Roma, 20 gennaio 2016. “Abbiamo idee, proposte condivise ed organismi: il modo migliore per iniziare il lavoro per sviluppare la “terza stagione” del servizio civile: quella del Servizio Civile Universale”.
“Grazie anche all’operato dei Gruppi di Lavoro, che hanno affrontato i temi Rapporto con i giovani; Risorse umane necessarie e Servizio civile all’estero abbiamo un patrimonio molto ricco di indicazioni su cui lavorare”.
Stamani l’Assemblea dei Delegati ha eletto il Consiglio Nazionale che è composto dalle 5 associazioni nazionali socie (Arci, ArciRagazzi, Auser, Legambiente e Uisp) e dai presidenti dei 12 Regionali di ASC.
Il Consiglio Nazionale, immediatamente riunitosi, ha provveduto all’elezione del presidente il quale ha riconfermato il direttore generale Piera Frittelli e l’amministratore Marta Grassi, il collegio dei Revisori dei Conti e quello dei Garanti.
Al termine dei lavori i giovani in Servizio Civile presenti si sono riuniti in una piccola assemblea.
ASC – Arci Servizio Civile, associazione di promozione sociale, è la più grande associazione di scopo italiana dedicata esclusivamente al servizio civile cui aderiscono – relativamente al servizio civile – 5 associazioni nazionali (Arci, Arciragazzi, Auser, Legambiente, Uisp), centinaia di organizzazioni locali.
Di seguito riportiamo la relazione del Presidente Licio Palazzini tenuta il giorno precedente la sua rielezione, in qualità di Presidente uscente:
DIFESA NON VIOLENTA DELLA PATRIA E VOLONTARIETÀ DEL SERVIZIO CIVILE TRA I TEMI AFFRONTATI NELLA RELAZIONE DEL PRESIDENTE LICIO PALAZZINI
“La volontarietà è la molla dell’energia e della partecipazione dei giovani al servizio civile – sostiene Licio Palazzini, presidente di ASC – ed è rispettosa della loro volontà, espressa in quindici anni di rilevazioni”.
Difesa non violenta della Patria e volontarietà del servizio civile sono stati tra i temi affrontati da Palazzini nella relazione introduttiva (goo.gl/QstJCO) ai lavori della VX Assemblea nazionale in corso a Roma, occasione per festeggiare anche i 30 anni dell’associazione.
“Li abbiamo trascorsi senza annoiarci, ma sempre impegnati, prima nel difenderci (con l’obiezione di coscienza) e poi nel costruire (con il servizio civile); questa è l’Assemblea in cui iniziamo a concorrere alla costruzione del Servizio Civile Universale. Siamo a una sorta di terza generazione del servizio civile italiano, dopo la storica approvazione parlamentare dell’Art. 8 della legge 106/2016 e della lettera a) del comma 1 che recita “istituzione del servizio civile universale finalizzato, ai sensi degli articoli 52, primo comma, e 11 della Costituzione, alla difesa non armata della patria e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica, anche con riferimento agli artt. 2 e 4, comma 2 della Costituzione”.
Un risultato ottenuto grazie ad un lungo lavoro comune, dall’Alleanza per il futuro del servizio civile alla Campagna per la Difesa Civile in Italia, alle molteplici iniziative propositive e di pressione della Cnesc e di tante forze sociali senza le quali oggi non ci sarebbe il Servizio Civile Universale con la finalità di difesa non armata della Patria.
In questi anni le nostre idee e valori sono diventate preda di sarcasmo, attacco, negazione, sostituite da parole ascoltate nei regimi degli anni ’20-45 “autorità, principio gerarchico, pregiudizi” unitamente a movimenti di cittadini che, cercando di praticare la partecipazione diretta si richiamano esplicitamente al fascismo. E i partiti si sono disfatti.
E’ come se vivessimo su una lastra di ghiaccio, sempre più sottile.
Noi, che ci occupiamo di servizio civile, possiamo contribuire ad invertire questo piano inclinato, attraverso il nostro compito politico, educativo e sociale e consolidando il successo legislativo perché nonviolenza chiama democrazia e libertà personale. Dobbiamo costruire insieme.
Lo Stato non può solo chiedere qualità e investimenti senza dare continuità.
Passare alla programmazione finanziaria pluriennale, come si fa per altri settori, in primis proprio l’altra Difesa, quella armata, è la richiesta prioritaria che facciamo al Governo ed è il motivo per cui non ci soddisfa la legge di stabilità che stanzia nel 2018 solo 110 milioni.
La programmazione triennale è una sfida politico-culturale prima che organizzativa ma serve, da parte dello Stato, un messaggio esplicito e praticabile che spinga alla collaborazione organizzazioni con mission diverse.
Dobbiamo ancora approfondire il ruolo delle Regioni e della PA, il rapporto fra istituzioni e il dialogo fra Stato e Regioni, la messa a putno di un sistema nazionale per la valorizzazione, validazione e certificazione delle competenze dei giovani e le funzioni di controllo che Regioni e PA devono svolgere sulla attuazione dei progetti di servizio civile (già previsto dal decreto legislativo 77/02).
Timori, perplessità, piste di lavoro e impegni sostanzialmente condivisi dai numerosi ospiti presenti, dal Sottosegretario Luigi Bobba che li ha indicati come “punti di non ritorno che la legge impone per avere ambizioni più grandi” al consigliere Calogero Mauceri, Capo dipartimento Gioventù e Servizio Civile Nazionale, Giovanni Bastianini, Presidente della Consulta Nazionale Servizio Civile, Primo Di Blasio per la Cnesc, Rossella Muroni Presidente di Legambiente, Francesca Chiavacci di ARCI, Marica Guiducci di Auser e Vincenzo Manco di UISP.
Le tappe principali dalla relazione del direttore Piera Frittelli : il 10 settembre del 1981 viene stipulata la prima convenzione con il Ministero della Difesa per il distacco di 400 obiettori; il 6 maggio del 1985 la Corte Costituzionale con la sentenza n.164 sancisce la pluralità di modi di difendere la patria; nel 1986 l’allora Ministro della Difesa Giovanni Spadolini, accogliendo gran parte dei suggerimenti della Cnesc e di ASC, emana una circolare che da facoltà agli obiettori di indicare area vocazionale di impiego, ente prescelto e sede di servizio; nel 1996 davanti al notaio Vesci si costituisce formalmente ASC; nel 1998 attiviamo un programma di scambi con la Corporation for National Service a cui partecipa anche il Ministero della Difesa su esplicita volontà dell’allora Ministro della difesa Beniamino Andreatta anche a seguito del quale il governo Prodi presenta il disegno di legge che istituirà il SCN.
Nel 2001 con il rinnovo della convenzione per l’impiego degli obiettori e con la stipula della convenzione per l’impiego dei volontari, ASC è il primo ente attivo in entrambe le leggi e a dicembre 2001 partono i primi progetti in ambito della legge 64: 99 volontarie ed 1 volontario (riformato); nel 2005 viene pubblicato il primo rapporto di ASC sul SCN dove per la prima volta si indica l’impatto economico del SCN sulla comunità; nel 2006 si sperimenta la triennalità progettuale, anticipando una delle novità della nuova legge; nel 2013 entra in servizio una cittadina straniera. Un cerchio si è chiuso: da un obbligo, per gli uomini, solo con le armi, siamo giunti ad una scelta volontaria, nonviolenta e per tutti, donne, uomini, italiani, stranieri residenti. Ma ASC non ha certo chiuso il proprio percorso.
ASC – Arci Servizio Civile
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