Dopo due giorni c’è già l’astinenza da massa, la mancanza della folla.
Pare impossibile dover rinunciare al vedo gente, faccio cose. La vita domestica forzatamente solitaria potrebbe invece essere un’occasione per scoprire la saggezza del non-fare. Non fare niente, liberare la mente, stare in silenzio, ascoltare solo il proprio respiro, stare con se stessi. È difficile, frastornati come siamo da una connessione continua col mondo intero.
Non fare il male, non inquinare, non bestemmiare (oltraggiare il sacro): è dalle non-azioni che viene il bene, il bello, il buono.
“Non fare nulla è meglio che essere occupati a fare nulla” (Lao Tzu).
P.S. Potevo non scrivere questa nota, ma per Azione nonviolenta in rete
faccio volentieri un’eccezione.
(vigna di Mauro Biani)