Il premio Nobel per la pace 2017 assegnato ad ICAN ci riempie di gioia e di soddisfazione. ICAN è la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, alla quale aderiscono oltre 440 gruppi di 100 diversi paesi. Il Nobel a ICAN è un riconoscimento molto importante al grande lavoro svolto dalla Campagna e al rilevante contributo che questo lavoro ha dato allo storico voto del 7 luglio scorso, con il quale l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il Trattato per la messa al bando della armi nucleari.
Questo premio rende omaggio agli sforzi di milioni di attivisti e cittadini di tutto il mondo che, fin dai primi anni dell’era atomica, hanno alzato la voce contro le armi nucleari, hanno protestato, dicendo con forza che quelle armi non servono ad alcuno scopo legittimo e devono essere messe al bando, smantellate ed eliminate. Rende omaggio ai sopravvissuti dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki – gli Hibakusha – nonché alle vittime delle sperimentazioni nucleari, le cui strazianti testimonianze e il cui impegno senza sosta hanno svolto un ruolo importantissimo nel percorso che ha portato all’adozione di questo storico trattato.
Ora, finalmente, si è data una risposta concreta alle preoccupazioni crescenti della comunità internazionale. Il trattato vieta, categoricamente, le peggiori armi di distruzione di massa e traccia un percorso chiaro verso la loro eliminazione totale. Si proibisce a livello globale l’uso, la minaccia di utilizzo, la sperimentazione, lo sviluppo, la produzione, il possesso, il trasferimento e lo stazionamento in un Paese diverso delle armi nucleari. La sua premessa fondamentale è il riconoscimento che un qualsiasi uso di armi nucleari infliggerebbe danni catastrofici e permanenti agli esseri umani e al nostro pianeta, così come l’intesa che la loro completa eliminazione rimane l’unico modo per garantire che non siano mai usate.
Sappiamo benissimo che il percorso intrapreso è irto di ostacoli ed asperità. Sappiamo benissimo che i governi nucleari non rinunceranno facilmente al loro potere, che cercheranno di giustificare come legittimo e necessario per la sicurezza dei cittadini, e non uno spaventoso potenziale di distruzione dell’umanità. Ma con l’impegno e la mobilitazione, in tutto il mondo, di milioni di persone – tanto più se organizzate in gruppi, comitati, associazioni e movimenti, in rete fra di loro – ce la faremo.
Il trattato è stato votato da 122 Paesi ed è entrato automaticamente in vigore, in quanto è già stato sottoscritto da più di 50 parlamenti nazionali. E’ ora che, in coerenza con l’articolo 11 della Costituzione, l’Italia lo ratifichi e si impegni a smantellare le bombe atomiche dislocate, in violazione del trattato di non proliferazione nucleare, nelle basi militari di Ghedi e Aviano. È questa la richiesta che rivolgiamo a governo e parlamento, e sulla quale chiediamo il sostegno politico dei sindaci, dei parlamentari e di tutti i rappresentanti istituzionali mantovani.
Mantova per la pace
Rete di associazioni e cittadini
Aderiscono a “Mantova per la pace”: Arci provinciale, Banca Etica coordinamento di Mantova, Centro Bruno Cavalletto, Cooperativa Il Mappamondo, Emergency, eQual, Ethics Expo, Libera, Libertà e Giustizia, Movimento Nonviolento, Namaste Ostiglia, Officina dell’intercultura, Progetto La pace ci piace, Università Verde Pietro Toesca.