• 24 Marzo 2025 17:53

Rapimenti, percosse, leva forzata: peggiora la persecuzione contro gli obiettori e disertori ucraini. Il caso di Stepan Bilchenko

DiRedazione

Feb 13, 2025

Nell’ambito della Campagna di obiezione alla guerra, promossa dal Movimento Nonviolento, traduciamo e rilanciamo le notizie che ci arrivano da Yurii Sheliazhenko, segretario del Movimento Pacifista Ucraino, per accendere i riflettori sul peggioramento della persecuzione nei confronti degli obiettori, disertori e renitente alla leva ucraini.

Care amiche e amici,

Stepan Bilchenko, obiettore di coscienza con un passato di servizio civile alternativo e fisico nucleare che lavora presso l’Università Nazionale di Leopoli, è stato rapito dai reclutatori militari e ritrovato nei pressi di Zhytomyr con gravi lesioni alla testa dopo un tentativo di trasferimento forzato in un’unità militare. In Ucraina, il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare è negato dalla legge marziale, in contrasto con gli obblighi internazionali del paese in materia di diritti umani.

La polizia sostiene che Bilchenko potrebbe essersi ferito da solo cercando di fuggire durante il trasporto obbligatorio verso l’unità militare. I reclutatori militari affermano che le loro azioni erano legali perché Bilchenko non aveva rinnovato la sua registrazione militare. Queste affermazioni sono messe in dubbio da molti commentatori tra il pubblico e, anche se fossero corrette, l’orribile fatto accaduto evidenzia la crudeltà e la mancanza di rispetto dei diritti umani nelle attuali procedure di registrazione e coscrizione militare prescritte dalla legge.

L’articolo 35 della Costituzione ucraina richiede la sostituzione del servizio militare in tutte le sue forme, compresa la registrazione militare, con un servizio civile alternativo e quindi una registrazione alternativa non militare per gli obiettori di coscienza. Secondo gli standard internazionali di conformità con l’articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, inderogabile in tempo di guerra ai sensi dell’articolo 4 di detto Patto, le procedure di richiesta per ottenere lo status di obiettore di coscienza al servizio militare dovrebbero essere accessibili a tutte le persone interessate dal servizio militare.

Nella Raccomandazione 1742 (2006), paragrafo 9.7, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha chiesto agli Stati membri di introdurre nella loro legislazione il diritto di essere registrati come obiettori di coscienza in qualsiasi momento, ovvero prima, durante o dopo il servizio militare, così come il diritto dei militari di carriera di ottenere lo status di obiettore di coscienza.

Tuttavia, in Ucraina gli obiettori di coscienza non sono registrati come tali, al contrario, sono registrati ai fini della coscrizione, nonostante ciò violi il loro diritto all’obiezione di coscienza tutelato dall’articolo 9 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, dall’articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici e dall’articolo 35 della Costituzione ucraina.

Il recente rapporto dell’UN OHCHR ha rivelato diversi casi di trattamento disumano e tortura di obiettori di coscienza; inoltre, vengono imprigionati per aver mantenuto le loro convinzioni pacifiste [cite: 6, page 21, 10, 11]. Decine di morti in detenzione di reclutatori militari riportate dai media indignano la società ucraina.

  1. https://varta1.com.ua/news/vykladacha-lvivskoho-universytetu-znayshly-pobytym-bez-svidomosti-pid-kyyevom-shcho-vidomo-foto_391351.html
  2. https://ebco-beoc.org/ukraine
  3. https://www.pravda.com.ua/news/2025/02/9/7497407/
  4. https://www.ohchr.org/en/conscientious-objection
  5. https://assembly.coe.int/nw/xml/XRef/Xref-XML2HTML-en.asp?fileid=17424&lang=en
  6. https://www.ohchr.org/sites/default/files/documents/countries/ukraine/2024-12-31-pr41-ukraine-en.pdf
  7. https://www.civilni.media/214/
  8. https://www.forum18.org/archive.php?article_id=2937
  9. https://kyivindependent.com/police-investigate-death-of-32-year-old-man-at-chernivtsi-recruitment-center/https://mis.dp.ua/news-ua/advokat-povidomyla-pro-smert-syna-u-dnipri-pislya-nasylnyczkoyi-mobilizacziyi

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