Articolo di Yannis Chryssoverghis, Giornalista (Atene), obiettore di coscienza non credente
A cura di Martina Lucia Lanza
(Traduzione dal francese di Carla Cazzaniga)
Diciassette anni dopo il suo riconoscimento e tredici anni dopo la sua introduzione a livello costituzionale, il governo greco considera il diritto all’obiezione di coscienza come un privilegio concesso ai Testimoni di Geova. Da due anni, tutte le richieste di riconoscimento come obiettore di coscienza per motivi diversi da quello di appartenere a questa religione sono regolarmente respinte. Si moltiplicano inoltre gli arresti ed i processi agli obiettori di coscienza. Ultimo in ordine di tempo – il 13 maggio 2014 – il processo a Dimitris Sotiropoulos, obiettore di coscienza di 48 anni e padre di tre figli per insubordinazione… nel 1992.
Esiste ancora il diritto all’obiezione di coscienza in Grecia, ci si può seriamente domandare? La norma prevede un servizio civile di 15 mesi per gli obiettori di coscienza. Inoltre, il suo riconoscimento viene concesso in maniera estremamente selettiva. Fin dall’inizio, nel 1998, la commissione del ministero della Difesa (composta da due militari, due professori universitari e un giudice) incaricata di pronunciarsi sulle domande, ha concesso automaticamente lo status ai Testimoni di Geova, su semplice presentazione di un attestato fornito dalla loro Chiesa. Per gli altri, la trafila comprende un severo esame delle convinzioni da fare invidia all’Inquisizione, che si conclude con il respingimento di metà delle domande sulla base di criteri inspiegabili e non elucidati.
Da due anni a questa parte, tutte le richieste per motivi diversi dall’appartenenza alla Chiesa dei Testimoni di Geova vengono respinte. Non è la prima volta che il Dipartimento della difesa nazionale adotta questo atteggiamento. L’aveva già fatto tra il 2004 e il 2006 ma, in seguito ad una campagna dell’Ufficio europeo dell’obiezione di coscienza (BEOC) e di Amnesty International Grecia, aveva dovuto nuovamente adottare la regola di ammissione per 50 % delle richieste.
Inoltre, questi obiettori vengono condannati per insubordinazione, il che significa una multa forfettaria di € 6.000, introdotta nel 2011, e un procedimento penale a loro carico. Nel 2013 più di dieci obiettori di coscienza sono stati arrestati, processati e condannati dai tribunali militari a pene, al momento sospese con la condizionale, che vanno dagli otto ai dodici mesi di reclusione.
Nel frattempo proseguono i processi per insubordinazione che erano iniziati prima del riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza. La Grecia è l’unico paese che pur riconoscendo il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare, non ha tuttavia amnistiato i renitenti alla leva perseguiti prima dell’introduzione della legge.
“Non passerà mai”, rispose l’ex ministro della Difesa Akis Tsochadjopoulos nel 1997, pochi giorni prima del voto in Parlamento della prima legge che riconosceva l’obiezione di coscienza, alla domanda pressante dei rappresentanti del BEOC, riferendosi all’amnistia per gli obiettori.
Le conseguenze di questo atteggiamento non si sono fatte attendere. Agli obiettori di vecchia data che hanno optato per il servizio civile introdotto dalla legge, lo Stato ha proposto un servizio alternativo da sette a dieci volte più lungo del servizio militare.
Il caso più scandaloso è quello di Lazaros Petromelidis, obiettore dal 1992. Avendo rifiutato di prestare un servizio civile di 30 mesi nel 1998 – se avesse optato per il servizio militare avrebbe effettuato quattro mesi di servizio, avendo già 37 anni ed essendo padre di un bambino – è stato arrestato, processato e condannato 16 volte per insubordinazione. Questa situazione è conseguenza del fatto che la giustizia militare greca ritiene che ogni volta che una persona non si presenta alla chiamata per prestare il servizio militare commette reato di insubordinazione. Il suo ultimo arresto è stato nel 2013
Nel 2013, altri due ex obiettori sono stati arrestati e giudicati: Nicos Karanicas, 45 anni, obiettore di coscienza dal 1995 e Nicos Krontiras, 47 anni, obiettore di coscienza dal 1996.
La repressione continua. Dimitris Sotiropoulos, 48 anni, padre di tre figli, viene giudicato dal tribunale militare il 13 maggio 2014 per l’insubordinazione commessa… nel 1992. Nel 1998, sposato e con la moglie incinta del loro primo figlio, rifiutò il servizio civile perché gli era impossibile sostenere il peso economico di un servizio civile della durata di 36 mesi.
Alla luce di quanto sopra esposto, sorge spontanea la domanda: possiamo ancora parlare di diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare in Grecia?
Nella Foto: “Soldato privo di cervello”, Campobasso – Blu