La signora, che guida una di quelle biciclette elettriche con l’apparenza innocente di una “Graziella” e le prestazioni della Desmosedici di Andrea Dovizioso, è decisamente sovrappeso.
Ha anche scelto di usare il marciapiede, invece della strada, causa pavé seriamente impegnativo.
Sullo stesso marciapiede – direzione opposta – sto arrivando io, con l’umore brillante e l’apertura verso il mondo che mi contraddistinguono al lunedì mattina.
Un semplice calcolo mentale mi fa capire che massa e velocità le impediranno sia di tornare in strada sia di rallentare così mi faccio da parte e mi fermo in mezzo alle auto parcheggiate.
Lei arriva alla mia altezza – ha i capelli dorati, il petto straripante e gli occhi blu delle donne dell’Est – e col volto luminoso mi dice ad alta voce: “Ti kiedo skuza!”.
Ci sorridiamo reciprocamente di un sorriso sincero, che mi consolerà per tutta la mattina.
A contar qualcosa sono solo gli incontri.
Il resto, riempitivo.