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Filastrocca della televisione N. 1

DiElena Buccoliero

Gen 29, 2015

televisione1

Oggi ho visto il giornalista

inseguire la sua pista.

Raccontava con ardore

la vicenda d’un minore

ch’era stato allontanato

in un battito di ciglia.

Quale toga senza cuore

può far questo a una famiglia?

L’assistente è poi sociale

se a ogni passo fa del male?

Non si stia a sottilizzare

se c’è in corso una pendenza

e se il boia operatore

sta applicando una sentenza

dove un giudice ha deciso

(certo senza una ragione!)

che il bambino può far senza

della mamma e del cognome.

Sì, va beh, la dipendenza…

Sì l’assenza nella notte…

Forse un poco di violenza?

Forse un carico di botte?

Quando il trauma è già successo

l’avvocato c’ha scommesso,

c’ha scommesso il giornalista

(anzi è il primo della lista)

che una mezza verità

tiene vivo il varietà,

che appoggiare i genitori

piacerà agli spettatori,

che indicar cattivi e buoni,

e tra i primi i magistrati,

è uno sport da imbonitori

che ripetono incantati:

viva, viva la famiglia,

viva la televisione!

boia sia chi la scompiglia

per difendere un minore.

(immagine tratta da giuliocavalli.net)

Di Elena Buccoliero

Faccio parte del Movimento Nonviolento dalla fine degli anni Novanta e collaboro con la rivista Azione nonviolenta. La mia formazione sta tra la sociologia e la psicologia. Mi occupo da molti anni di bullismo scolastico, di violenza intrafamiliare e più in generale di diritti e tutela dei minori. Su questi temi svolgo attività di formazione, ricerca, divulgazione. Passione e professione sono strettamente intrecciate nell'ascoltare e raccontare storie. Sui temi che frequento maggiormente preparo racconti, fumetti o video didattici per i ragazzi, laboratori narrativi e letture teatrali per gli adulti. Ho prestato servizio come giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna dal 2008 al 2019 e come direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati dal 2014 al 2021. Svolgo una borsa di ricerca presso l’Università di Ferrara sulla storia del Movimento Nonviolento e collaboro come docente a contratto con l’Università di Parma, sulla violenza di genere e sulla gestione nonviolenta dei conflitti.

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