NON “Siamo in guerra”: i violenti non devono deciderla e imporla a noi.
Far “guerra alla guerra” è sudditanza, è sconfitta, imitazione del male.
MA: Rifiutiamo la logica di guerra.
Abbiamo altre energie:
– solidarietà affettuosa e civile nel dolore, valore umano opposto al disumano
– rifiuto di farci contagiare dall’odio
– vedere le cause storiche e culturali e belliche, che spingono menti corrotte ad uccidere
– ripudiare razzismi, accuse collettive
– controllo civile e politico dei finanziamenti speculatori spregiudicati e del crimimale commercio di armi
– in molto modi si uccide e si fa strage: le violenze strutturali e culturali, le guerre dei potenti, sono più micidiali ed estese delle stragi terroristiche
– niente giustifica il raddoppio della violenza
– la forza non è violenza: la forza regolata dalla legge, in una unione democratica dei popoli, non è guerra, se limita la violenza e i suoi strumenti e non l’accresce; invece con la guerra non vince la ragione e il diritto, ma vince il più violento. Se diventiamo i più violenti, che è la necessità per vincere la guerra, creiamo altra maggiore violenza.
– Riflessioni difficili, ma dobbiamo rifuggire le conclusioni prevalenti istintive, facili, passive, rassegnate alla violenza reciproca, come se fosse necessaria.
Enrico