• 3 Luglio 2024 12:28

Obiettori interetnici per una pace giusta

DiMao Valpiana

Mag 15, 2021
Oggi in quelle terre vi sono due popoli ostaggi di una guerra fomentata da chi produce e vende le armi per combatterla. I due eserciti che si fronteggiano sono asimmetrici nella potenza di fuoco, un Davide contro Golia, ma per le vittime morire per un missile intelligente o per un razzo stupido è la stessa cosa. La paura della notte sapendo che si può essere colpiti nel sonno è la stessa. Che l’esplosivo che potrebbe ammazzare tuo figlio venga dagli Stati Uniti o dall’Iran, te ne importa poco.
Cosa sia l’obiezione di coscienza ce lo ha fatto capire bene don Lorenzo Milani, una lezione che non ho mai dimenticato: “io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro”. Chi siano gli oppressi e chi gli oppressori è molto chiaro, ma mi hanno sempre colpito quelle parole iniziali “io non ho Patria…”. E proprio per questo veder sventolare troppe bandiere identitarie, o bruciare le bandiere altrui, non mi è mai piaciuto. Si deve rifiutare la pulizia etnica senza cadere nell’autoisolamento etnico.
I gruppi misti di giovani israeliani e palestinesi, ebrei e arabi, musulmani e cristiani, sono l’antidoto alla compattezza etnica che ha creato le frontiere oggi invalicabili. I giovani israeliani obiettori al loro esercito, i giovani palestinesi obiettori alle loro milizie, sono la speranza per un futuro diverso da quello che hanno creato o subìto i loro padri.
I portuali di Genova e Livorno che dichiarano di non essere disposti a caricare armi sulle navi per una guerra che è violazione dei diritti umani fondamentali, sono i pionieri di una nuova coscienza.
Saranno gli obiettori e le obiettrici di domani a garantirE una pace giusta tra Israele e Palestina, che solo allora saranno davvero, insieme, Terrasanta.
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Mao Valpiana - Verona

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Di Mao Valpiana

Presidente del Movimento Nonviolento e direttore della rivista Azione nonviolenta

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