• 3 Luglio 2024 11:28

È uscito il rapporto 2020 sull’obiezione di coscienza al servizio militare di EBCO-BEOC

DiMartina Lucia Lanza

Feb 17, 2021

Traduciamo e diffondiamo il comunicato stampa per la pubblicazione del rapporto 2020 sull’obiezione di coscienza in Europa del EBCO-BEOC

L’Europa non è un luogo sicuro per molti obiettori di coscienza in diversi paesi

Bruxelles, 15 febbraio 2021

“L’Ufficio europeo per l’obiezione di coscienza (EBCO-BEOC) ha pubblicato il 15 febbraio il suo rapporto annuale sull’obiezione di coscienza al servizio militare in Europa, in onore di Jean Van Lierde (1926-2006) che è nato proprio quel giorno, il più famoso obiettore di coscienza belga e primo presidente dell’EBCO”, ha dichiarato il vicepresidente dell’EBCO Sam Biesemans. Riportando poi una delle citazioni più note di Jean Van Lierde: “Ci vuole un massimo di cultura politica per essere un attivista nonviolento e antimilitarista”.

Il rapporto annuale dell’EBCO, che copre la zona del Consiglio d’Europa (CoE), conclude che l’Europa non era un luogo sicuro nel 2020 per molti obiettori di coscienza in diversi paesi. Gli obiettori di coscienza hanno affrontato persecuzioni, arresti, processi in tribunali militari, detenzioni, multe, intimidazioni, attacchi, minacce di morte e discriminazione. Questi paesi includono la Turchia (l’unico stato membro del CoE che non ha ancora riconosciuto il diritto all’obiezione di coscienza), e di conseguenza Cipro Nord occupata dalla Turchia (l’autodefinita “Repubblica Turca di Cipro Nord”), l’Azerbajan (dove non esiste ancora una legge sul servizio alternativo), l’Armenia, la Russia, l’Ucraina e la Grecia”, ha dichiarato la presidente dell’EBCO Alexia Tsouni.

Il diritto umano all’obiezione di coscienza al servizio militare non è stato in cima all’agenda europea nel 2020, anche se la coscrizione è ancora in vigore in 18 Stati membri del Consiglio d’Europa (CoE): Armenia, Austria, Azerbaijan, Bielorussia (candidato), Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Georgia (reintrodotta nel 2017), Grecia, Lituania (reintrodotta nel 2015), Moldavia, Norvegia, Russia, Svezia (reintrodotta nel 2018), Svizzera, Turchia e Ucraina (reintrodotta nel 2014).

Allo stesso tempo, i rifugiati non ricevono la protezione internazionale come dovrebbero. Per esempio, un rifugiato dell’Azerbaijan che ha chiesto asilo in Belgio per motivi di obiezione di coscienza al servizio militare, ha visto la sua domanda respinta anche in appello.

Per quanto riguarda l’età minima di arruolamento, anche se il Protocollo Opzionale alla Convenzione sui Diritti del Bambino sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati incoraggia gli Stati a porre fine al reclutamento di persone di età inferiore ai 18 anni, un numero preoccupante di Stati europei continua a farlo. Peggio ancora, alcuni violano le proibizioni assolute del Protocollo Opzionale mettendo i militari di età inferiore ai 18 anni a rischio di schieramento attivo, o permettendo ai coscritti di arruolarsi prima del loro 18° compleanno.

Infine, ma non meno importante, nell’ottobre 2020, dopo aver lanciato a maggio un progetto intitolato Caucasus Talks, un gruppo di giovani di Azerbaijan e Armenia nel Caucaso meridionale ha firmato e pubblicato una Dichiarazione di pace, promuovendo un appello per la pace in mezzo all’escalation del conflitto tra i paesi confinanti Armenia e Azerbaijan nella regione del Nagorno-Karabakh. Centinaia di persone da Armenia, Azerbaijan e da tutto il mondo hanno finora firmato la Dichiarazione di Pace, la quale è davvero una fonte di speranza e di ispirazione:

Mentre leggete questo messaggio la gente sta morendo nel Nagorno-Karabakh e dintorni. Giovani ragazzi e uomini si stanno uccidendo l’un l’altro senza alcuna soluzione in vista.

La vittima principale di questa guerra non è la verità oggettiva. Piuttosto, la guerra distrugge la vita di persone reali, bambini reali.

Sta diventando una battaglia persa per l’intera regione del Caucaso meridionale.

Se non ti colpisce ora, la guerra o le sue conseguenze ti raggiungeranno domani.

La guerra non risolverà mai il conflitto. Ci lascerà solo in un circolo più oscuro e vizioso di guerre durature e rancori irrisolti.

Difendere la pace non è una posizione neutrale. Noi rifiutiamo le posizioni militariste condizionate dalle narrazioni di guerra e cerchiamo invece percorsi per costruire la pace.

Questa guerra ricorda le tragedie e le ferite del passato. Non fa nulla per guarirle, ma ne crea solo di nuove.

Questa guerra non ha vincitori. Porta miseria, morte, povertà e perdita di indipendenza a tutta la regione del Caucaso.

Esortiamo le potenze esterne a non incitare ulteriori scontri e a non partecipare alla costruzione della guerra.

Chiediamo un immediato cessate il fuoco e negoziati inclusivi che comprendano tutte le parti armene e azere del conflitto.

 

NOTA: Potete trovare maggiori informazioni nel rapporto annuale dell’EBCO sull’Obiezione di coscienza al servizio militare in Europa 2020, incluse mappe e tabelle, qui.

Per ulteriori informazioni e interviste si prega di contattare: INGLESE: Alexia Tsouni, Presidente EBCO (+30 6974461210; tsounialexia@gmail.com) FRANCESE, OLANDESE, ITALIANO, INGLESE: Sam Biesemans, Vicepresidente EBCO (+32 477268893; sambiesemans@skynet.be)

NdR. Per informazioni e interviste in Italia si prega di contattare redazione@azionenonviolenta.it.

Traduzione dall’inglese di Daniele Taurino.

Comunicato stampa in inglese sull’uscita del rapporto 2020 sull’obiezione di coscienza al servizio militare di EBCO-BEOC qui.

Di Martina Lucia Lanza

Esperta in diritto internazionale dei diritti umani. Rappresentante del Movimento nonviolento presso l’European Bureau for Conscientious Objection (Ebco) e board member di quest'ultimo.

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