Se n’è andato l’ultimo “homo politicus” puro. Un maestro. Ha portato per primo in Italia la nonviolenza nelle istituzioni (il digiuno, l’obiezione di coscienza, i diritti civili, le battaglie per la giustizia giusta e le carceri).
Si poteva dissentire dalle sue posizioni (e l’abbiamo fatto in molte occasioni, dall’appoggio a Berlusconi all’interventismo nella guerra in ex-Jugoslavia), ma la sua scuola era la migliore. Ne abbiamo beneficiato, e gli saremo sempre riconoscenti.
Lo ricordiamo con le parole che per lui scrisse un altro maestro di nonviolenza, Lanza del Vasto, Shantidas (su Azione nonviolenta del gennaio 1982):
“Nella folla agitata dei politici italiani, Marco Pannella è il solo che abbia un viso. Larghi occhi che guardano in faccia, un grande naso curvo, un fiero viso inquadrato da capelli bianchi. Questo libertario è nato negli Abruzzi. Ha fondato il Partito Radicale, il primo e il solo in Europa ad affermarsi nonviolento. La nonviolenza di Pannella è passabilmente impura ma attiva e stimolante. (…) Lui non si mescola con i rompitutto e i violenti. Ha iniziato in modo modesto in mezzo agli emarginati. Non possiede la macchina per produrre voti, ma ha diritto ai suoi momenti di ascolto in TV e li usa con padronanza rispondendo a tutti al telefono con una ragguardevole pazienza. (…) Il P.R. ha sostenuto gli obiettori di coscienza ed ottenuto una legge per essi. In questo momento reclama il disarmo unilaterale e incondizionato dell’Italia: appoggiandosi alle lezioni delle ultime due guerre mondiali afferma che i miliardi spesi per la difesa sono soldi buttati dalla finestra. (…) Ha intrapreso un digiuno per attirare l’attenzione sui 17 milioni di bambini affamati. Finito il digiuno, il giorno di Pasqua, è andato con il corteo dei suoi partigiani in Piazza San Pietro per ascoltare il discorso del Papa al fine di sapere se avesse parlato dei bambini. Il Papa ne parlò senza citare Pannella. Ma subito l’occhio delle cineprese si posò su di lui e anche se non vide il Papa e il Libertario faccia a faccia, ciononostante la loro immagine si è alternata sullo schermo con i loro propositi, evocando un damma che tocca tutto il mondo. (…) Lui è il rimprovero dei senza-volto nei riguradi di coloro che l’hanno“.
Avrei dovuto venire a trovarti a casa la settimana prossima, eravamo già d’accordo così. Volevo, tra l’altro, sollecitare i tuoi ricordi su Pietro Pinna, con il quale hai percorso tanta strada durante le Marce antimilitariste. Ora vi ritrovate di nuovo insieme …
Ciao Marco
foto: Udine, 1973. Durante la Marcia antimilitarista Trieste-Aviano