L’”antibarbarie” è la nonviolenza, con il suo bagaglio teorico e pratico fondato sul dialogo e sull’ascolto, cornice entro la quale costruire relazioni rispettose e giuste, nei diversi contesti sociali in cui si presentano criticità e conflittualità. E’ la strada maestra per realizzare incontro, inclusione, condivisione in una società attraversata da preoccupanti lacerazioni, da paure e sentimenti d’odio, frutto in larga misura di disinformazione e pregiudizi.
I conflitti sono componente naturale nelle relazioni, sia su scala micro, che macro. Imparare modalità e tecniche per gestirli con mezzi pacifici, è condizione per evitare la loro degenerazione in scontro insanabile, violenze o guerra. In questa “rivoluzione culturale” si colloca anche un radicale ripensamento della concezione dell’alterità e della diversità, non come minaccia, ma come risorsa.
Quest’anno cresce la rete dei partner che promuovono l’antibarbarie: accanto agli storici promotori, Movimento Nonviolento e Ufficio Relazioni Internazionali del Comune, troviamo infatti quest’anno l’Università di Modena e Reggio Emilia (Centro Interdipartimentale di Ricerca su Discriminazioni e Vulnerabilità), Coop Sociale “Mediando”, Caritas Diocesana.
Il tema di fondo che l’antibarbarie tratta nel 2019, è quello delle “relazioni d’odio”, nelle diverse declinazioni che l’ostilità verso gli altri può assumere – frutto di ignoranza e pregiudizio – nello sport, sui social, nei rapporti di vicinato, nella cattiva educazione.
Buona informazione, conoscenza, incontro, dialogo, ascolto, educazione alla cittadinanza responsabile sono i rimedi che possono allontanare odio e intolleranza, in una società che sconfigge la paura e scopre la ricchezza delle diversità.