• 18 Dicembre 2024 15:57

Gli anniversari non si ricordano così

DiDaniele Lugli

Ott 2, 2018
manifesto della razza

Lo ha fatto a modo suo, con un Decreto, perché necessario ed urgente. È stato approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri. Il nemico, da tempo individuato, non è più l’ebreo, straniero o italiano, ma lo straniero che viene da noi, se in cerca di rifugio e bisognoso di aiuto.

È un decreto fusione di due. Il primo riguarderebbe “Disposizioni in materia di rilascio di speciali permessi di soggiorno temporanei per esigenze di carattere umanitario nonché in materia di protezione internazionale e di immigrazione”, il secondo “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, prevenzione e contrasto al terrorismo e alla criminalità mafiosa”. Adesso questi sono i titoli di un unico decreto, che suggerisce legame inscindibile tra immigrazione e sicurezza. Basta la più superficiale lettura per comprendere forzature e distorsioni evidenti. Ma la cosa è irrilevante per un Governo che non si occupa di proporre atti sensati, ma di propaganda. È un tema sul quale il Ministro dell’Interno – nella sua qualità di padre, agitarosari ed effettivo Presidente del Consiglio – ha costruito e costruisce la fortuna sua e la sfortuna del paese. Non l’abbandona di certo.

Allora, a partire dal 5 settembre del 1938, regi decreti e leggi regolarono, in un crescendo orrido, la materia, fino al Decreto legislativo del Duce del febbraio 1945. Questo decreto del 2018, all’attenzione del Presidente della Repubblica, ha contenuti non così gravi, ma fortemente inquietanti. Vengono tolte di mezzo le cose che funzionano, come la protezione umanitaria, o ridimensionate e rinominate, come lo Sprar. Si accentuano le misure di privazione della libertà per modalità e durata, in assenza di ogni reato, si inventa una cittadinanza – non assicurata più neppure col matrimonio – revocabile, ecc.. Il nostro paese l’avremmo voluto guida in Europa perché l’Unione affrontasse finalmente, come problema proprio e pressante, la questione dell’immigrazione. Così cerca invece di mettersi all’avanguardia della chiusura e dell’ottusa, oltre che crudele, incomprensione. Obiettivo difficile perché anche altri paesi non scherzano.

Il confronto tra le motivazioni addotte allora e quelle di adesso evidenzia che la parte già assegnata agli ebrei spetta ora ai migranti. La parte dei bolscevichi di Barcellona, che gli ebrei per loro natura e internazionalismo avrebbero sostenuto, spetta ora al terrorismo, del quale profughi e migranti sarebbero naturali sostenitori, come avviene e avverrà di fronte a trattamenti iniqui e criminalizzanti. È una tendenza che questo provvedimento accentua.

Il Gran Consiglio del Fascismo, in seguito alla conquista dell’Impero, dichiara l’attualità urgente dei problemi razziali e la necessità di una coscienza razziale. Ricorda che il Fascismo ha svolto da sedici anni e svolge un’attività positiva, diretta al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento che potrebbe essere gravemente compromesso, con conseguenze politiche incalcolabili, da incroci e imbastardimenti. Il problema ebraico non è che l’aspetto metropolitano di un problema di carattere generale. … L’immigrazione di elementi stranieri – accentuatasi fortemente dal 1933 in poi – ha peggiorato lo stato d’animo degli ebrei italiani, nei confronti del Regime, non accettato sinceramente, perché antitetico a quello che è la psicologia, la politica, l’internazionalismo d’Israele. Tutte le forze antifasciste fanno capo a elementi ebrei; l’ebraismo mondiale è, in Spagna, dalla parte dei bolscevichi di Barcellona”.

Il Presidente della Repubblica dovrebbe dunque emanare il decreto. “Ritenuta la necessità e urgenza di prevedere misure volte ad individuare i casi in cui sono rilasciati speciali permessi di soggiorno temporanei per esigenze di carattere umanitario, nonché di garantire l’effettività dell’esecuzione dei provvedimenti di espulsione; Ritenuta la necessità e urgenza di adottare norme in materia di revoca dello status di protezione internazionale in conseguenza dell’accertamento della commissione di gravi reati e di norme idonee a scongiurare il ricorso strumentale alla domanda di protezione internazionale, a razionalizzare il ricorso al Sistema di protezione per i titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri non accompagnati, nonché di disposizioni intese ad assicurare l’adeguato svolgimento dei procedimenti di concessione e riconoscimento della cittadinanza; Considerata la straordinaria necessità e urgenza di introdurre norme per rafforzare i dispositivi a garanzia della sicurezza pubblica, con particolare riferimento alla minaccia del terrorismo e della criminalità organizzata di tipo mafioso, al miglioramento del circuito informativo tra le Forze di polizia e l’Autorità giudiziaria e alla prevenzione e al contrasto delle infiltrazioni criminali negli enti locali, nonché mirate ad assicurare la funzionalità del Ministero dell’interno; Ritenuta, altresì, la straordinaria necessità ed urgenza di introdurre strumenti finalizzati a migliorare l’efficienza e la funzionalità dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, attraverso il rafforzamento della sua organizzazione, nell’intento di potenziare le attività di contrasto alle organizzazioni criminali”.

Fare dei migranti persone senza diritti, contro la nostra storia e la nostra Costituzione, la civiltà giuridica europea e il diritto internazionale è un esercizio di sadismo legislativo e burocratico che Ferrajoli, e non solo, ha denunciato e documentato. Rende pessimo e pericoloso il nostro presente, prepara un avvenire peggiore.

Di Daniele Lugli

Daniele Lugli (Suzzara, 1941, Lido di Spina 2023), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sarà nella segreteria dal 1997 per divenirne presidente, con l’adozione del nuovo Statuto, come Associazione di promozione sociale, e con Pietro Pinna è nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali - argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni - e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente. Nel 2017 pubblica con CSA Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948

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