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Recensione: TERRE DI GUERRE E VIAGGI DI PACE di Giacomo Scotti

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Lug 15, 2015
libro scotti

L’incontro vedrà la partecipazione di Aurelio Juri ex sindaco di Koper / Capodistria durante la guerra del ’91 e di Marino Vocci di Gruppo / Skupina ’85 e fondazione Alexander Langer. Aderiscono all’iniziativa, promossa dal Comitato pace convivenza e solidarietà Danilo Dolci sotto l’egida della Tavola Interconfinaria per la Pace, l’associazione culturale Tina Modotti, la sezione triestina del Centro Studi Anna Seghers e il circolo Il Manifesto.

Con questo libro, Scotti torna alla sanguinosa guerra che disgregò la Federazione socialista jugoslava nata con la liberazione dal nazifascismo, vasto Paese balcanico composto come noto da numerose etnie, lingue e religioni. Durante la guerra del 1991-1995 e il decennio successivo, Giacomo Scotti si muove da Napoli ed altre città almeno due volte al mese, per raggiungere la Croazia la Bosnia-Erzegovina e la Serbia fino al Kosovo con missioni umanitarie di pace; svolgendo pure un lavoro prezioso di corrispondente per il Manifesto e vari altri organi di stampa. Dal suo diario riaffiora la storia del conflitto e dei suoi leader: il serbo Slobodan Miloševic, il bosgnacco Alija Izetbegovic ed il croato Franjo Tudjman.

Nel libro vengono descritti gli eredi degli ustascia, che fondando movimenti di estrema destra e assumendo posti di comando, condizionano la neonata Repubblica croata. La politica della “pulizia etnica”, con le criminali operazioni “Tempesta” e “Lampo” in Krajina. Le efferatezze compiute dai cetnici serbi a Vukovar e altrove in Croazia, e quelle contro le popolazioni croate di etnia serba. L’orrendo eccidio dei mussulmani a Srebrenica. Le denunce del Comitato Croato di Helsinki per i diritti umani. L’attività del Tribunale internazionale dell’Aja contro criminali di guerra, quali Ante Gotovina, Dario Kordic, Ivica Rajic, Tihomir Blaškic, Zulfikar Alispaho – Zuko, Mladen Naletilic – Tuta, Tamislav Merčep. Senza dimenticare Radovan Karadžic, Ratko Mladic e Vojislav Šešelj. Alcuni definitivamente condannati, altri in attesa di sentenza, qualche altro assolto dai giudici ma non dalle vittime. Tutti costoro, vengono spesso considerati in patria degli eroi.

Nato a Saviano nel 1928, storico, scrittore bilingue (italiano e croato) e giornalista, Giacomo ha trascorso gran parte della sua vita a Fiume-Rijeka. La sua opera letteraria si colloca sul confine tra Italia ed ex-Jugoslavia, ed è spesso focalizzata sui drammi che hanno sconvolto queste terre. Come narratore, saggista e poeta, ha pubblicato oltre un centinaio di opere, in italiano, in croato e in una dozzina di altre lingue. Nella sua bibliografia si annoverano racconti, romanzi, racconti per bambini, saggi etnografici e storici e raccolte di prose. E’ membro del PEN croato, dell’Associazione degli scrittori croati (Društvo hrvatskih književnika) e dell’Associazione degli scrittori italiani. È molto attivo nei movimenti pacifisti europei, ed ha collaborato con diverse riviste tra le quali La Battana, rivista letteraria croata in lingua italiana stampata a Fiume.

Per il Comitato Dolci Alessandro Capuzzo

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