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La scelta del Servizio Civile Nazionale: un anno da vivere – Sulmona, 23 giugno 2016

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Giu 22, 2016

Al convegno interverranno Marinella Sclocco (Assessore alle Politiche Sociali della Regione Abruzzo), relatori di levatura nazionale quali Mao Valpiana (Presidente Movimento Nonviolento) e Licio Palazzini (Presidente Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile) assieme a Mario Pizzola (Obiettore di coscienza), Gino Milano (Presidente Centro di Servizio per il Volontariato della provincia dell’Aquila), Lorena Di Cristofaro (Formatore Specifico Servizio Civile di Horizon Service) con il coordinamento diRiccardo Verrocchi (Ufficio Servizio Civile di Horizon Service).

In occasione del Convegno sarà inaugurata la mostra fotografica e documentaria curata dall’Ufficio Servizio Civile di Horizon Service con la collaborazione di Mario Pizzola dal titolo Il Gruppo di Azione Pacifista di Sulmona e il suo contributo al riconoscimento giuridico dell’obiezione di coscienza” a cui è stata affiancata la mostra documentariaAbbasso la guerra, persone e movimenti per la pace dall’800 ad oggi” a cura di Francesco Pugliese.

In quanto Ente accreditato a svolgere progetti di Servizio Civile e ad ospitare i giovani volontari nell’ambito dei servizi erogati, la Cooperativa Horizon Service ha sentito il dovere di organizzare un evento di rilievo sul nostro territorio per interrogare la comunità sull’importanza del Servizio Civile Nazionale oggi quale strumento di politica giovanile e di coesione sociale, esperienza di impegno civile e primo passo di avvicinamento al mondo del lavoro e alla comunità per i giovani.

Il Servizio Civile Nazionale incarna l’evoluzione dell’obiezione di coscienza: esso “usa” la difesa nonviolenta che si esprime, in primis, con il ripudio della guerra, genera una maggiore coesione sociale nel quadro delle libertà garantite dalla Costituzione, affronta la lotta contro le ineguaglianze e le ingiustizie sociali, tiene e ricostruisce i legami tra cittadini e tra questi, le istituzioni repubblicane e lo Stato.

313.535 il è il numero di volontari avviati al servizio dal 2001 al 2014 in Italia, di cui 14.637 nel solo2014; nello stesso anno in Abruzzo sono stati avviati 429 ragazzi. Dei 14.637 volontari avviati in Italia, più della metà (il 60,79%) è stato inserito nei progetti collocati nell’ambito dell’Assistenza, seguono l’Educazione e Promozione Culturale con il 24,62% e il Patrimonio Artistico Culturale con il 10,80%. I settori dell’Ambiente e della Protezione Civile nel 2014 sono al di sotto del 3%. La fascia di età prevalente risulta essere quella tra i 24 – 26 anni. La quasi totalità dei volontari ha un livello di istruzione secondaria o universitaria ( circa il 60% è in possesso di un diploma di scuola media superiore, il 21,51% una laurea magistrale e il 12,62% la laurea breve). Nel 2014, per la prima volta, hanno partecipato alle selezioni degli aspiranti volontari del servizio civile nazionale alcune categorie di cittadini stranieri. Il 25 maggio 2016 inoltre la legge delega per la Riforma del Terzo Settore è stata votata in via definitiva dalla Camera dei deputati: nascerà il “servizio civile universale”, primo passo per arrivare all’obiettivo fissato dal governo di 100 mila volontari l’anno. Nel testo c’è il riferimento alla “difesa armata della patria e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica”.

La Horizon Service, organizzando il convegno e la mostra documentaria ha inteso restituire un tassello di Storia alla Città di Sulmona ridando voce e dignità al Gruppo di Azione Pacifista di Sulmona la cui attività fondamentale portò alla individuazione dei punti essenziali per una giusta Legge sull’obiezione di coscienza, primo passo verso il servizio civile prima e il Servizio Civile Nazionale poi.

L’obiezione di coscienza al servizio militare è oggi un diritto umano riconosciuto a livello internazionale dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite.

La strada per il riconoscimento di questo diritto è stata molto lunga e ha richiesto l’impegno di tanti giovani che hanno pagato di persona la fedeltà alla proprie convinzioni religiose, umanitarie o politiche. Da Pietro Pinna, primo obiettore del dopoguerra, fino agli inizi degli anni ’70, in molti hanno preferito affrontare il carcere piuttosto che rinnegare il dettato della propria coscienza. Le loro motivazioni affondavano le radici negli insegnamenti di Tolstoj e Gandhi, nella concezione nonviolenta di Capitini, nella visione più autentica del Cristianesimo, incarnata anche del coraggioso esempio di sacerdoti come Don Milani. L’Italia uscita distrutta dalla follia bellicista del Fascismo avvertì l’imperiosa necessità di voltare pagina inserendo nella Costituzione Repubblicana, all’art. 11, il “ripudio della guerra”. Ma il rifiuto di sottostare agli obblighi della leva militare continuò ad essere punito con il carcere.

È del febbraio 1971 il primo rifiuto collettivo del servizio militare; tra gli 8 obiettori del gruppo c’era anche Mario Pizzola, che alcuni anni prima, insieme ad alcuni giovani, aveva dato vita a Sulmona al GAP (Gruppo di Azione Pacifista). Proprio a Sulmona, ai primi di gennaio 1971, si teneva un convegno nazionale, con la partecipazione di tutte le componenti antimilitariste, con lo scopo di definire i punti essenziali ed irrinunciabili per il riconoscimento giuridico dell’obiezione di coscienza. La Legge arriverà nel dicembre 1972. È da quella legge che nasce il Servizio Civile Nazionale di oggi, un servizio civile che gli obiettori hanno sempre invocato per la crescita sociale e culturale della nostra società ma che lo Stato aveva sempre negato loro.

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