In questi ultimi tempi, però, da questo semplice desiderio di informazione nascono riflessioni piuttosto negative.
Prendiamo, ad esempio, domenica 11 marzo.
Campionato italiano: Juve e Napoli hanno 14 punti sulla terza.
Campionato inglese: prima a 16 punti dalla seconda.
Campionato tedesco: la capolista ha 20 (!) punti sulla seconda.1306
Campionato francese: la prima ha 14 punti sulla seconda.
Campionato spagnolo: le prime hanno 8 punti sulla seconda (parliamo di Barcellona e Atletico Madrid, mentre il mitologico Real è a 15 punti dalla vetta).
Cosa significa, questo?
Primo: che i campionati europei finiranno con almeno 4 o 5 giornate di anticipo.
Secondo: che decine e decine di squadre in tutta Europa stanno giocando da un pezzo per il secondo (il terzo, il quarto) posto.
Se – in un caso – si fosse manifestata una singola squadra “ammazza-campionato” si sarebbe potuto pensare ad un concentrarsi di talenti ineguagliabili, di un allenatore sotto una buona stella, di una dirigenza illuminata e – cosa che non guasta mai – di un po’ di fortuna.
Ma, dato che parliamo di tutti i maggiori campionati europei, forse possiamo azzardare una generalizzazione, peraltro facile da riassumere.
I ricchi non smettono di approfondire il loro divario rispetto ai poveri, dando vita, così, a due “mondi”: quello di chi ha già tutto e avrà sempre di più e quello di chi non può aspirare a niente.
Da questo non possono che derivare rabbia, frustrazione e rivolta, ma quelli del primo mondo (quelli – ripetiamolo – che hanno già tutto) non se ne curano più di tanto. Pensano solo ad arricchire il loro palmarès (come dicono quelli che di sport se ne intendono).
E non riescono a vedere il fatto che vincere un campionato dove – in pratica – non esistono contendenti è come completare un videogioco selezionando il “god’s mode”. Può piacere ai bambini di 7 anni, ma se lo fai da adulto hai qualche problema.
Dato che siamo ancora in clima post-elettorale, a me sembra che un’occhiata alle classifiche europee potrebbe dare molti spunti di riflessione alla sinistra italiana.
Ma non mi allargo a discorsi di cui sono iper-incompetente, per cui: FORZA SPAL!