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In Italia il leader degli obiettori russi Alexander Belik

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Dic 15, 2022

Movimento Nonviolento e Un Ponte Per ospitano in queste ore l’obiettore di coscienza Alexander Belik, coordinatore del Movimento degli obiettori di Russi. Un appuntamento per conoscere la voce dell’altra Russia, quella che rifiuta di imbracciare le armi.

Roma 15 dicembre 2022. A 50 anni esatti dall’approvazione della legge Marcora, che introdusse il diritto all’obiezione di coscienza in Italia, si è tenuta in queste ore la conferenza stampa di Alexander Belik, coordinatore del Movimento degli obiettori di coscienza russi. Un movimento nato in Russia nel 2014. L’appuntamento è stato organizzato dalle associazioni pacifiste Movimento Nonviolento e Un Ponte Per, impegnate in questi mesi nel sostegno agli obiettori russi, ucraini e bielorussi. Presenti Mao Valpiana e Daniele Taurino del Movimento Nonviolento e Alfio Nicotra, co-presidente di Un Ponte Per.

Durante la conferenza Alexander Belik ha raccontato la sua esperienza in sostegno dei tanti giovani russi che si oppongono all’invasione dell’Ucraina e rifiutano di imbracciare le armi. Partendo dai numeri: «circa 20.000 persone sono state arrestate in Russia per attivismo contro la guerra. Alcune finiscono nei campi costrittivi per obiettori, in condizioni disumane, altre rimangono nascoste per paura di arresti e persecuzioni. Nel tempo i “campi di prigionia” – secondo l’attivista, presenti nei territori ucraini occupati, ndr – sono aumentati, nonostante siano illegali secondo il diritto russo e quello internazionale».

Negli ultimi mesi le fila del Movimento degli obiettori russi si sono decuplicate, raggiungendo circa 15 mila contatti online, «un risultato straordinario, e chissà quante persone restano in silenzio, nascoste, per paura di essere perseguitate», ha commentato Belik. «Il diritto di obiezione alla leva militare è stato riconosciuto in Russia nel 1993, ma è poco ammesso nella pratica ed esiste una forte pressione sociale che stigmatizza questo diritto». Il Movimento di Alexander Belik svolge principalmente consulenze legali, psicologiche e informative a coloro che vogliono evitare la leva obbligatoria, «cerchiamo di sostenere coloro che non vogliono rispondere alla leva, perché è un loro diritto anche se spesso non ne sono a conoscenza». Secondo Belik, Putin continua a vessare le persone delle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk anche con l’enorme mobilitazione militare «tutti uomini in età di lavoro in queste aree sono chiamati alle armi».

L’attivista russo ha concluso la conferenza con un appello «Una delle cose che può fare la società civile europea per sostenere gli attivisti contro la guerra è firmare la petizione “Object War” per riconoscere il diritto all’obiezione di coscienza in Russia, Ucraina e Bielorussia, garantendo asilo a chi fugge dalla leva obbligatoria».

E’ possibile firmare la petizione qui.

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