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I coca–siluri

DiDaniele Lugli

Lug 22, 2019

. Lì vive l’alligator mississippiensis. Gli alligatori – storpiatura inglese dallo spagnolo al lagarto: il ramarro – sono una famiglia dell’ordine dei coccodrilli. Ce ne sono anche in Cina: pochi, più piccoli, in stagni alla foce del fiume Yang tzu Chiang.

L’alligator sinensis non sembra dare preoccupazioni. Forse, se c’è, l’oppio diluito lo tranquillizza. La polizia del Tennessee invece è preoccupata: “Abbiamo già avuto modo di vedere l’effetto della metanfetamina su anatre e oche nel nostro territorio. Per questo non possiamo immaginare cosa potrebbe fare un alligatore in quello stato”. Intanto hanno cominciato a chiamarli methgators.

Ogni tanto si parla della droga presente nelle acque dei fiumi, e del Po in particolare. In passato l’interesse era tutto antropocentrico. La presenza si diceva non preoccupante per chi quell’acqua, pur depurata, beve. Utile piuttosto per stimare i consumi di droga nel territorio. Il consumo di cocaina, ad esempio, porta alla produzione di benzoilecgonina, particolarmente stabile e quindi facile da rintracciare con apparecchi precisi e sofisticati. Fino al 2015 indagini biennali sulle acque dei fiumi e dei depuratori hanno permesso stime che gli scienziati giudicano attendibili. Ma il progetto Aqua drugs non risulta più finanziato, anche se ha permesso di monitorare un fenomeno che non conosce flessioni.

Adesso l’attenzione sembra spostarsi sui pesci, drogati dalla presenza di sostanze. Le anguille esposte a dosi modeste e diluite di cocaina pari a quelle rilevate nei fiumi ne mostrano accumulo nel cervello, nei muscoli, nella pelle, nel grasso, in tutti i tessuti. Dopo 50 giorni di immersione nell’acqua così preparata gli sperimentatori hanno provato a riabilitarle, collocandole in acqua non contaminata. Gli effetti tuttavia permangono. La cosa preoccupa: è una specie in pericolo di estinzione. E poi già adesso di buone non se ne trovano più tante.

Quanto al comportamento delle anguille drogate se ne è rilevata chiaramente l’iperattività. Ma un’anguilla iperattiva sarà più sfuggente alla cattura, all’uccisione. Non risultano casi di aggressione. Non ancora, almeno. Nel Po però ci sono sempre più pesci siluro, lunghi metri e pesanti quintali. E ce ne saranno sempre di più. Non hanno competitori. Inoltre la femmina depone fino a diecimila uova e il maschio sta sul nido finché non nascono.

Dallo squalo del Po, fatto di cocaina, cosa ci possiamo aspettare? Già ora nutrie e nidiate di uccelli acquatici rientrano nella dieta degli esemplari più grandi. Allerta coca–siluri dunque.

 

 

Di Daniele Lugli

Daniele Lugli (Suzzara, 1941, Lido di Spina 2023), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sarà nella segreteria dal 1997 per divenirne presidente, con l’adozione del nuovo Statuto, come Associazione di promozione sociale, e con Pietro Pinna è nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali - argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni - e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente. Nel 2017 pubblica con CSA Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948

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