Relazione di apertura del Presidente Mao Valpiana al XXVI Congresso MN, solo in rete.
È la prima volta, e vorrei sperare l’ultima, che un Congresso del Movimento Nonviolento (MN) si svolge interamente da remoto; ognuno dei partecipanti a casa propria, davanti allo schermo. È la prima volta, dalla riunione fondativa del 1962 e dal primo congresso del 1966, che manca completamente la dimensione assembleare, corale, conviviale, che costituisce l’essenza stessa del Congresso, il momento più alto della vita del Movimento. Eppure viviamo in un tempo straordinario, emergenziale, che ci costringe a questa condizione. Per motivi statutari, di legge e di norme vigenti, dobbiamo svolgere il Congresso entro l’anno, ed eleggere validamente il nuovo organo direttivo. E così facciamo, per rispetto della legalità e per mantenere in sicurezza giuridica la nostra Associazione. Rimandiamo a tempi migliori, speriamo nel 2021, il momento della festa, del ritrovarsi insieme, per il confronto diretto, il dibattito politico, l’assunzione degli impegni collettivi.
Quindi oggi, dopo questa mia relazione introduttiva, avremo la possibilità di una discussione e poi procederemo all’elezione del nuovo Direttivo, come viene proposto dal Direttivo uscente. Manterremo intatta la struttura portante del Movimento, così com’è, il Comitato di Coordinamento e i centri territoriali, che non necessitano di rinnovo, e che ci permetteranno di mantenere in sicurezza il Movimento fino al nuovo appuntamento assembleare.
Il Congresso è aperto a tutti, ma potranno votare solo gli iscritti al MN per il 2020, cioè coloro che si sono persuasi ad assumere la responsabilità di partecipare attivamente alla nonviolenza organizzata. L’auspicio è che da oggi in molti, noi e tanti altri, si decida di “essere” MN anche per il 2021, sottoscrivendo la Carta programmatica e rinnovando l’adesione.
Aprimmo il precedente Congresso facendo memoria di chi ci aveva lasciato da poco e non poteva più essere con noi: Pietro Pinna, Nanni Salio, Fulvio Cesare Manara che sentivamo vicini nella compresenza. Anche oggi vogliamo fare memoria di altri amici che nel frattempo se ne sono andati, e di cui sentiamo la mancanza, ma sentiamo anche che ci stanno comunque accompagnando: Alberto L’Abate (che ci ha lasciati il 19 ottobre 2017, nello stesso giorno della morte del suo maestro Capitini), Luciano Capitini (nipote di Aldo, instancabile, che se ne è andato nel settembre 2018), Sandro Canestrini (il nostro Avvocato, che ci ha lasciati nel marzo 2019), Anna Bravo (la nostra maestra di storia, che ci ha lasciato proprio un anno fa, a cui siamo riconoscenti non solo per il frutto delle sue ricerche e del suo lavoro intellettuale, ma anche per il concreto aiuto economico testamentario devoluto al Movimento). E oggi abbiamo dovuto aggiungere Lidia Menapace …
Per la prima volta questo Congresso non ha un titolo, ma lo identifichiamo solo con il numero progressivo: è il nostro ventiseiesimo. Come si conviene, è bene iniziare là da dove eravamo rimasti, al venticinquesimo congresso di Roma, che si intitolava “Coerenza, continuità, convinzione: la nonviolenza oggi”. La mozione politica generale approvata diceva che:
“I Centri territoriali del Movimento Nonviolento sono il luogo dove si sviluppa la formazione e quindi l’azione nonviolenta locale. Il Direttivo, il Comitato di Coordinamento, la rivista An cartacea e digitale, svolgono la funzione di collegamento e sintesi del lavoro politico che il Movimento Nonviolento attua come forma di servizio per una più vasta area di amiche e amici della nonviolenza. La prima direttrice del pensiero e dell’azione del MN resta “l’opposizione integrale alla guerra” … da lì che poi scaturiscono i tantissimi indirizzi di lavoro su cui è impegnato il Movimento Nonviolento: la formazione, l’educazione, l’elaborazione teorica, la cura della memoria, la produzione culturale, l’informazione, e poi l’impegno nei campi specifici del servizio civile, del disarmo, della convivenza, delle politiche per le città aperte, della difesa civile non armata e nonviolenta, della tutela dell’ambiente, del governo del territorio, dei diritti per tutti, anche e soprattutto con l’azione di rete che emerge dalle tante e belle relazioni che il Movimento stesso ha saputo creare e coltivare nei suoi primi 55 anni di vita”.
Nei tre anni passati da allora, abbiamo cercato di confermare e rafforzare questa visione. La relazione introduttiva a quel congresso, accolta come parte integrante della mozione finale, si intitolava “Noi siamo le nostre relazioni”, e si concentrava appunto sul lavoro di rete, di collegamento, di sinergia che il nostro Movimento vuole portare, sapendo di non essere sufficiente a se stesso, ma di essere strumento di “aggiunta” nonviolenta.
È interessante rileggere, tre anni dopo, quei materiali congressuali, per capire come si è modificato il contesto, cosa abbiamo saputo realizzare e cosa no, o non ancora. Li trovate nei numeri di Azione nonviolenta di marzo-aprile e maggio-giugno 2017. Il Congresso aveva elaborato un programma di lavoro suddiviso in tre grandi capitoli, che erano le commissioni in cui ci eravamo divisi: 1) Educazione 2) Un’altra difesa è possibile 3) La forza preziosa dei piccoli gruppi. Alcuni degli obiettivi sono rimasti nel cassetto dei sogni, altri sono finiti nel dimenticatoio, altri sono stati realizzati, e altri ancora si sono aggiunti strada facendo. Per continuare a leggere clicca qui.
Qui trovi la Relazione integrativa sulle attività internazionali del Movimento Nonviolento.
La registrazione completa del XXVI Congresso del Movimento Nonviolento è disponibile su Radio Radicale