La Conferenza annuale dell’International Peace Bureau quest’anno si tiene a Padova, con la collaborazione di un ampio gruppo di realtà italiane (Centro Diritti Umani e Cattedra UNESCO dell’Università di Padova, Beati i costruttori di pace, Lions Club Padova, Fondazione Fontana, World Social Agenda, Unimondo, Banca Etica, Rete Italiana per il Disarmo, Pax Christi, Coordinamento nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Archivio Disarmo, tra gli altri). Dal titolo Peace Paths – Percorsi di Pace, la Conferenza avrà luogo dal 23 al 25 ottobre e comprende diverse attività e sessioni.
La mattina di venerdì 23 si inizia con un invito alle scuole superiori a vedere lo spettacolo di Patrizia Pasqui e Mario Spallino, “Stupido Risiko. Per una geografia di guerra” nel quadro delle iniziative didattiche “Armi e bagagli. Guerre, conflitti e diritto alla pace” organizzato da Fondazione Fontana/World Social Agenda. Gli studenti incontreranno anche il delegato del Comitato contro la base navale del Villaggio di Gangjeon, Isola di Jeju (Corea), che da anni si oppone con la nonviolenza alla costruzione di una base navale sul proprio territorio.
La prima Sessione vera e propria della Conferenza, si tiene all’Università di Padova, nell’Archivio Antico, e affronta il tema “Pace e Pianeta”, ovvero l’interdipendenza delle azioni per la pace e il disarmo, con le necessarie strategie ecologiche e di contrasto alle cause dei cambiamenti climatici, in vista di auspicabili convergenze di movimenti per la Conferenza COP 21 di Parigi del prossimo dicembre.
E per concludere la prima giornata l’IPB consegnerà il suo annuale Premio Sean MacBride per il 2015: ex aequo alPopolo di Lampedusa e al Villaggio di Gangjeon, sull’Isola di Jeju in Corea, dove da molti anni la popolazione si oppone con la nonviolenza alla costruzione di una enorme base navale.
Sabato 24 ottobre segna il 70° anniversario dell’entrata in vigore della Carta delle Nazioni Unite. La terza sessionesul tema “The UN Charter is still alive: Strengthening and Democratising the United Nations” si terrà sabato 24 ottobre, presso l’Aula Magna Galileo Galilei dell’Università degli Studi di Padova, dalle ore 10.00 alle ore 13.00. Federico Mayor Zaragoza, Presidente della Fondazione Cultura di Pace e già Direttore generale dell’UNESCO (1987-1999) terrà la lezione magistrale sul tema A Refounded United Nations System is more necessary than ever: “We, the peoples…” now, yes, we can. Nel corso dell’evento, interverranno Antonio Papisca, professore emerito dell’Università di Padova e titolare della Cattedra UNESCO “Diritti umani, democrazia e pace”, Reiner Braun e Ingeborg Breines, co-presidenti dell’International Peace Bureau, Massimo Fabio, rappresentante del Lions Club International alla FAO.
Nel pomeriggio, la Conferenza sarà ospitata dal Comune di Vicenza: nella Sala degli Stucchi verranno affrontati i temi della costruzione di una cultura di pace, della mobilitazione delle comunità intere in difesa dei beni comuni, in particolare dal punto di vista della stretta collaborazione tra movimenti, associazioni ed Enti Locali. Invitati e relatori alcuni sindaci, membri di Mayors for Peace, della provincia di Vicenza.
Saranno presenti ed interverranno molti dei membri del Direttivo e del Consiglio internazionale di IPB, provenienti da tantissimi paesi: svizzeri, britannici, norvegesi, finlandesi, tedeschi, francesi, belgi, spagnoli, iracheni, nepalesi e tanti altri ancora.
Sarà garantita la traduzione simultanea inglese-italiano-inglese delle tre sessioni che si svolgeranno all’Università di Padova; sono tutte a ingresso libero fino a esaurimento posti. Per partecipare è necessario compilare il modulo di iscrizione online al link.
Il 25 ottobre, giornata finale, vedrà la riunione del Consiglio Internazionale di IPB, aperta a chiunque voglia partecipare come uditore, ma tutta in inglese senza traduzione. Si terrà nella sede di Beati i costruttori di pace.
Note:ULTERIORI DATI SU IPB E LA CONFERENZA
La fondazione dell’International Peace Bureau (IPB) risale al 1891-2, quando un ampio percorso consultivo portò all’adozione del suo statuto nel quarto Congresso Universale della Pace a Berna. L’IPB è stato insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1910; nel corso degli anni, tredici dei suoi segretari o consiglieri hanno ricevuto a loro volta il Premio Nobel per la Pace. Oggi IPB riunisce 300 organizzazioni internazionali di 70 diversi paesi, nonché membri individuali; tutti insieme, formano una rete globale con un patrimonio straordinario di esperienze e competenze nel condurre campagne su obiettivi comuni. L’IPB gode di Status Consultivo alle Nazioni Unite dal 1977. Il programma principale delle attività di IPB in anni recenti riguarda il Disarmo per lo Sviluppo Sostenibile, di cui la Giornata Globale di Azione sulle Spese Militari (G-COMS) è un elemento fondamentale.
