Sono passato alle spalle di mio figlio che lavorava al computer e ho pensato: “Ma che cavolo di musica sta ascoltando?” (Ok. Non era “cavolo”).
Mi è scoppiato nella mente un ricordo. Di quando mio padre (avrà avuto l’età che io ho oggi) arrivava a casa e gli toccava sorbirsi per tutta la sua striminzita pausa pranzo i Clash, che in camera mia non uscivano mai dal mangianastri.
London calling to the faraway towns
Now war is declared and battle come down
London calling…
I ricordi sono fetenti, perché fanno domande.
Così mi viene in mente quel passo della Bibbia che dice: “…i vostri anziani faranno sogni / i vostri giovani avranno visioni”.
Dai, dico mentalmente a mio figlio, andiamo avanti.
Oltre questi muri, questi nostalgici del riarmo nucleare, questa pandemica incapacità di dialogo, questa fottuta ricerca di un nemico purchessia.
Dividiamoci il lavoro: io sogno, e tu vedi strade dove noi vecchi non siamo capaci di vederne.
Però te lo devo dire: quella roba elettronica che ascolti non mi piacerà davvero mai.