Bisogna isolare i fanatici e sostenere i dialoganti.
L’apertura dell’Ambasciata americana a Gerusalemme è stata una provocazione; l’esercito israeliano, che spara sui civili per ordine del governo, è colpevole; gli estremisti di Hamas che vogliono l’azzeramento di Israele (Nakba, catastrofe), buttano benzina sul fuoco di Gaza; la “Marcia del ritorno” per riconquistare le posizioni del 1948, è una prova di forza che viene sopraffatta dalla violenza armata.
Sul piano dello scontro militare Israele vincerà sempre. La Palestina deve competere sul piano del diritto internazionale e dei diritti umani. Altrimenti non se ne esce.
L’Europa deve farsi parte attiva per riportare al tavolo i moderati di Israele e della Palestina. E’ necessario isolare i violenti del Likud e di Hamas, contrastare le alleanze filo americane e filo iraniane, condannare le politiche terroristiche. Non esiste una soluzione senza coinvolgere le due parti disposte al dialogo: bisogna dare voce ai nonviolenti di Israele e della Palestina. Il destino dei due popoli è comune. Altra soluzione non c’è.