Il Movimento Nonviolento è fratello di Emergency. Anagraficamente, fratello maggiore (dal punto di vista quantitativo, fratello minore). Ci unisce la stessa visione di “opposizione alla guerra”. E come il Movimento (1961) è figlio di Aldo Capitini, così Emergency (1994) è figlia di Gino Strada: in qualche modo le due associazioni sono state concepite a “immagine e somiglianza” dei loro fondatori.
Prendersi cura delle vittime della guerra, con la volontà di guarire le ferite, e combattere le cause della guerra, per impedire che ci siano nuove vittime, è l’impegno umanitario e pacifista che va sotto il nome di nonviolenza.
La scomparsa di Gino Strada ci fa sentire ancora più vicini agli amici di Emergency.
Dalla sua nascita ad oggi Emergency si è attivata per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo; ha fornito assistenza gratuita a oltre 6 milioni di pazienti in 16 paesi nel mondo. Un lavoro prezioso e insostituibile, che è arrivato là dove istituzioni e governi non erano mai riusciti.
Lo sbarco di Gino Strada sulla scena pubblica ha creato più di qualche perplessità: ospite di una trasmissione televisiva su canali Mediaset, denunciava gli orrori della guerra e chiedeva fondi per aprire ospedali nei luoghi dei conflitti; in quei salotti non si erano mai sentite parole di condanna dei produttori di armi e dei governi coinvolti nell’industria bellica: Gino Strada sdoganava il pacifismo, e insieme a padre Zanotelli e don Ciotti ne diventava un portavoce privilegiato dai mass media. Ha fatto conoscere al grande pubblico televisivo le guerre in Iraq, in Afghanistan, in Africa, ha fatto capire la relazione che c’è tra una fabbrica di armi e le carni lacerate di un bambino innocente.
Ci sarà modo di discutere e analizzare le sue posizioni a volte provocatorie (molte le polemiche a seguito delle sue posizioni sulla Siria e sul fallimento del movimento pacifista), e sul tentativo (poi fallito, come l’ambiziosa rivista Emergency) di trasformare la Ong umanitaria in movimento politico. Ma nonostante qualche incidente di percorso, dovuto anche a un carattere brusco e accentratore, Gino Strada ha sempre mantenuto la barra dritta sulla sua missione fondamentale: portare soccorso, in modo professionale ed efficace, là dove le vittime chiedono aiuto. E in questo c’è riuscito: ha trasformato il suo essere medico chirurgo in un grande progetto di solidarietà umana e contro la guerra.
Alla fine la bilancia della storia, per Gino Strada, peserà tutta dalla parte del bene che ha fatto.
Mao Valpiana
Movimento Nonviolento