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Il caso di André Shepherd, militare obiettore di coscienza

DiMartina Lucia Lanza

Ott 22, 2014
foto mezzobusto di Andrè Shepard © Copyright: Frank Bärmann

La Corte di giustizia dell’Unione europea prenderà una decisione importante riguardo la richiesta di asilo del soldato USA André Shepherd.

di Sam Biesemans, Vice-Presidente BEOC (Ufficio Europeo Obiezione di Coscienza)

Traduzione di Michela Ferraro

A cura di Martina Lucia Lanza

Il soldato statunitense André Shepherd (37 anni), nel 2004 è stato schierato in Iraq per sei mesi come meccanico di elicotteri Apache. Dopo il ritorno alla sua base militare in Germania (a Katterbach, in Baviera), ha seriamente considerato gli effetti delle azioni militari USA sulla popolazione civile in Iraq. In seguito ad una lunga riflessione, ha deciso di assentarsi senza permesso, per poi cercare rifugio in Germania, non potendo più essere complice di crimini di guerra.

La sua richiesta di asilo politico si basa sulla direttiva dell´Unione Europea (European Union Qualification Directive), che intende tutelare coloro che rifiutano di partecipare ad una guerra o ad altre attività che violano il diritto internazionale e, come conseguenza, possono andare incontro a procedimenti penali.

Nel 2013, il Tribunale amministrativo di Monaco di Baviera ha presentato una domanda di sentenza preliminare alla Corte di giustizia dell´Unione europea, al fine di esaminare “il livello in cui sia necessario un coinvolgimento in ostilità militari, per poter offrire il diritto dello status di rifugiato a un disertore militare che rischia di essere punito per la sua diserzione”.

Il 25 giugno scorso, la Corte di giustizia ha tenuto un’udienza riguardo alla sua domanda di asilo politico in Germania nel 2008. Erano presenti, oltre ai cinque giudici che prenderanno la decisione: l’avvocato rappresentante della Commissione europea, alcuni rappresentanti degli Stati membri (Regno Unito, Grecia, Germania), A. Shepherd ed il suo avvocato. Mentre per il BEOC (l’Ufficio europeo per obiezione di coscienza) erano presenti come osservatori Derek Brett e Sam Biesemans.

La decisione della Corte europea sarà importante, sia perché creerà un precedente applicabile in tutti i Paesi dell’UE rispetto il riconoscimento dell’obiezione di coscienza come motivo di asilo, ma anche per ciò che va inteso come diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare. André Shepherd non è un obiettore di coscienza nonviolento o pacifista, ma bensì è un obiettore “selettivo”, in quanto rifiuta solo la partecipazione alle guerre che violano il diritto internazionale.

La decisione finale della Corte di Giustizia è prevista per inizio 2015 e verrà trasmessa al Tribunale tedesco a cui spetta la decisione finale, la quale non potrà trascurare la decisione della Corte. Ci vorranno probabilmente più di 6 mesi perché il Tribunale tedesco arrivi ad una conclusione, attesa quindi per la fine del 2015.

Reinhard Marx, avvocato di A. Shepherd, ha osservato che il fatto che un soldato statunitense disertore, per la prima volta, venga processato dalla più alta Corte europea “dimostra la straordinaria importanza di questo caso”.

André Shepherd, da parte sua, ha dichiarato: “Speriamo che la Corte europea avrà non soltanto la volontà, ma anche il coraggio di prendere posizione per il diritto alla libertà di coscienza. Altri soldati dovrebbero sentirsi sicuri che la loro decisione di rifiutare la partecipazione a guerre o crimini che violano il diritto internazionale sarà sostenuta”.

L’organizzazione tedesca “Connection“ è molto attiva nel supporto ad André Shepherd; è possibile seguire il suo caso sul sito web (in tedesco e inglese) www.connection-ev.org.

Di Martina Lucia Lanza

Esperta in diritto internazionale dei diritti umani. Rappresentante del Movimento nonviolento presso l’European Bureau for Conscientious Objection (Ebco) e board member di quest'ultimo.

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