Cari Presidenti, e per conoscenza al Capo Scout e alla Capo Guida,
abbiamo appreso con sorpresa dal sito di Agesci e dagli organi della Marina Militare e del Ministero della Difesa di un Accordo di Collaborazione firmato dalla Marina Militare e da Voi a nome di AGESCI.
I contenuti dell’Accordo sono incentrati sulla promozione dell’ambiente acqua, uscite in mare, “manifestazioni a carattere sportivo”, corsi e lezioni di tecniche. Tali attività dovrebbero essere finalizzate a “trasmettere un modello esistenziale basato sui principi dell’etica, della solidarietà, dell’amore per lo sport e per il mare”, e a “sviluppare legami di colleganza ideale fra il personale in servizio della Marina Militare e gli appartenenti all’AGESCI”.
Non ci sfuggono certo le potenzialità di un simile accordo, in particolare l’opportunità di accedere alle strutture e alle competenze della Marina Militare per le attività in ambiente acqua dei nostri ragazzi.
Riteniamo tuttavia controversa dal punto di vista educativo la scelta di firmare un Accordo di Collaborzione con una Forza Armata, impegnata in azioni di guerra anche offensiva, soprattutto se uno degli obiettivi dell’Accordo e’ la formazione e l’educazione dei giovani.
Ricordiamo infatti che il nostro Patto Associativo sottolinea che “Capi e ragazzi dell’AGESCI, nel legame coi loro fratelli nel mondo, vivono la dimensione della fraternità internazionale, che supera le differenze di razza, nazionalità e religione, imparando ad essere cittadini del mondo e operatori di pace”, e che con l’adesione al Patto Associativo “ci impegniamo a formare cittadini del mondo ed operatori di pace, in spirito di evangelica nonviolenza”. Alla luce di queste parole, i Capi dell’Associazione sono stati da sempre protagonisti di iniziative di obiezione di coscienza e di promozione di corpi di pace nonviolenti.
Ci pare quindi che “la colleganza ideale” di cui si parla nell’Accordo appaia molto lontana, e che risulti poco chiara quale sia l’etica di riferimento sulla quale AGESCI e Marina Militare vogliono collaborare a “trasmettere un modello esistenziale alle giovani generazioni”. I modelli di riferimento appaiono infatti in forte contrasto. Già B.P. scriveva nel 1925 (“Taccuino”) a proposito della differenza tra educazione Scout e militare: “l’addestramento e la disciplina militare sono esattamente l’opposto di quello che insegniamo nel Movimento scout. Essi tendono a produrre macchine invece di individui, a sostituire una vernice di obbedienza alla forza del carattere”.
Alla luce di queste riflessioni, si evidenzia come sia fortemente discutibile il metodo che ha portato alla firma dell’Associazione a un Accordo di Collaborazione che chiaramente pone allo stesso tempo da un lato opportunità per le nostre attività, dall’altro problemi e contraddizioni educative. Ci risulta infatti che il percorso che ha portato a questa firma non sia stato condiviso in alcun modo con le strutture democratiche dell’Associazione: l’intenzione di potenziare le collaborazioni per lo sviluppo dell’ambiente mare non e’ infatti presente nel Progetto Nazionale, e un eventuale Accordo di Collaborazione con un Corpo Armato non e’ mai stato preventivamente discusso ne’ in Consiglio Generale, ne’ agli altri livelli dell’Associazione. Lo Statuto dell’Associazione sottolinea che il livello nazionale debba “definire l’indirizzo politico dell’Associazione, sviluppando i contenuti del Patto associativo e rappresentando il sentire comune degli associati”: ci pare che in questo caso non sia scontata la coerenza con il Patto Associativo, mentre certamente non si rappresenta il sentire comune degli Associati.
Esprimiamo quindi la nostra viva preoccupazione per le modalità con cui siamo giunti a questa decisione, molto divisiva per i Capi e i Ragazzi dell’Associazione, e invitiamo i Presidenti a un chiarimento sia sul percorso che ha portato alla firma, sia sui contenuti del Protocollo di Intesa e sul “modello esistenziale” che si vuole trasmettere con l’aiuto di una Forza Armata, auspicando in merito un ampio confronto Associativo.
Grazie mille per la Vostra risposta,
Qui trovate i firmatari della lettera:
Affermare che il percorso che ha portato alla firma non sia stato democratico è una baggianata, perchè è necessario leggere lo Statuto (e capirlo) per comprendere che Capo Guida e Capo Scout hanno agito nell’ambito dei loro poteri.
Se qualcuno ricorda, in passato l’Agesci, per la marcia della Pace ad Assisi, entrò a far parte della Tavola della Pace, organismo al quale erano iscritte numerose associazioni antiproibizioniste e la nostra associazione, se non ricordo male siamo CONTRO la droga. Perchè nessuno ha censurato quella decisione?
Infine, nei terremoti del Friuli e dell’Irpinia io ho lavorato, come scout, insieme a tanti militari e non ho mai avuto problemi ideologici di sorta: quindi gli alpini vanno bene e i marinai no?
