È la somma del singolo e della coppia, cioè di individuo e relazione.
Per noi cristiani simboleggia la Trinità; per questo San Patrizio amava tanto i trifogli d’Irlanda.
Dante ha scritto la sua opera basandosi sulla perfezione del tre: 3 cantiche per un totale di 33 + 33 + 33 + 1 canti.
L’induismo vede la vita come un continuo processo trifasico di creazione, distruzione e conservazione, e affida questi tre movimenti, rispettivamente, a Brahma, Shiva e Vishnù, la Trimurti.
Eliot, in uno dei suoi passaggi più tragici, fa dire a Sweeney che la vita è un nonsenso in tre momenti: “Nascita, e copula e morte. / E se tiri le somme è tutto qui / Nascita, e copula e morte.”
Tre è il sentimento che nasce nel cuore quando tua moglie ti dice che è incinta.
Ho incontrato Margherita, qualche giorno fa. Mi ha detto che ha trovato un lavoro per l’estate.
Mi vergogno a scrivere qui quanti euro, all’ora, riceverà (“Ma netti, eh?” ha voluto precisare, per chiarire che dietro quella somma c’è una piccola assicurazione e qualche contributo).
Margherita non ha motivi per mentirmi, ma lo stesso fatico a crederle.
Mi sforzo di pensare che sta esagerando per attirare l’attenzione.
Ma so che non è così.
Offrire a una ragazza quella cifra per il suo lavoro significa svalutarla e umiliarla.
Darle il messaggio che lei, di fronte al potere di chi detiene i soldi, non vale niente.
Il messaggio che, a ventiquattro anni, non vali niente.
Secondo me (che di politica non capisco niente, ne sono consapevole), una politica di sinistra deve partire da Margherita.