Andare sulle Dolomiti con la macchina a metano è come andare ad arrampicare scordandosi un pezzo di corda a casa. Si può fare, certo, ma è molto più difficile: si fa con quello che si ha!
Io faccio passare tutti, venendo quasi obbligato ad andare a benzina e quindi arrampicarmi per il monte San Pellegrino è più o meno un’impresa.
Fare rifornimento di metano in un lungo viaggio è come andare per il deserto sperando o avendo presente che presto o tardi ci sarà un’oasi che ti ristorerà e quando vedi la grande M dell’insegna verde è come se toccassi terra dopo una lunga ed impervia navigazione.
Non ci puoi credere ma ci sei arrivato!
Per cui ti abitui a centellinare il gas come se fosse una fonte di energia preziosissima.
Io ho adottato il sistema di andare con la marcia in folle: Voi non fatelo, è pericolosissimo!
Ma se siete come me che avete una certa età e siete vissuti senza concedervi la benché minima trasgressione nella vita, potete farlo, come quelli che si buttano da un ponte elevato con un elasticone ai piedi. Più o meno siamo lì! Purché siate da soli in auto!!!
Il navigatore fa quello che vuole
Il navigatore è un’importante strumento tecnologico: grazie a lui ho scoperto itinerari inediti, anche vicino a casa!
Ma ricordatevi che vi porta dove vuole lui e se farete un lungo viaggio inevitabilmente vi accorgerete che dopo qualche ora vi farà fare un giro in circolo poi facendovi ripassare dallo stesso luogo.
Un piccolo giro dell’oca, ecchessarà mai!
A questo punto l’aiutino (tradizionale) ci vuole sempre!
Io ho avuto la fortuna di incontrare in una casa, padre e figlio che facevano i muratori in località Torba, stupitissimi del fatto che fossi finito proprio lì – quando per me era quasi un fatto normale che mi fossi perso – e che mi hanno quindi ricondotto sulla “retta via”.
Controllate sempre dove vi porta il navigatore durante il tragitto e prendete con serenità quello che vi sta capitando!
La motivazione
Ho sempre preferito abbinare a qualcosa da fare l’essere in un luogo come ad esempio un corso.
Credo che mi abbia influenzato il principio che sta alla base del turismo responsabile: è più importante il percorso che la meta nel viaggio.
Per cui seguendo da lungo tempo un formatore di eccezione come Walter Klinkon decido di alloggiare nell’hotel, suo punto privilegiato, incuriosito da questa sintonica vicinanza con questo formatore, che amiamo entrambi, sia io che i gestori.
Il sogno
Mi è sempre piaciuta la montagna ma i suoi ricordi si sono persi in una memoria lontana: probabilmente risalgano ad esperienze giovanili di parrocchia e Azione Cattolica.
Sognavo di andarci, anche in tempi recenti, ma trovavo sempre delle scuse e degli alibi duri anzi durissimi da scalfire.
Una vacanza quindi che vale doppio: tutto mi è nuovo e mi immergo nello stupore di quello che sto vedendo e di quello che sto vivendo.
Praticamente sono come un bambino che sta facendo un’esperienza nuova.
Non voglio altro che attivare i miei sensi senza pensare a cosa mi riserverà questa vacanza.
Impressioni
Alla sera tutta la montagna è illuminata dal sole di fronte a noi. È come un paesaggio da quadro e sembra che si possa quasi toccare.
Sono così maestose le montagne che percepisci la nostra piccolezza di fronte alla natura e il mio pensiero va a migliaia di anni fa quando tutto era natura…
Animaletti volano sparsi sul prato, sembrano lucciole grandi, mi accolgono e fanno festa insieme a me a così tanta bellezza!
La cartolina
Moena sembra abitato dagli Elfi e dalle Fate per quanto è ricco e variegato il paesaggio delle case: diversissime le una dalle altre con le loro colorazioni sgargianti e bassissime, offrono un colpo d’occhio incantevole in qualunque angolo di Moena.
Una perla incastonata sulle Dolomiti.
Rimango stupefatto: siamo immersi in un ambiente meraviglioso!
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