È una ragazzina e la vedo spesso chiedere l’elemosina davanti a una chiesa del centro.
A volte, se ero a piedi, le ho dato qualcosa.
Di lei non so niente (chi di noi sa qualcosa dei tanti mendicanti che incontriamo?) salvo il fatto che ha un sorriso così bello che a me mancano le parole per descriverlo. Un giorno ci siamo guardati e il suo viso sporco si è come illuminato.
Il sorriso è il primissimo livello della comunicazione e stabilire una comunicazione, per quanto fugace, mi rende sempre molto contento.
Tuttavia quel giorno, superata Fatima solo di pochi metri, il mio lato razionale si è subito attivato per criticare la mia contentezza e ammonirmi – severo! – che quel sorriso altro non era che uno strumento per ottenere soldi, un trucco perché l’indomani mi fermassi ancora e dessi un’offerta più consistente.
Lo so, ho risposto al mio lato razionale.
So benissimo che l’altro è sempre un’incognita.
Che la relazione è opportunità ma anche rischio, e che i sorrisi di Fatima (ma anche quelli dei colleghi di lavoro e del benzinaio dove mi fermo al mattino, se è per questo) possono nascondere qualsiasi intenzione.
Lo so, ma questo non mi basta per dimenticare che la relazione con l’altro è l’unica vera forma di felicità possibile, finché siamo in questo mondo.