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Il nostro programma politico: disarmo unilaterale e difesa civile

Diadmin

Gen 16, 2014
MaoMao Valpiana

Dibattito precongressuale

Il nostro programma politico: disarmo unilaterale e difesa civile Al Congresso di Torino sceglieremo mezzi e fini per scrivere il futuro del Movimento Nonviolento.

Di Mao Valpiana *

Ed eccoci ormai alle porte del ventiquattresimo congresso nazionale del Movimento Nonviolento. Scuola di partecipazione, responsabilità, condivisione, democrazia. Mica poco. Il dibattito precongressuale svoltosi su queste pagine avrebbe sicuramente potuto esprimere molto di più, se anche altri aderenti al MN si fossere espressi oltre ai pochi che l’hanno fatto, tuttavia alcuni elementi fondamentali sono emersi (in particolare nell’articolo del Segretario Pasquale Pugliese “Note sparse verso il 24° Congresso del Movimento Nonviolento” pubblicato sul numero di agosto-settembre 2013 da pag. 3 a pag. 7, che consiglio di rileggere). Il Congresso è il momento in cui coloro che scelgono con l’adesione di “essere” il Movimento Nonviolento si incontrano, si confrontano e decidono insieme il programma su cui lavorare nei prossimi tre anni.; è anche il momento dei bilanci, delle verifiche delle cose fatte, dei successi e degli insuccessi; infine è il momento in cui ci si conta e delle valutazioni sulle energie e le forze reali a disposizione. Abbiamo individuato nel “disarmo” la parola-chiave del prossimo congresso. E’ stato questo, infatti, il filo conduttore del nostro agire recente e presente. Lo abbiamo detto già dal palco della marcia Perugia-Assisi del 2011, quella del cinquantesimo della prima edizione di Capitini: “Per cominciare, dobbiamo partire da noi stessi, ognuno di noi deve fare il proprio disarmo. Un disarmo unilaterale, un disarmo culturale. Fare cadere i muri dentro le nostre teste. Spezzare il proprio fucile. Non aspettiamo che siano gli altri a disarmare, incominciamo noi! Questa è la chiave della nonviolenza: partire dalla propria esperienza, mettere in gioco la propria vita. Questo è l’orizzonte che ci ha mostrato Aldo Capitini, questo è il varco attuale della storia che Capitini ha indicato dalla Rocca di Assisi cinquant’anni fa. Il Movimento Nonviolento, da lui fondato, prosegue il cammino nella direzione di una politica nonviolenta per l’opposizione integrale alla guerra”. Il cammino, per noi, è proseguito con il coinvolgimento diretto nella campagna contro gli F35 e dunque in una partecipazione attiva nella Rete Italiana Disarmo. Abbiamo poi promosso, con le principali associazioni aderenti alla Conferenza nazionale degli Enti di servizio civile, il convegno sui 40 anni dell’obiezione di coscienza, che ha lanciato l’Alleanza per il servizio civile, inteso come elemento della difesa civine non armata e nonviolenta. Proprio a seguito di questo il Movimento Nonviolento ha svolto il ruolo di “cerniera” tra le associazioni del disarmo (Rid) e le associazioni del servizio civile (Cnesc), che ha costituito la base operativa per l’organizzazione del “2 giugno, Festa della Repubblica che ripudia la guerra”, e successivamente del “2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza”, e quindi del “4 novembre, giornata di lutto e di impegno contro la guerra”. Tre ricorrenze e tre mobilitazioni nonviolente su tutto il terrotorio nazionale che hanno coinvolto centinaia di gruppi locali in tutte le regioni d’Italia. Ora dobbiamo guardare avanti. Alcuni impegni sono già delineati, come la giornata del 25 aprile a Verona per “Arena di pace e disarmo”, e poi la Festa per i 50 anni di Azione nonviolenta in giugno a Modena. Saranno (devono essere!) due eventi di grande impatto, ma per fare questo c’è davvero bisogno dell’impegno personale di tutti e di ciascuno. Il nostro programma politico (il disarmo unilaterale come atto concreto per il ripudio della guerra, e dunque l’abolizione delle spese militari per la costruzione di una difesa civile non armata e nonviolenta) è molto ambizioso, ma è ciò che dobbiamo fare anche per dare piena attuazione agli articoli 11 e 52 della Costituzione (ripudio guerra, difesa civile). Dobbiamo chiederci su quali forze possiamo contare per raggiungere i nostri obiettivi. Certamente saranno fondamentali le alleanze che sapremo mettere in campo (e dunque la nostra capacità di dialogo) ma non possiamo prescindere dalla necessità di rafforzamento della nostra esile organizzazione, pur salvaguardando la leggerezza che vogliamo mantenere. L’autorevolezza data dai tanti lustri di ininterrotta militanza, va ora coniugata con la capacità di attirare nuove energie. Radici solide e freschi germogli, sono il segreto della salute di ogni pianta. * Presidente

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