Dalle prime impressioni su pace e guerra all’assaggio della nonviolenza come proposta, e dal collettivo al personale. Con questo doppio movimento si svolge la formazione per volontari in servizio civile che come centro ferrarese del Movimento Nonviolento abbiamo progettato nelle mattine del 3, 4 e 5 ottobre. L’incontro dura cinque ore e coinvolge ogni volta un diverso gruppo di ragazzi e ragazze. Si svolge all’interno della mostra “Il diritto di non uccidere” che abbiamo allestito in una saletta del centro cittadino dal 2 all’8 di ottobre, proprio nei giorni della mobilitazione internazionale indetta a Vienna nel giugno scorso, per chiedere pace in Ucraina.
Dopo un brainstorming sulle parole “Pace” e “Guerra” che commentiamo insieme, proponiamo una parte del video “Legge 772/72. Il diritto di non uccidere”, intervista a Daniele Lugli sul GAN, il Gruppo di Azione Nonviolenta, che negli anni Sessanta è sceso in piazza per chiedere il riconoscimento dell’obiezione di coscienza in Italia. Il filmato viene rielaborato in sottogruppi muovendo insieme osservazioni di contenuto, vissuti emotivi, attenzione ai dettagli e cornici di riferimento astratte. In questo tenere insieme la ragione e l’emozione cerchiamo l’aggancio con questi giovani divenuti maggiorenni molto dopo la sospensione della leva e scopriamo che l’aggancio si crea in modo naturale. Reazioni di ammirazione, curiosità, comprensione e confronto si muovono spontaneamente nei gruppi di discussione e nella plenaria nella quale ci ritroviamo.
L’ultima fase dell’incontro, la più intima, è quella in cui, preso atto di ciò che stanno vivendo gli obiettori di coscienza in Ucraina, Russia e Bielorussia, ciascun partecipante riceve una delle testimonianze pubblicate su questa rivista, cartacea oppure online, ed è invitato a scrivere una lettera personale al protagonista con la possibilità di tenerla per sé o di consegnarla a noi.
I testimoni che abbiamo scelto sono: Katya Lanko e Yurii Sheliazhenko per l’Ucraina, Darya Berg e la coppia Nastya e Misha per la Russia, Olga Karach e Vitali Dvarashyn per la Bielorussia.
È molto difficile fare una selezione tra le lettere che abbiamo raccolto. Sono tutte particolarmente sentite, emozionanti, cariche di incoraggiamento e di speranza. Le faremo avere alle organizzazioni di riferimento in modo che i destinatari possano riceverle. Qui, per necessità di spazio, ne presentiamo tre, una per ogni paese coinvolto, scritte da ragazze.
Caro Yurii,
la tua lettera mi ha colpita profondamente in quanto ho una persona molto speciale che abita in Ucraina come tet.
Oggi, grazie alla mostra “Il diritto di non uccidere” ho potuto scoprire dell’esistenza di un movimento nonviolento anche in Ucraina.
Mi dispiace veramente tanto per quello che tu e il tuo paese state subendo e sono inorridita al pensiero che tu possa finire in carcere per le cose che stai facendo. Però ne ero già a conoscenza in quanto il mio ragazzo è obbligato a stare in casa e, quando esce, deve prestare molta attenzione. Fortunatamente, pensalo molto tra virgolette, vive in un piccolo paesino di montagna, in una regione non colpita dalla guerra e con pochi controlli.
Sei forte Yurii, non mollare mai e non smettere di credere nella speranza. Vivi con la speranza che questo incubo finirà prima o poi, come io vivo nella speranza di poter abbracciare il mio ragazzo.
Mi unirò al movimento nonviolento, spero di poter contribuire nel mio piccolo.
Ti mando un grande abbraccio. Scusa, non sono brava con le parole.
Beatrice
Cara Darya,
grazie per quello che stai facendo e dell’enorme sacrificio che hai fatto a lasciare il tuo paese e casa tua per aiutare tutte le persone russe che non vogliono combattere e che non credono in questa enorme follia personale di Putin, giustificata come guerra e ancor peggio, in Russia, come “operazione speciale”.
Io sono Ilaria, una servizio civilista di Ferrara e ammiro molto il tuo coraggio e quello di tutti gli altri volontari al tuo fianco.
Non ci sono parole per descrivere la frustrazione e l’indignazione che provo nei confronti di questa situazione. Ti auguro, anzi vi auguro, di riuscire a fare quanto più possibile per tutti i giovani (e non) che hanno a cuore la pace e la coesione fra le diverse nazioni.
Le vostre azioni non possono far altro che ispirare gli altri a fare del bene. Sicuramente ispireranno anche me e mi daranno più fiducia nel genere umano. Tutto questo mi fa credere che la gentilezza e la nonviolenza siano la soluzione giusta.
Mando un forte abbraccio,
Ilaria
Caro Vitali,
azioni come la tua che si basano sulla non-violenza sono nobili, e il trattamento inflitto a chi si oppone alla violenza e alla guerra è inaccettabile.
Spero che tu riesca a perseverare nel difendere i tuoi ideali e che il tuo esempio faccia ragionare chi, come me, non ha rapporti diretti con il conflitto in atto.
Stanno martirizzando te, come molti altri, a causa della loro ignoranza ma ci sono molte, moltissime perone pronte ad opporsi a violenza, sofferenza e morte.
Ti auguro di uscire al più presto da quell’inferno, la tua storia risuona forte e tante persone hanno preso coscienza di ciò che accade in quella parte del mondo.
Ammiro morto la forza di volontà che hai dimostrato, sei sicuramente d’ispirazione a molti.
P.P.