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Microbiografie / 12 – una signora davanti al lavasecco

DiGiorgio Maghini

Ott 18, 2017

– Davvero posso andare a giocare nel fango, e tu non mi sgridi?
– Davvero – ma davvero davvero – adesso andiamo a colorare i marciapiedi col gesso?
– Veramente Peter Pan può volare?

È un misto di incredulità (il “Davvero?” dei bambini) e di scoperta del mondo. Un momento bellissimo.

È tipico dei bambini, ma a noi grandi non è del tutto precluso; e fortunato quell’adulto che si riscopre capace di stupore davanti alla natura, a due begli occhi, a una riflessione sulla vita.

Così, dopo la Pasqua, riapre il nostro ipermercato di riferimento e vado a portare i giacconi invernali al lavasecco. Non è stata un’idea granché originale, perché c’è una fila chilometrica.
Mi ci aggiungo, e aspetto.

Di lato, rispetto alla fila, arriva una signora che mi guarda con grandi occhi spalancati e improntati – appunto – al più grande stupore. Mi chiede: “Bisogna far la fila per il lavasecco?”.

La risposta più logica sarebbe stata: “No, certo. Noi siamo qui per l’incontro della comunità Maya di Ferrara, e celebriamo il risveglio primaverile di Quetzacoatl, il grande serpente piumato! Il lavasecco è alla porta successiva!”.
Invece rispondo più sinteticamente: “Eh, sì!”.

La signora – chiaramente insoddisfatta della mia risposta – cambia espressione dallo stupore allo sdegno e, di malavoglia, si mette in fila.

Rifletto sullo sguardo di stupore con cui mi si è avvicinata qualche secondo prima.
È lo stesso di chi parcheggia in uno spazio riservato ai disabili e chiede al vigile: “Devo andare via?”, o del calciatore che in piena area ha appena spezzato tibia e perone all’avversario e si meraviglia: “Ma è rigore?” o, ancora, del cittadino che usufruisce dei servizi che lo Stato gli dà e poi si chiede, francamente stupito, perché debba pagare le tasse.

Lo stupore del bambino è la festa di chi scopre il mondo, la sua grandezza, il suo infinito ventaglio di possibilità.
Lo stupore di noi adulti, troppo spesso, è legato alla inattesa scoperta che non siamo il centro del mondo e che, nella relazione con gli altri, ci sono limiti e regole da rispettare.

Di Giorgio Maghini

Pedagogista e counsellor ad indirizzo sistemico-relazionale. Si occupa attualmente dell’ufficio comunicazione della Istituzione per i servizi educativi del Comune di Ferrara. Obiettore di coscienza, è stato Insegnante di sostegno e, in seguito, coordinatore pedagogico nella scuola dell’infanzia. Attualmente coordina un gruppo di Insegnanti di Religione, coi quali riflette sulla comunicazione della spiritualità nel mondo multiculturale. Ha insegnato "Teorie della comunicazione” all’Istituto di Scienze Religiose di Ferrara.

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