. Lì vive l’alligator mississippiensis. Gli alligatori – storpiatura inglese dallo spagnolo al lagarto: il ramarro – sono una famiglia dell’ordine dei coccodrilli. Ce ne sono anche in Cina: pochi, più piccoli, in stagni alla foce del fiume Yang tzu Chiang.
L’alligator sinensis non sembra dare preoccupazioni. Forse, se c’è, l’oppio diluito lo tranquillizza. La polizia del Tennessee invece è preoccupata: “Abbiamo già avuto modo di vedere l’effetto della metanfetamina su anatre e oche nel nostro territorio. Per questo non possiamo immaginare cosa potrebbe fare un alligatore in quello stato”. Intanto hanno cominciato a chiamarli meth–gators.
Ogni tanto si parla della droga presente nelle acque dei fiumi, e del Po in particolare. In passato l’interesse era tutto antropocentrico. La presenza si diceva non preoccupante per chi quell’acqua, pur depurata, beve. Utile piuttosto per stimare i consumi di droga nel territorio. Il consumo di cocaina, ad esempio, porta alla produzione di benzoilecgonina, particolarmente stabile e quindi facile da rintracciare con apparecchi precisi e sofisticati. Fino al 2015 indagini biennali sulle acque dei fiumi e dei depuratori hanno permesso stime che gli scienziati giudicano attendibili. Ma il progetto Aqua drugs non risulta più finanziato, anche se ha permesso di monitorare un fenomeno che non conosce flessioni.
Adesso l’attenzione sembra spostarsi sui pesci, drogati dalla presenza di sostanze. Le anguille esposte a dosi modeste e diluite di cocaina – pari a quelle rilevate nei fiumi – ne mostrano accumulo nel cervello, nei muscoli, nella pelle, nel grasso, in tutti i tessuti. Dopo 50 giorni di immersione nell’acqua così preparata gli sperimentatori hanno provato a riabilitarle, collocandole in acqua non contaminata. Gli effetti tuttavia permangono. La cosa preoccupa: è una specie in pericolo di estinzione. E poi già adesso di buone non se ne trovano più tante.
Quanto al comportamento delle anguille drogate se ne è rilevata chiaramente l’iperattività. Ma un’anguilla iperattiva sarà più sfuggente alla cattura, all’uccisione. Non risultano casi di aggressione. Non ancora, almeno. Nel Po però ci sono sempre più pesci siluro, lunghi metri e pesanti quintali. E ce ne saranno sempre di più. Non hanno competitori. Inoltre la femmina depone fino a diecimila uova e il maschio sta sul nido finché non nascono.
Dallo squalo del Po, fatto di cocaina, cosa ci possiamo aspettare? Già ora nutrie e nidiate di uccelli acquatici rientrano nella dieta degli esemplari più grandi. Allerta coca–siluri dunque.