• 23 Dicembre 2024 22:02

Prima i bambini anche a Gaza. Tra le vittime, però

DiElena Buccoliero

Mar 21, 2024

Prima (le donne e) i bambini vale per i naufragi. Per le guerre no, non trovano un miglior riparo. Sono i primi, semmai, a farne le spese.

“Nelle peggiori crisi umanitarie, i bambini sfollati a causa dei conflitti sono oltre 10,5 milioni nel 2023”, riporta Save the Children. I dati più alti appartengono al Sudan (4,1 milioni) e alla Somalia (2,4 milioni). Tra i primi cinque troviamo anche i Territori palestinesi occupati con numeri che certo non si sono fermati con la fine del 2023. La guerra continua a uccidere, a distruggere le case, a spingere alla fuga.

“Questa guerra è una guerra contro i bambini”, ha dichiarato pochi giorni fa Philippe Lazzarini a proposito di ciò che sta succedendo a Gaza. Lazzarini è a capo dell’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Ha mostrato un grafico semplice, significativo, secondo cui il numero di bambini uccisi nella Striscia di Gaza in soli quattro mesi supera quello dei bambini uccisi in guerra, in tutto il mondo, negli ultimi quattro anni. Vero che in quella regione uccidere è straordinariamente facile, vista la densità di popolazione davvero impressionante: oltre 2 milioni di persone in 360 chilometri quadrati, ovvero 5.935 abitanti per chilometro quadrato. Nello stesso spazio, nel 2020, in Italia vivevano 196 persone, in Europa mediamente 115.

Torno sul sito di Save the Children, alla pagina dedicata, e scorro il susseguirsi di notizie che riguardano l’infanzia in questa terra devastata. La progressione è impressionante.

9 Febbraio 2024, “Gaza: bambini sfollati intrappolati a Rafah”. Si parla di oltre 1,3 milioni di persone, tra cui più di 610.000 bambini, senza alcuna possibilità di fuga.

15 Febbraio 2024, “Gaza: la fame non può essere un’arma di guerra”. Il rischio di carestia aumenta di giorno in giorno. Si chiede un cessate il fuoco immediato e l’aumento dell’assistenza umanitaria

21 Febbraio 2024, “Ancora nessuna tregua per i bambini a Gaza”. Il riferimento è alla mancata approvazione della risoluzione per il cessate il fuoco da parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. L’ennesimo fallimento per proteggere i bambini.

28 Febbraio 2024, “I bambini a Gaza stanno morendo di fame”. Israele blocca l’accesso ai camion di cibo e i continui combattimenti impediscono la consegna dei pochi aiuti che arrivano a Gaza.

8 Marzo 2024, “Gaza: non c’è tempo per gli aiuti umanitari alternativi”. I bambini di Gaza muoiono di fame e di malattie. Serve un cessate il fuoco.

12 Marzo 2024, “La salute mentale dei bambini di Gaza devastata”. Vivono quotidianamente shock e dolore inimmaginabili, che si sommano ai disagi di oltre 16 anni di blocco.

Nell’area più a nord, dove sono iniziati gli attacchi, sono rimasti 300mila civili (Il Sole24Ore), costretti a nutrirsi di qualsiasi cosa, dal cibo per animali fino ai cespugli di malva che ornano le rotonde delle strade.

“Nel nord della Striscia un bambino su tre, sotto i 2 anni, soffre di malnutrizione acuta”, denuncia l’Unicef. Il dato è raddoppiato negli ultimi due mesi, in gennaio si parlava del 15,6%.

Leggiamo intanto di una manciata di bambini accolti in Italia insieme ai genitori e accompagnatori per trovare cure mediche specializzate nei migliori ospedali pediatrici. Il confronto tra ciò che si dà e ciò che si toglie, ad esempio con le armi – lo ripete a più riprese Papa Francesco, lo suggerisce la logica: una volte fabbricate bisognerà pure che ce ne facciamo qualcosa, cosa c’è di meglio che smerciarle a chi le vuole usare? – è così disperatamente impari da non poter essere nemmeno immaginato. Capiamo perciò che un Gruppo di operatori sanitari dell’Aou Ircss Meyer (si parla di oltre 250 tra medici, infermieri, fisioterapisti, tecnici del pediatrico) abbia contestato IL presidente del consiglio italiano in visita alle famiglie accolte.

Quello che si riesce a fare per quei bambini non dovrebbe farci sentire buoni. Semmai dovrebbe curare noi, dal delirio in cui siamo finiti. Un’opportunità per conoscere le loro ferite, fisiche e mentali. Sarà per questo che i sanitari del Meyer si sono inalberati. Loro la sofferenza dei bambini la conoscono ogni giorno e se ne prendono cura, non c’è da farsi belli di fronte a questo, spegnere i flash per favore, chiudere le telecamere.

Qualche giorno fa un tg ha diffuso la voce, straziante, di una dei primi bimbi arrivati in Italia dalla Striscia di Gaza per essere curata. Implorava “Stop War”.

È una vergogna internazionale non esserne capaci. Dovremmo chiedere perdono ai bambini per tutto quello che gli stiamo togliendo.

Di Elena Buccoliero

Faccio parte del Movimento Nonviolento dalla fine degli anni Novanta e collaboro con la rivista Azione nonviolenta. La mia formazione sta tra la sociologia e la psicologia. Mi occupo da molti anni di bullismo scolastico, di violenza intrafamiliare e più in generale di diritti e tutela dei minori. Su questi temi svolgo attività di formazione, ricerca, divulgazione. Passione e professione sono strettamente intrecciate nell'ascoltare e raccontare storie. Sui temi che frequento maggiormente preparo racconti, fumetti o video didattici per i ragazzi, laboratori narrativi e letture teatrali per gli adulti. Ho prestato servizio come giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna dal 2008 al 2019 e come direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati dal 2014 al 2021. Svolgo una borsa di ricerca presso l’Università di Ferrara sulla storia del Movimento Nonviolento e collaboro come docente a contratto con l’Università di Parma, sulla violenza di genere e sulla gestione nonviolenta dei conflitti.