Per cui la prossima volta che qualcuno si fa male in montagna attenzione, se arriva l’elicottero del Soccorso alpino va bene, se arriva quello della Guardia di Finanza rimanete nel burrone.
Per cui in pratica se un gruppo scout collabora con i carabinieri per un’attività di recupero di una zona degradata della città (magari è già successo) potrebbe oppure no? Sarebbe scandaloso in quanto i carabinieri son una forza armata come la marina militare? Sinceramente non vedo il problema. Mi sembra una polemica assurda, con firme anche di consiglieri generali Agesci che forse farebbero meglio ad essersi letti alcune cose che per anni gli son passate sotto il naso e non han fiatato.
I due commenti indicano che come nelle file dell’Agesci inizia a manifestarsi un disagio verso la gestione Spanò, esiste anche un consenso decisamente aproblematico, per cui va tutto bene quel che si fa, a prescindere. E, anzi, il disagio viene anche censurato in modo un filino greve, come nel caso di “francesco”.
A me sorprende al contrario il ritardo della manifestazione di questo disagio.
Nel giro di meno di un anno Matteo Spanò, che non è renziano ma è uno stretto sodale di Matteo Renzi perfino in affari, ha piazzato tre colpi che ai miei occhi sono uno peggiore dell’altro e configurano una linea di gestione che di problemi ne genera parecchi.
Il primo colpo è stato l’abbandono della Tavola della Pace, ingiustificato formalmente ma dal senso molto chiaro: non possiamo mischiarci con questi pericolosi pacifisti antigovernativi (figurarsi: proprio la Tavola della pace!!).
Il secondo colpo è stata la decisione di fare la route nazionale dentro un’area protetta nonostante l’opposizione di centinaia di naturalisti e protezionisti di tutta Italia solo perché questo serviva al presidente del consiglio per valorizzare il turismo toscano e cementare le proprie alleanze di partito interne alla regione.
Il terzo colpo è questo accordo con la Marina Militare audacemente definita come forza armata di pace, che non fa guerre: una visione che solo dei ferventi frequentatori di corridoi ministeriali possono nutrire.
Il disagio è scattato solo a questo punto, ma a rigor di logica sarebbe dovuto scattare già nell’estate scorsa e “francesco” dovrebbe essere grato per questo a quei “consiglieri generali che forse farebbero meglio etc”. Anzi posso testimoniare che nel caso della route tutta l’Agesci, dai consiglieri generali fino all’ultimo lupetto furono assolutamente impenetrabili a qualsiasi tipo di appello e di ragionamento sulla necessità di evitare lo scempio a San Rossore o quantomento di limitarlo. In quel caso il duo Spanò-Renzi surfò su un consenso bulgaro che all’Agesci non fa certo onore.
Ma il punto cui voglio arrivare, e con questo concludere, è che a mio avviso non si tratta di scelte casuali, di cattivo gusto, improvvide. Posso certamente sbagliarmi – e lo metto nel conto – ma nella storia repubblicana ho già visto diversi casi di presidenti del consiglio o di uomini politici particolarmente intraprendenti e disinvolti che hanno cercato di crearsi una propria armata personale (Amintore Fanfani con la Forestale; Berlusconi con la Protezione Civile) e ho la nettissima impressione che Renzi stia facendo altrettanto con l’Agesci.
A mio avviso quindi i famosi “consiglieri generali” tanto deprecati da “francesco” “farebbero meglio”, si, ma a leggere ancor meglio quel che sta succedendo ai vertici e all’interno della propria associazione.
Tutto questo detto con molto dispiacere da una persona che dentro l’Agesci si è formata e ha fatto esperienze tra le più belle della propria infanzia e adolescenza.
Ma erano altri tempi…
Caro Luigi, solo ora leggo il tuo commento. Io non sono assolutamente a disagio per l’accordo con la marina militare e le altre scelte fatte e che tu critichi anche perchè sono state tutte spiegate con lettere pubbliche dell’Agesci che trovi in rete.
Credo siano tutte scelte giuste e corrette. Tu parli di scempi fatti ora dai vertici dell’Agesci? A me sembra che siano gli unici che da anni a questa parte stanno sistemando le cose in Associazione.
Ho firmato l’Appello
e trovo quanto mai problematico il fatto che che capi scouts che sanno quanto è importante il valore simbolico dei loro gesti non riescano a capire la differenza tra lavorare fianco a fianco con l’esercito in caso di calamità naturali e firmare accordi di collaborazione. E’ necessario distinguere tra collaborazione con le persone come singoli individui e istituzioni. Il messaggio che si dà è molto diverso. Mi chiedo poi a che punto sta e se c’è, a livello centrale e locale, il sostegno alla “Campagna un’altra Difesa è possibile”. Da domani, o già oggi, i nostri ragazzi potranno visitare una nave militare ed ammirare la bellezza del nostro equipaggiamento, e perchè no con L’Aereonautica? Non si tratta di distinguere il mondo in buoni e cattivi ma di fare scelte di indirizzo e la scelta mi pare sia già stata fatta.