Molte sono le vie che portano verso la pace. Ma la pace non è solo una destinazione, è il percorso stesso. Grandi pensatori e leader spirituali ci hanno insegnato molto su questi temi nel corso dei secoli; le loro riflessioni sono tuttora valide e attuali. Nel 2015 abbiamo di fronte molteplici sfide globali, che spesso si manifestano come conflitti e drammi a livello locale o nazionale. Come dare da mangiare a chi ha fame, come affrontare i cambiamenti climatici, come ridurre la crescente militarizzazione? Riusciamo a costruire la pace in Medio Oriente, trovare posto nelle nostre società per i rifugiati, mettere al bando le armi nucleari? Come attivisti per la pace cerchiamo di dialogare, di favorire la riflessione comune e lo scambio tra personalità e organizzazioni al fine di elaborare e proporre politiche capaci di realizzare profondi cambiamenti nelle nostre società. La Conferenza di Padova ci offre un’opportunità importante per ascoltare molte voci e affrontare alcune delle problematiche chiave dei nostri tempi. Invitiamo tutti coloro che sentono il bisogno di confrontarsi su questi temi a contribuire le proprie idee, le proprie esperienze.
Le associazioni per la pace e il disarmo si trovano sempre più spesso ad agire in coalizione con ambientalisti, esperti di sostenibilità, con movimenti per la giustizia economica globale, nel riconoscimento che tutte le nostre cause sono interdipendenti. Nel percorso verso la COP21, che si terrà a Parigi in dicembre 2015, ed affronterà i cambiamenti climatici, sono tanti i documenti e gli appelli che sottolineano la convergenza e l’interdipendenza delle problematiche. Tra questi il Manifesto Terra Viva, scritto da esperti internazionali tra cui Vandana Shiva. E l’enciclica Laudato Si’ rappresenta senza dubbio l’esempio più alto dell’impegno su questi temi. IPB incoraggia i decisori politici e gli analisti a considerare il fatto che il settore militare contribuisce in maniera enorme alle emissioni di CO2; e con gli enormi fondi stanziati per le spese militari potremmo dare un grande e prezioso contributo alla “transizione verde” che tutti auspichiamo.
Il 24 ottobre segna anche l’inizio della Settimana ONU per il Disarmo. Si concluderà quel giorno la raccolta firme lanciata in agosto dalla manifestazione Pace in Bici, in occasione del 70° anniversario dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki: si tratta di petizioni indirizzate al Governo italiano in cui si chiede una risposta chiara che escluda l’acquisto di F35 con capacità nucleare, e si lancia l’appello affinché anche l’Italia aderisca alla Solenne Promessa dell’Austria di impegnarsi per un mondo libero da armi nucleari, e si esprima sostegno alla Repubblica delle Isole Marshall nel suo ricorso contro le potenze nucleari davanti alla Corte Internazionale di Giustizia.
NOTE SUL MCBRIDE AWARD
ean MacBride, statista e rivoluzionario irlandese, entrò negli anni ‘30 nell’IRA ma se ne dissociò nel 1939, scegliendo di perseguire una via politica e nonviolenta per l’indipendenza dell’Irlanda. Nel 1946 fondò il partito irlandese Clann na Poblachta e ricoprì l’incarico di Ministro degli Esteri dal 1948 al 1951: in quegli anni contribuì in maniera determinante alla stesura della Convenzione Europea dei Diritti Umani del Consiglio d’Europa. Nel 1974 fu insignito del Premio Nobel per la Pace e nel 1976 gli venne conferito anche il Premio Lenin per la Pace, divenendo così l’unica persona a ricevere entrambi i riconoscimenti.
Membro fondatore e Segretario, tra il 1961 e il 1974, di Amnesty International, ricoprì anche l’incarico di Segretario dell’International Peace Bureau tra il 1968 e il 1974 e ne fu Presidente dal 1974 al 1985. Sean MacBride è morto nel 1988.
Il Popolo di Lampedusa ha dato al mondo un esempio straordinario di solidarietà umana, offrendo vestiti, cibo e alloggio a tutte le persone che sono arrivate, disperate, sulle loro coste. La risposta dei lampedusani colpisce ancora di più se contrapposta alle politiche ufficiali e alle azioni dell’Unione Europea, tese esclusivamente a rafforzare i confini nel tentativo di impedire a questi migranti di entrare. Consapevole della sua cultura stratificata nei secoli, un simbolo dell’evoluzione della regione mediterranea dove diverse civiltà si sono incontrate, si sono fuse, hanno costruito e innovato sulla base delle realizzazioni reciproche nel corso dei secoli, arricchendosi a vicenda, l’isola di Lampedusa mostra anche al mondo che la sua cultura di ospitalità e il suo rispetto per la dignità umana sono gli antidoti più efficaci al nazionalismo e al fondamentalismo religioso.
Il Villaggio di Gangjeon, sull’isola di Jeju, è il sito prescelto per la costruzione di una enorme basa navale da parte del governo sudcoreano. L’isola fu teatro di un terribile massacro negli anni 1948-54, quando il governo sudcoreano si rese responsabile dell’uccisione di circa 30.000 contadini che si erano ribellati contro l’occupazione statunitense. Solo molti anni dopo, nel 2006, il governo pronunciò ufficialmente le proprie scuse per il massacro e l’isola venne dedicata “alla pace mondiale”. Da oltre 8 anni gli abitanti portano avanti una protesta nonviolenta con atti di disobbedienza civile contro la costruzione della base navale: in molti sono stati arrestati e condannati e pene detentiva, nonché a pagare salatissime multe. La lotta nonviolenta dei 2000 abitanti del Villaggio di Gangjeon e di molti altri isolani è sostenuta da una rete internazionale di attivisti per la pace e il disarmo.