se questa decisione configuri davvero una variazione in riduzione del capitolo di bilancio destinato ai caccia F-35 (sarebbe la prima volta, con un passo innovativo) oppure se si tratti solo di una semplice ripianificazione negli acquisto. In questo secondo caso non si avrebbe dunque un reale risparmio ma solo uno spostamento nel tempo, con vantaggi di bilancio solo sul 2014 e nessun impatto vero su un’effettiva riconsiderazione del programma JSF.
- Chiediamo che siano esplicitate con chiarezza le modalità tecniche concrete con cui verrà dispiegata questa decisione, che comunque riguarda una percentuale minima della spesa, in particolare per quanto riguarda le indicazioni da fornire al Segretariato Generale della Difesa (che si occupa degli acquisti armati dell’Italia). Abbiamo infatti già visto in passato come decisioni politiche e Parlamentari sono state disattese nella pratica da interpretazioni amministrative.
- Da una prima analisi delle cifre in gioco (secondo le dichiarazioni del Governo) la nostra preoccupata ipotesi è che si stia parlando solo del congelamento dei contratti relativi al Lotto 10 del programma, continuazione dei Lotti 8 e 9 già portati avanti nel recente passato con mancato rispetto delle mozioni parlamentari del 2013. Se così fosse la scelta sarebbe doppiamente sbagliata: si continuerebbe un acquisto non “permesso” confermando aerei comportanti poi ulteriori costi a breve e si andrebbero a comprare velivoli dei lotti tecnicamente meno maturi (e che quindi necessiteranno poi investimenti per aggiornamenti e cosiddetti ‘retrofit’). Una scelta che dovrebbe dunque paradossalmente preoccupare anche chi è favorevole a comprare nuovi aerei militari… Considerando inoltre come proprio in questi giorni il Pentagono ha nuovamente rivisto al rialzo il costo complessivo del progetto JSF.
Per tutti questi motivi la decisione illustrata ieri dal Governo (in un quadro che vede la mancanza di molti dettagli fondamentali, e quindi molta indeterminatezza) non si può considerare un vero “cambio di verso” sulla questione dei caccia F-35. La decisione presa si configura piuttosto come un tentativo di recuperare indiscriminatamente fondi per coprire altri interventi economici, senza andare a fare un ragionamento profondo e complessivo sulle enormi ed inutili spese militari.
Ancora una volta, come già recentemente, la Campagna “Taglia le ali alle armi” richiede un incontro al Presidente del Consiglio Matteo Renzi in cui illustrare (dati ed analisi alla mano) i motivi seri, concreti e profondi che ci portano a richiedere la cancellazione dell’acquisto dei caccia F-35.
La campagna continuerà quindi la propria azione, recentemente rilanciata dall’appello “Cambiamo davvero verso: diamo le ali al lavoro e alla spesa sociale, teniamo a terra i caccia F-35“ sottoscritto da diversi esponenti del mondo della cultura, del cinema, dello spettacolo, della stampa italiana. La nostra posizione è chiara: cancellare il programma di acquisto degli F-35 sarebbe oggi una scelta davvero popolare ma dal Governo e dal Parlamento arrivano segnali discordanti e contraddittori, dichiarazioni e prese di posizione che un giorno sono incoraggianti e il giorno dopo riconfermano gli errori degli ultimi anni.
Chiediamo al Governo e al Presidente del Consiglio di non tergiversare e fare una scelta chiara: dicano No agli F-35, scelgano di far decollare il lavoro e di mettere le ali ai diritti sociali.