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Microbiografie/1: Una donna

DiGiorgio Maghini

Gen 3, 2017
Giorgio Maghini

Una donna che era andata a festeggiare il nuovo anno alla discoteca “Reina”, a Istanbul.

Il nostro corpo ha un linguaggio.

Ha un alfabeto, un’ortografia, una grammatica, una sintassi.

Il nostro corpo è un linguaggio.

Con cui diciamo chi siamo e ci apriamo (o ci chiudiamo) alla relazione.

Così ti immagino il pomeriggio del 31 dicembre provare il vestito per la sera. Un tubino appena comperato.

Mi sa che potevo prendere una misura in più.

Sarà troppo corto? Ma dai, è capodanno… chi vuoi che ci faccia caso?

Sei uscita.

Arrivata alla discoteca.

Ti sei tolta l’impermeabile e, con indosso il tubino nero, hai incontrato gli amici, parlato, riso tantissimo, mangiato, bevuto.

Quando ti ho vista – per la prima volta nella mia vita – eri su una barella.

I barellieri correvano. La gente si scansava rispettosamente.

Incongrua con il tuo tubino nero e il collare cervicale d’emergenza.

Il tuo corpo, che poco prima era un linguaggio di festa e di incontro, stava per diventare terreno di esplorazione per i medici: ecchimosi, escoriazioni, tagli. Forse fratture ed emorragie. Forse colpi d’arma da fuoco.

In questa insana violenza di capodanno, sul tuo corpo si è giocata tutta l’ambivalenza dell’uomo: capace di relazione, capace di assurdità.

Ti voglio immaginare già a casa, in tuta.

Spero che a dicembre avrai di nuovo voglia di comprarti un vestito per la fine dell’anno.

Di Giorgio Maghini

Pedagogista e counsellor ad indirizzo sistemico-relazionale. Si occupa attualmente dell’ufficio comunicazione della Istituzione per i servizi educativi del Comune di Ferrara. Obiettore di coscienza, è stato Insegnante di sostegno e, in seguito, coordinatore pedagogico nella scuola dell’infanzia. Attualmente coordina un gruppo di Insegnanti di Religione, coi quali riflette sulla comunicazione della spiritualità nel mondo multiculturale. Ha insegnato "Teorie della comunicazione” all’Istituto di Scienze Religiose di Ferrara.

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