Temendo lo schieramento in prima linea, alcuni russi resistono alla coscrizione. Mentre la guerra in Ucraina continua, i giovani dai 18 ai 27 anni che si oppongono al conflitto cercano di fuggire dalla Russia.
“Non mi sembra normale che nel 21° secolo una persona possa essere reclutata contro la sua volontà per servire l’esercito un anno intero. In questo momento i coscritti vengono mandati al fronte, e io sono categoricamente contro l’operazione speciale condotta dal mio paese”, ha affermato a un giornalista di Al Jazeera un giovane russo di 17 anni, usando ironicamente la terminologia approvata dallo Stato per la guerra.
Dal 24 febbraio, primo giorno di guerra contro l’Ucraina, migliaia di persone sono fuggite dalla Russia, e tra queste tanti giovani che temevano di essere arruolati contro la loro volontà e inviati al fronte, una eventualità possibile con l’applicazione della legge marziale.
Inizialmente il Ministero della Difesa russo riferiva che solo i soldati professionisti stavano combattendo in Ucraina, ma dovuto ammettere l’impiego dei coscritti, uomini in buona salute tra i 18 e i 27 anni, fermati per un anno, pena pesanti multe e fino a due anni di reclusione. Gli studenti, i detenuti e i familiari di soldati uccisi sono esenti, mentre i padri single e chi si prende cura di familiari disabili possono posticipare il servizio.
“Tanti ci chiedono come evitare il servizio militare”, ha riferito Elena Popova, coordinatrice del Movimento degli obiettori di coscienza con sede in Russia. “Dall’inizio di questa guerra si è diffusa la paura. Paura di essere presi e gettati nel tritacarne. Sentono che la libertà individuale è sottoposta a un’immensa pressione. Così ora penso che sia particolarmente importante mostrare che esistono modi legali per sottrarsi alla leva, e che funzionano”.
Secondo la costituzione russa, le persone le cui convinzioni religiose o personali sono incompatibili con il servizio militare, così come i membri di alcune minoranze etniche che vivono uno stile di vita tradizionale, sono autorizzate a svolgere un servizio civile alternativo (AGS) che può avere una durata quasi doppia rispetto al servizio militare, come avveniva in Italia con la legge del 1972. I requisiti per l’obiezione di coscienza sono definiti in modo vago e sottoposti al vaglio di una commissione militare. Dire semplicemente di essere pacifisti, per esempio, non è sufficiente, bisogna dimostrarlo.
Di fatto il servizio civile riguarda una ristretta minoranza di persone, addetta a lavori apparentemente semplici (postino, spazzino, ma anche infermiere), e con meno diritti dei colleghi. Non mancano le esperienze positive. Grisha Rezvanov, 29 anni, ha svolto il servizio civile alternativo dal 2018 al 2020 come inserviente in una casa di cura vicino alla sua casa di San Pietroburgo. “Le condizioni erano eccellenti. C’erano boschi e natura nelle vicinanze, e le nonne ci offrivano dolci per aver aggiustato la TV”, ha detto. “All’inizio ero un po’ a disagio, dato che molti degli anziani erano ex veterani militari. L’ importante per me è che non mi sono dovuto addestrare per diventare un assassino “. Per la madre, però, Grisha è un disertore. Ha smesso di considerarlo suo figlio.
“Non posso nemmeno immaginare di fare del male fisico a un altro essere umano”, ha dichiarato un altro ragazzo di 17 anni all’agenzia di stampa Al Jazeera, membro di una piccola confessione religiosa che adotta un codice etico rigoroso e intende svolgere servizio civile quando sarà il momento. “Se mi insultassero o facessero qualcosa di terribile ai miei cari, sarei arrabbiato o sconvolto, ma non potrei mai fare del male a chi li ha aggrediti. È fuori questione per me”.
Scoraggiati dalla lunga trafila burocratica, ci sono giovani in Russia che ricorrono a tangenti, a falsi certificati medici, o alterano i documenti sulla frequenza universitaria. Altri ancora preferiscono lasciare il paese fino ai 28 anni, termine dell’età prevista per il servizio civile obbligatorio, o avviare un minuetto di richieste e rinunce verso la commissione esaminatrice sperando di raggiungere i 28 anni.
Tutto questo vale in tempo di pace. Lasciare il paese adesso, per non imbracciare le armi, non è così semplice. Né far comprendere al paese accogliente la propria posizione di coscienza.