• 18 Dicembre 2024 18:48

Il contributo veronese per il Congresso del MN

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Gen 31, 2024

Casa per la Nonviolenza

Presenti: Mao Valpiana, Caterina del Torto, Daniele Sartori, Roberto Alberti, Paolo Ferrari, Renzo Fior, Beppe Muraro, Leandra Mulas, Giampietro Tosoni, Francesco Tosoni, Silvano Motto, Fabio Salandini, Giuseppe Malizia, Carla Mattarei

In data 24 gennaio 2024, si è svolto il dibattito precongressuale del Centro territoriale di Verona del Movimento Nonviolento, presso la Casa per la Nonviolenza. Un’occasione per riflettere e confrontarsi sui temi che attraverseranno il XXVII Congresso Nazionale del Movimento, in un’atmosfera conviviale e informale. Ognuno e ognuna dei e delle partecipanti ha offerto il proprio contributo, a partire dalla lettura del documento rilasciato dal Direttivo del Movimento Nonviolento, nel quale si definiscono gli obiettivi del Congresso e individuano le priorità della nonviolenza nell’epoca attuale, a partire da quanto lasciatoci in eredità dai fondatori del Movimento – Aldo Capitini e Pietro Pinna – e dai maestri e dalle maestre della nonviolenza.

Al Congresso, i principali protagonisti saranno i Centri Territoriali del Movimento. I grandi temi che coinvolgono la nonviolenza organizzata dell’oggi devono essere declinati nelle realtà locali, rispetto alle priorità delle stesse. Diviene quindi fondamentale il loro contributo, le loro iniziative e le loro proposte in questa occasione.

A questo proposito è emersa una volontà, condivisa dai presenti, di aggiungere l’obiezione alla violenza nell’informazione, ovvero dei mass media e dei giornali, e nel linguaggio, oltre che nel tipo di comunicazione che viene scelta per divulgare le informazioni, facendo un particolare riferimento alle fake news, che amplificano un dibattito pubblico sempre più violento. Ogni centro territoriale possiede delle sue specificità, c’è chi lavora di più nell’ambito educativo, chi per il contrasto della violenza di genere o nelle relazioni interpersonali, chi con i giovani. Verona potrebbe avviare un lavoro sulla violenza nel linguaggio.

Molto naturalmente, sono poi emersi vari interventi sulle giovani generazioni ed è stata sottolineata l’importanza di due aspetti: il primo è la speranza che possiamo e, in qualche modo, dobbiamo trasmettere ad esse; il secondo è fornire sempre più possibilità di condivisione per permettere ai giovani di aprirsi rispetto alle loro vite personali. Questi momenti creano speranza, fiducia e crescita condivisa, come testimoniato dai presenti reduci da due positivi e potenti, “magici”, seminari residenziali di formazione generale sul Servizio Civile Universale. Ci si è poi domandati come ri-avvicinare i giovani alla nonviolenza, e alla Casa per la nonviolenza, con quali strumenti, in quale modalità. La Casa per la nonviolenza è stata storicamente un luogo animato anche dai giovani; oggi molto meno; che fare?

Una riflessione su questo tema è stata argomentata dai partecipanti, rispetto al dovere di lasciare in eredità il fondamento della nonviolenza e il Movimento, ma al tempo stesso, lasciare libere le giovani generazioni di decidere come organizzarsi per approfondire la nonviolenza. Inoltre, è emersa la possibilità di aggregarsi a gruppi di lavoro già presenti sul territorio veronese, che si occupano di ecologia e ambiente, immigrazione e diritti, pace e democrazia e rinsaldare la rete che abbiamo costruito con altre associazioni.

“La realtà sociale nella quale viviamo è pervasa dalla violenza”, pensiero che ha portato a tendere un invito: non perdere la speranza, l’aspirazione e la visione nonviolenta che sosteniamo. Dare risonanza ai piccoli gesti è fondamentale: il rifiuto, da parte di Papa Francesco, di un milione e mezzo di euro da Leonardo S.p.a. ne è un esempio lampante. Anche una piccola presenza in piazza, potrebbe dare slancio alla nonviolenza e alla creazione di alleanze nuove. La necessità, di fronte a tali sfide del Movimento Nonviolento a Verona, deve però ripartire dalla sua sede, dalle sue origini. Si è attivata così la priorità di riordinarla e creare spazio. È stata data centralità a questa parola, “Spazio” : dare spazio ai luoghi significa dare spazio alle nostre menti e riordinarle, al fine di creare le condizioni per la formulazione di nuove idee, come una diretta conseguenza del “voler bene” alla Casa e alle persone che quotidianamente la vivono. È emersa, inoltre, la proposta di organizzare letture condivise sui fondamentali della nonviolenza (Gandhi, Capitini, King, Don Milani, ecc). Sulla scia di questa proposta, parte dei partecipanti ha affermato di sentire la mancanza di un reciproco confronto sull’attualità, un mettersi alla prova e discutere le tesi che ognuno e ognuna porta avanti nella propria quotidianità, portando l’esempio di un possibile confronto tra noi, sul conflitto israelo-palestinese.

La nota conclusiva e riassuntiva dell’incontro stesso, è stata una riflessione condivisa, rispetto ad “uno stare insieme più contemplativo”, al fine di creare sempre più possibilità di reciproca comprensione.

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