Provo ancora una volta a dire nel minor numero di parole che mi sia possibile cio’ che dire mi sembra necessario.
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1. Devono essere espresse insieme sia la necessaria denuncia e condanna dei crimini di guerra e contro l’umanita’ commessi dalle forze armate americane e dai loro alleati e protetti, sia la necessaria denuncia e condanna dei crimini commessi dal regime siriano e dai suoi alleati e protettori (come dagli altri attori – istituzionali e non – che stragi in quell’area stanno compiendo). Altrimenti si resta subalterni alla propaganda degli assassini e non si fa opera non di verita’ e di solidarieta’ con le vittime e con l’umanita’ intera.
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2. Occorre riconoscere che lo sviluppo tecnologico ed organizzativo mondiale attuale ha reso definitivamente inutilizzabili ai fini dell’emancipazione dei popoli e dell’abbattimento delle dittature tutti gli strumenti fondati sull’uso della violenza: la guerra d’indipendenza, la rivoluzione del popolo in armi, la guerriglia, nell’attuale situazione dell’umanita’ sono ormai del tutto inefficaci al fine della liberazione delle persone e dei popoli oppressi.
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3. Ogni via militare alla liberazione e’ destinata al fallimento. Sia per motivi contestuali (in un mondo ormai unificato nel segno dello sfruttamento i poteri dominanti non concedono ad alcuna area del pianeta separazione ed autonomia), sia per motivi intrinseci (chi prende il potere con le armi instaura un regime di polizia: le armi asserviscono le persone).
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4. La guerra, ogni guerra, in qualunque sua forma, e’ nemica dell’umanita’ poiche’ sempre e solo consiste nell’uccisione di esseri umani, e coincide ormai con la minaccia dell’estinzione dell’umanita’.
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5. Militarismo ed armi inibiscono inoltre ogni possibilita’ di democrazia e rispetto dei diritti umani.
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6. L’unica risorsa che resta all’umanita’ nella sua lotta per la liberazione da tutti i poteri oppressivi e’ la nonviolenza: come scelta filosofica e morale, come insieme di concettualizzazioni e di tecniche deliberative ed operative, come metodo di lotta sociale e politica, come modello di organizzazione economica e politica, come strumento di interpretazione di se’ e del mondo, come forma di convivenza che l’umanita’ intera abbraccia e come responsabilita’ per l’intero mondo vivente.
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7. La politica nonviolenta necessaria per contrastare i conflitti bellici, i regimi dittatoriali, le dominazioni rapinatrici e schiaviste e le organizzazioni criminali e terroriste deve avere due caratteristiche indispensabili: promuovere la smilitarizzazione e realizzare il disarmo. Se non si realizza un processo di smilitarizzazione e di disarmo non vi e’ nessun passo avanti verso la pace, la democrazia e il riconoscimento e rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
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8. Il perno fondamentale e la prova decisiva della bonta’ e dell’efficacia di una azione nonviolenta che contrasta guerre, dittature, rapine e schiavitu’ e’ la liberta’ delle donne. Solo se cresce e si afferma la liberta’ delle donne si procede verso la pace, la democrazia e il riconoscimento e rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
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9. Anche lo strumento delle sanzioni internazionali si e’ rivelato ormai del tutto inefficace ai fini della difesa dei diritti umani: occorre rovesciarne la logica. Invece di punire un popolo per i crimini dei suoi oppressori, occorre promuovere ovunque azioni positive di soccorso umanitario e cooperazione internazionale che abbiano le seguenti caratteristiche: non la pretesa di rovesciare un regime, ma la pratica concreta di aiutare le popolazioni recando loro aiuti alla sola condizione che questi aiuti non siano gestiti dal regime ma direttamente dalle comunita’ locali cui essi sono destinati. Confidando nel fatto che una concreta pratica di aiuto alle comunita’ locali in se stessa favorisce non solo il benessere di quelle comunita’ ma sviluppa anche solidarieta’, fiducia, e quindi democrazia. E’ solo promuovendo il benessere delle comunita’ e delle popolazioni che si promuove la democrazia e il riconoscimento e rispetto dei diritti umani.
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10. Occorre ragionare ormai nella logica dell’unita’ dell’umanita’ come dato di realta’. Non v’e’ piu’ distinzione tra politica interna e politica estera, ma tra amministrazione locale e politica dell’umanita’, e la politica dell’umanita’ s’invera gia’ anche nell’amministrazione locale che fa scelte coerenti di responsabilita’ e di giustizia, ovvero che nel suo agire locale tiene conto dell’intera umanita’ e dell’unico mondo vivente. Dal diritto internazionale modulato sulla primazia degli stati occorre passare al diritto dell’umanita’ unificata, in un cammino che valorizzando le sue istituzioni giuriscostituenti (l’Onu e le sue articolazioni) muova verso le adeguate forme di interazione ed integrazione che dalle comunita’ locali e dalle istituzioni di esse rappresentative giungano a forme sempre piu’ ampie di cooperazione, condivisione e corresponsabilita’ tali da garantire ad ogni essere umano in qualunque luogo del mondo la solidarieta’ necessaria all’inveramento dei suoi diritti e tali da garantire la protezione del mondo vivente dalla minaccia di irreversibili devastazioni.
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A tutte le guerre e le uccisioni il movimento per la pace deve opporsi.
A tutti gli eserciti e le armi il movimento per la pace deve opporsi.
A tutti i regimi e i poteri oppressivi il movimento per la pace deve opporsi.
Solo se fa la scelta della nonviolenza, la scelta nitida e intransigente della nonviolenza, la scelta concreta e coerente della nonviolenza, il movimento per la pace puo’ contrastare guerre e dittature.
Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’.
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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de “La nonviolenza e’ in cammino” (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com