• 18 Dicembre 2024 15:56

Il condominio

DiRedazione

Lug 18, 2018

di Vittorio Venturi*

Leggo il giornale di oggi (16 luglio 2018) e bastano i titoli di prima pagina per evocare un’impressionante assonanza con il romanzo che ho appena terminato, “Il condominio”, di J.S.Ballard, Feltrinelli.

Il condominio” racconta la graduale decomposizione di una società, quella di un enorme grattacielo di lusso, 40 piani e 2.000 abitanti, attraversato da differenze, insofferenze e divisioni apparentemente insignificanti (come quella della stratificazione gerarchica nella “torre”, dai piani bassi a quelli alti, secondo il censo – pur elevato per tutti – e il prestigio pubblico dei residenti), che però gradualmente e inesorabilmente emergono aspre e infine esplodono. A partire da futili motivi, nell’ovattata vita borghese del condominio, non per laceranti contraddizioni sociali o per insopportabili ingiustizie. Piuttosto per la bottiglia di champagne che cade dall’alto e si sfracella sul balcone di un piano basso.

E l’escalation è rapida a dilagare, con gesti sempre più crudi nei confronti di persone e cose, senza freni verso terzi sconosciuti, in assenza di relazioni vere, di conoscenza, di dialogo. I 2000 abitanti del condominio sperimentano di giorno in giorno l’aumento di rabbia e paura, di risentimento dettato da pregiudizi e dall’immaginazione di nemici sempre più minacciosi e spietati, annidati in verticale nei piani del grattacielo.

Ed è reazione “di pancia” sempre più virulenta, è lotta per bande e per clan, in uno spazio fisico alto 40 piani che non richiama alcun senso di comune appartenza e che può essere tranquillamente distrutto, un po’ per volta. Dalle cose alle persone, la violenza quotidiana diventa modo usuale di vita, affrontando ogni giorno nuovi nemici, con una guerra di tutti contro tutti in cui alla fine dominano sovrane l’indifferenza e l’assuefazione alla violenza come condizione normale di quel pezzo di mondo alla deriva, che sta implodendo e sprofondando nella barbarie. L’umanità è scomparsa, travolta dalla paura e dalla rappresentazione di un mondo fatto di “altri” minacciosi che non si possono incontrare, ma solo affrontare come nemici.

Può darsi che esageri, ma il malessere che ho provato nella lettura del romanzo assomiglia molto a quello che ho provato stamattina nel leggere la prima pagina del giornale. Pericolosi migranti, disgraziati in fuga da tragedie umanitarie, donne incinte, minori soli, in attesa da giorni su navi a cui viene impedito l’attracco. Come un carico di bestiame infetto. Nemici da cui difendersi.

Leggo della promessa d’onore di Salvini, per fare presto una legge sulle armi che permette di farsi giustizia da sé, sparando senza esitare se ti senti minacciato. Altri nemici a cui fare la guerra, pistole in pugno.

Leggo dei nuovi delinquenti che il nostro governo del cambiamento vorrebbe in galera, volontari e organizzazioni che salvano in mare gente in pericolo di morte. Nemici, pericolosi nemici, da quando la solidarietà è diventata reato.

Sì, abbiamo davvero un governo del cambiamento, che non riconosce più l’umanità nella normalità delle relazioni, che asume la paura come guida per la politica, che sdogana l’omicidio per legittima difesa. Come nel Far West.

Il condominio londinese di Ballard, deprivato di umanità, si autodistrustrugge e regredisce alla barbarie primordiale dell’ “homo homini lupus”.

Il condominio nazionale ad amministrazione fascio-pentastellata, in deficit sempre più grave di umanità, che fine farà?

*Movimento Nonviolento di Modena

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